Confido siate anche voi convinti che in Italia si sia perso troppo tempo nell'affrontare tanti problemi e che se oggi la nostra situazione, sotto innumerevoli punti di vista, è tale da rendere a dir poco deludente il confronto con molti paesi, non solo quelli avanzati, lo dobbiamo proprio all'incapacità della classe dirigente di incidere su questioni fondamentali per la qualità della nostra società e della nostra economia e, conseguentemente, della nostra vita.
Sono ancora qui che rimugino sulle classifiche delle Università e faccio fatica a mandar giù che in Italia non si riesca a farne funzionare almeno una così che possa conquistare una posizione dignitosa. E mi torna in mente il caso della Sapienza e della famiglia Frati... E continuo a chiedermi che senso abbia, come accade nel Veneto, avere una sede universitaria in ogni capoluogo di provincia, il che significa che, ad esempio, ci sono sovrapposizioni nel raggio di poche decine di chilometri, con un'ovvia moltiplicazione di cattedre e di corsi in un ambito dove la quantità e la qualità molto difficilmente vanno d'accordo. E non facciamoci indurre a confronti sbagliati. E' vero che nell'area metropolitana di Los Angeles, estesa circa quanto la Lombardia, ci sono parecchie Università, tra cui le più famose sono UCLA, CalTech, USC, Loyola Marymount. Qualcuno potrebbe dire che c'è un eccesso di offerta anche lì. Beh... non proprio. Proviamo a pensare all'attrattiva che esercitano, a livello MONDIALE, tre istituzioni che, come UCLA, CalTech e USC, occupano posizioni di vertite nell'istruzione americana. E non consideriamo neppure l'attenzione riservata a tutto quello che sta intorno alla formazione, come accoglienza, attività sportive, localizzazione, ecc. ecc. No, abbiamo molto da imparare e molto da bonificare. E voglio sottolineare come l'incapacità di attrarre menti giovani da altri paesi del mondo mi sembri sia insieme uno dei sintomi e una delle cause del nostro declino culturale.
Torniamo al tempo perso. Antonio Polito dedica all'argomento l'articolo di fondo del Corriere di oggi (http://www.corriere.it/editoriali/12_marzo_16/costo-reale-di-tanti-svantaggi-polito_2e8f9f14-6f2d-11e1-8ee0-fb515f823613.shtml). Fa imbestialire ripensare a tante scelte non prese o rinviate e ai loro costi, non soltanto espressi in moneta. E fa imbestialire anche di più ricordare le parole di Cofferati su Marco Biagi e leggere quelle della Camusso in proposito. Ho qualche dubbio che gente così possa portare a un futuro migliore, se non altro perchè non sanno liberarsi dal passato. Vero che la resistenza al cambiamento è un male umano diffuso, però chi occupa posizione di leader dovrebbe guidare, ma questa è una storia vecchia, ne ho già parlato...
Buona stampa.
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