E’ domenica e abbiamo più tempo libero, che naturalmente mi
provo a riempire per voi con un articolo degno di attenzione e qualche mia
riflessione (lo so, parola grossa).
Aldo Grasso sul Corriere di oggi parla del Ministro degli
Esteri Terzi e non gli risparmia ironia e critiche. In qualche misura, mi
sembra che il suo pezzo confermi le mie considerazioni sulla nostra pubblica
amministrazione (http://www.corriere.it/politica/12_marzo_11/il-terzi-incomodo-e-le-pene-dell-ambasciatore-aldo-grasso_ecb6f008-6b60-11e1-a02c-63a438fc3a4e.shtml).
Buona stampa.
Aggiungerei soltanto una battuta: meglio non pensare che,
essendo stato scelto per guidare il Ministero degli Esteri, dovrebbe
rappresentare la punta di diamante della nostra diplomazia…
Spero che Terzi trovi la rotta in fretta, l’ultima cosa di
cui abbiamo bisogno è che il Governo Monti venga messo in difficoltà dai suoi
stessi membri.
Ci pensano, infatti, con notevole assiduità e impegno i
politici della maggioranza e dell’opposizione, la memoria dei quali sembra
essere inversamente proporzionale all’andamento del differenziale di interesse
tra i nostri BTP decennali e i Bund tedeschi (il famoso spread, si può anche parlare in italiano di certe cose, non è
necessario l’inglese). E già, poiché il differenziale è sceso e anche di molto
(non soltanto per merito di Monti, in realtà), i politici di professione (non
nel senso di Max Weber, o almeno non nel senso migliore del pensatore tedesco)
ritengono di poter ignorare quanto scarsa sia la fiducia che gli italiani
nutrono per loro e quante promesse hanno fatto nel momento in cui si sono messi un po' in disparte perché nascesse il Governo Monti. E soprattutto
che c’è ancora tanto da fare in molti campi per rimettere l’Italia sul giusto
binario.
Ora che paghiamo soltanto il 3% in più rispetto ai tedeschi,
da parte dei politici si ricominciano a sentire chiacchiere su argomenti che
interessano a loro, che servono a proteggere loro e i loro privilegi e le loro
zone d’ombra. Ora che paghiamo soltanto il 3% in più rispetto ai tedeschi,
sembra che il problema sia l’atteggiamento dei giudici verso certi politici,
non il fatto che un piccolo imprenditore possa impiegare un decennio per
recuperare un credito e quindi sì, di giustizia si può parlare, ma soltanto in
un certo modo. Ora che paghiamo soltanto il 3% in più rispetto ai tedeschi,
sembra anche meno importante porre rigidi limiti al flusso di soldi pubblici
parte dei quali si è mangiato, anche in senso letterale, l’ottimo (si fa sempre per dire) Senatore Lusi
nella silenziosa indifferenza dei suoi compagni di partito. E, direi, anche
degli avversari, sicuri che il tema potrebbe risultare spinoso per loro come
per gli esponenti della Margherita, il partito che esiste soltanto per ottenere
finanziamenti pubblici. Il tutto mentre Lusi, Milanese, Papa e decine di altri non si sognano di dare le dimissioni! E nessuno parla di fargliele dare!
Basta così, non voglio guastarmi questo splendido tramonto.
Anzi, farò di più, per far sorridere anche voi, vi propongo
un’altra rapida citazione cinematografica. Una scena del geniale Mel Brooks da
Frankenstein Junior. Un Marty Feldman al meglio.
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