Avete ragione, con i Ligresti ho fatto un po’ una
fissazione, ma sono persuaso che se lo meritino anche troppo. Non è
assolutamente accettabile governare in maniera così inadeguata uno dei maggiori
gruppi assicurativi del paese e spenderne ingenti risorse con modalità
quantomeno discutibili.
Antonella Olivieri, sul 24 Ore di oggi, ci aggiorna sulle
ultime novità del caso (http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2012-03-20/consulenze-milioni-salvatore-ligresti-064424.shtml?uuid=AbJ7Y7AF&fromSearch).
Buona stampa.
Attenti, la Gilli che viene citata alla fine, è l’azienda
che distribuisce le borse disegnate da Giulia Ligresti (quella che ama
spostarsi in elicottero a spese della società). Immagino che una compagnia di
assicurazioni non sopravviva senza un consulente in materia di borse e
accessori…
Intendiamoci, Fondiaria-Sai è un caso limite, ma non metterei
la mano sul fuoco riguardo a tante altre società quotate il cui controllo è
rimasto in mano a un nucleo familiare più o meno ampio.
Siamo un paese nel quale la mungitura delle vacche ha una
lunga tradizione… Sospetto che, dopo aver frequentato distrattamente un po’
corsi di management, non pochi tra i nostri imprenditori abbiano fatto un po’
di confusione sul concetto di cash cow,
trasferendo la definizione, sviluppata per un prodotto, all’intera azienda.
Scherzi a parte, come giustamente osservava Sergio Rizzo di
fronte alla possibilità che la proprietà della Ducati passi alla Audi, c’è poco da stare allegri in un paese nel quale nessun imprenditore sente l'impulso a impegnarsi in un’azienda che costituisce una vera
eccellenza nazionale.
Quando sento parlare d’italianità delle imprese mi prudono
le mani. Le imprese sono imprese e la loro proprietà, in un mondo globalizzato, perde un po' di valore. La vicenda di Alitalia
(addentellati elettorali inclusi) mi fa ancora salire la pressione alle stelle, oltre ad apparirmi, com'è effettivamente, un'assurda contraddizione con le reazioni dei nostri politici quando i loro colleghi di altri paesi prendono decisioni analoghe.
Però che Ducati finisca in mano alla Audi, onestamente, mi pare la prova
desolante della mancanza di coraggio della nostra classe imprenditoriale, ormai
molto più interessata alle tante, ben protette, posizioni dominanti costruite
all’ombra della politica. Sul tema, leggete Giavazzi sul Corriere di oggi (http://www.corriere.it/editoriali/12_marzo_20/domande-senza-risposta-francesco-giavazzi_941d5f78-7253-11e1-a140-d2a8d972d17a.shtml).
Buona stampa.
Pur se incomparabilmente migliore dei suoi predecessori,
mi pare che anche Monti stia finendo avviluppato nelle tele dei tanti ragni
che si annidano dalle parti di Roma e non solo.
Speriamo che si dia una bella mossa…
Ciao Roberto, le cose dei Ligresti sono talmente enormi che non si riesce a non guardarle. Ma anche Alitalia non scherza affatto!
RispondiEliminaIn compenso l'Italia litiga per l'articolo 18, come se fosse il vangelo, e non guarda alle cose reali del lavoro. Poco fa la notizia che hanno trovato 18 operai in nero a montare il palco per il concerto della Pausini!
Marco