Visualizzazione post con etichetta Finmeccanica. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Finmeccanica. Mostra tutti i post

sabato 16 febbraio 2013

Reggerà la Torre di Pisa?


Impossibile resistere e rinunciare al piacere di cominciare questo post con il Buongiorno di Gramellini di ieri, dedicato al già Presidente della Lombardia e, purtroppo, mio omonimo Roberto Formigoni: http://www.lastampa.it/2013/02/15/cultura/opinioni/buongiorno/la-ricetta-formigona-CK9ZMkAasyxYNweLpY4t5J/pagina.html.
Buona stampa. Quanto al già celeste, ora nero come la pece, vado a proporvi alcune parole di un suo stretto collaboratore, uno dei fortunati partecipanti  alle cene non pagate (in realtà, qualcuno pagava, ma non certo Formigoni). Non pagate come, secondo quanto emergerebbe dalle indagini, le vacanze e altro…
Torniamo alla citazione di cui dicevo, si tratta di considerazioni espresse da Mauro “Willy” Villa e riportate nell’articolo di Luigi Ferrarella e Giuseppe Guastella pubblicato ieri dal Corriere: «Non è stata una bella situazione in conferenza stampa... Quella di Gesù se la poteva risparmiare, anche perché sta dando del Giuda a quell'altro (cioè a Pierangelo Daccò , ndr). Gli dicevano che il presidente della Germania si è dimesso per molto meno e lui si arrampicava sugli specchi, a un certo punto stava dicendo di quelle cagate... "Sono limpido come l'acqua di fonte", eehh, non fare il figo!».
Buona stampa. Di fronte al comportamento di certe persone io resto allibito. Mi spiego: ognuno di noi, tendenzialmente, è portato a giustificare i propri errori e a sminuire le proprie colpe, fa parte della natura umana. Questa propensione, tuttavia, trova un limite quando la logica e le circostanze impediscono di dare spiegazioni credibili o di attenuare la gravità degli atti compiuti. Formigoni, come correttamente osserva il suo braccio destro (e come, se mi perdonate l’ennesima prova d’immodestia, osservavo anch’io molti mesi fa), realmente si è arrampicato sugli specchi e ha cercato di prendere in giro la gente, tra l’altro usando nei confronti della stampa modi e toni decisamente inadatti non solo all’incarico ricoperto, ma anche alle sue asserite convinzioni, religiose e non solo. Sappiamo che, dei reati per i quali la Magistratura lo sta indagando, Formigoni è ancora innocente e resterà tale sino a un’eventuale condanna definitiva. Su questo non ci piove. Come non ci piove sul fatto che, se non fosse italiano, ma, per esempio, tedesco o inglese, Formigoni non potrebbe comunque più aspirare a una carica pubblica e non si sarebbe mai azzardato a trattare la stampa e la pubblica opinione come ha fatto. Qui, invece, finiremo per ritrovarcelo in Parlamento…
Abbiamo già parlato nei giorni scorsi delle vicende di Eni, Monte Paschi e Finmeccanica. Abbiamo appena accennato all’accelerazione impressa dalla Procura di Milano alle indagini sulla sanità lombarda. Ieri i quotidiani ci hanno informato dell’arresto di personaggi più o meno noti (Angelo Rizzoli, Alessandro Proto e Massimo Cellino) accusati di reati diversi, ma, a prima vista e semplificando abbastanza, tutti riconducibili alla disinvoltura nel perseguire la ricchezza facile.
In queste ultime settimane, dunque, si è andato confermando il radicamento profondo e diffuso del malaffare nella nostra società e si è andata ulteriormente deteriorando l’immagine del nostro paese all’estero. Quanti, tra quelli che ci chiedono di affidargli le nostre sorti con il voto, se ne rendono realmente conto e si preoccupano di elaborare progetti efficaci per cambiare questo pessimo stato di cose?
Di questo si occupa l’editoriale del Corriere di oggi, firmato da Antonio Polito: http://www.corriere.it/editoriali/13_febbraio_15/il-marcio-e-il-caos-polito_b8e3a646-7743-11e2-a4c3-479aedd6327d.shtml.
Buona stampa. E un quadro che lascia ben poche speranze. Un quadro che The Economist conferma con un’immagine più che eloquente


Buona stampa.

mercoledì 13 febbraio 2013

Antelope Cobbler vi dice qualcosa?


Anche oggi partiamo da un argomento e finiamo chissà dove…
L’avvio lo prendiamo da Finmeccanica. E chiarisco subito che non sono tanto ingenuo da pensare che si possano vendere certi prodotti senza pagare tangenti. In qualche modo fa parte del mio DNA, perché mi è capitato di essere italiano e, quindi, di vivere in un paese che non brilla certo nelle classifiche internazionali riguardo alla corruzione. O, se vogliamo, brilla in negativo, se per voi, come per me, la corruzione non è esattamente un fatto positivo.
Questo per dire che sono sufficientemente realista da comprendere come, in molti casi, per portare a casa commesse che garantiscono posti di lavoro italiani, sia necessario ricorrere all’oliatore.
Le mie perplessità, di fronte a questa vicenda, riguardano in primo luogo il comportamento dello Stato nelle sue diverse entità interessate. Come spiegano i tanti commenti apparsi sulla stampa. Ne scelgo tre, molto diversi tra loro, ma ne potete trovare altri: cominciamo con Guido Gentili dal Sole 24 Ore (http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2013-02-13/ritardi-politica-081323.shtml?uuid=Ab5jJvTH), per passare a Daniele Manca sul Corriere della Sera (http://www.corriere.it/cronache/13_febbraio_13/il-tempo-perso-su-finemccanica_afdfc1a6-75a4-11e2-a850-942bec559402.shtml) e, infine, a Nicola Porro su Il Giornale (http://www.ilgiornale.it/news/interni/e-se-aziende-inquisite-avessero-ragione-885368.html).
Buona stampa. Non nella stessa misura, ma mi piacciono tutti e tre. Siamo di fronte a questioni d’importanza che non esito a definire vitale e ogni riflessione, anche se in qualche modo influenzata da una visione di parte, aiuta a mettere a fuoco dettagli rilevanti.
Anche se per ragioni e in modi assai diversi, tre delle principali aziende di questo paese sono diventate oggetto d’indagini anche aggressive da parte della Magistratura. Per chi si fosse distratto, parliamo di Eni, Banca Monte Paschi e, appunto, Finmeccanica. Il tempo e i vari gradi di giudizio chiariranno, si spera, queste vicende. E chiariranno anche, si spera sempre, quella dell’Ilva di Taranto. Il punto è che, e qui Porro ha ragione, in Italia esiste un pregiudizio nei confronti dell’attività d’impresa. Un pregiudizio che compromette la possibilità del nostro paese di confrontarsi con la concorrenza internazionale, fattasi ovviamente più difficile per effetto della globalizzazione. Qui si ferma la mia condivisione delle idee di Porro, nel senso che vedo il pregiudizio, ma non vorrei che, giustificato da questo, se ne affermasse un altro, ossia quello che ogni agire sia legittimato solo perché porta fatturato alle nostre aziende.
Si tratta di una questione complessa, sulla quale ho molti dubbi e quasi nessuna certezza. Quel che mi pare certo è che il quadro emerso dalle indagini su Banca Monte Paschi e su Finmeccanica induca a temere l’esistenza di una vasta schiera di dirigenti i quali traggono profitto dalle zone d’ombra createsi nella gestione delle aziende stesse. Per Finmeccanica potete leggere il pezzo di Fiorenza Sarzanini sul Corriere (http://www.corriere.it/cronache/13_febbraio_13/dalla-lega-alla-magistratura-la-ragnatela-del-presidente_68aedc90-75a4-11e2-a850-942bec559402.shtml) e quello di Guido Ruotolo su La Stampa (http://www.lastampa.it/2013/02/13/economia/quelle-tangenti-erano-una-prassi-abituale-5WWn8NFTtxpSFuB1i7O4hN/pagina.html).
Buona stampa. Per quel che riguarda Monte Paschi, fate una ricerca da soli sulla “Banda del 5%”.
Per farla breve: se il mercato globale, soprattutto in certi settori, impone determinate “regole”, dobbiamo accettarle, per quanto sgradevoli. Quello che non possiamo accettare è che il terreno fangoso non sia accuratamente recintato e che esistano aree limacciose nelle quali s’immergono opportunisti di vario genere.
Aggiungo, e qui ho gioco facile, che la politica, come sottolinea Gentili, dovrebbe starsene ben lontana dalle vicende delle aziende pubbliche e non solo, però mi pongo e vi pongo qualche domanda (pur tenendo conto che, comunque, come dimostrano le vicende di Eads, la società che controlla Airbus, la politica in certi casi il naso ce lo mette anche altrove). E’ tollerabile il quadro d’interferenza politica che emerge nella scelta dei massimi dirigenti di società come Finmeccanica e Monte Paschi? Siamo sicuri che i manager di aziende così importanti debbano dedicare tanto tempo ai loro rapporti con i politici, probabilmente trascurando i loro compiti? E’ giusto che il Presidente di Confindustria, proprietaria del Sole 24 Ore, abbia con Orsi una conversazione come quella riportata dalla Sarzanini?
Come sempre, io le risposte me le sono già date, adesso tocca a voi.
Una ciliegina sulla torta. Come potrei trascurare le nuove accuse a Roberto Formigoni per le vicende della sanità in Lombardia? Aspettiamo la Corte di Cassazione per i giudizi di colpevolezza, ma non priviamoci del piacere di sorridere (sempre a denti stretti) per le argomentazioni dell’ormai del tutto nero ex Presidente lombardo: http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/13_febbraio_12/formigoni-maugeri-inchiesta-lombardia-2113968136196.shtml.
Cronaca. Nessun giudizio, ma un commento: la smisurata considerazione di sé mi sembra spingere Formigoni a vieppiù ridicole arrampicate sugli specchi.
Se poi, prima di arrivare in fondo, avete voglia di andare a leggere come ha affrontato la questione della corruzione internazionale un paese come gli Stati Uniti, un buon link è questo:
http://en.wikipedia.org/wiki/Foreign_Corrupt_Practices_Act (FCPA). Tra l’altro, come ricorderanno i meno giovani tra noi quattro, la normativa americana nacque in seguito a una vicenda che ha avuto importanti conseguenze anche nella storia italiana. Vendere oggetti volanti è sempre stato complicato… Ammettiamolo pure: il FCPA assomiglia abbastanza a una foglia di fico, però loro ce l’hanno e un po’ di ordine lo ha portato.
Chiudiamo con il commento di Gramellini all’ultima, men che squallida, recita del tizio decrepito: http://www.lastampa.it/2013/02/13/cultura/opinioni/buongiorno/innocente-siparietto-Jsp7FoPqZq81X5dUNLcX9O/pagina.html.
Buona stampa.
Buona notte. E buona fortuna.