Di Daccò ho scritto quel che penso a suo tempo. Sono portato ad avere un'opinione più negativa di Formigoni che non di Daccò. Le vicende del San Raffaele e della Maugeri dimostrano come, pur in una regione amministrata meglio di altre, esistano zone d'ombra così ampie da consentire la proliferazione di affaristi della peggior specie, magari favoriti dagli occhi socchiusi di qualcuno...
Insomma, su questa storia mi sono espresso già troppe volte in passato, quindi non ho timore di essere criticato se questa sera vi indico una notizia che, detto in parole povere, considero un insulto alla civiltà giuridica italiana e una dimostrazione agghiacciante di come la Magistratura di questo Paese abbia ormai perso completamente di vista le ragioni profonde del proprio compito. Per quel che mi riguarda, Daccò può anche essere condannato a venti ergastoli, ma che debba essere portato in giro agghindato quasi come Hannibal Lecter, detto fuori dai denti, fa torto ai cittadini italiani prima ancora che a lui. E mi piacerebbe che il magistrato e/o il responsabile della sua traduzione in tribunale fossero presi a pedate nel culo in una pubblica piazza.
La notizia la trovate qui: http://www.lastampa.it/2012/11/08/italia/cronache/dacco-in-tribunale-con-le-manette-il-legale-violati-i-diritti-dell-uomo-bp8vun12QOIbn7alI26y9O/pagina.html e http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/12_novembre_8/dacco-aula-tribunale-manette-polsi-diritti-uomo-resta-carcere-san-raffaele-2112610963670.shtml.
Buona stampa. Anche se è cronaca, ma almeno La Stampa e il Corriere della Sera ne parlano, mentre Il Giornale, Libero, Il Foglio e Il Fatto Quotidiano, sempre che non mi sia sfuggito, ignorano la questione nelle loro edizioni on line.
Quello che succede in Italia e nel mondo, come ne parla la stampa e quel che ne penso io. Con attenzione per politica, economia e finanza.
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giovedì 8 novembre 2012
giovedì 12 luglio 2012
Non illudiamoci, andranno avanti per la loro strada
Morgan Stanley, una delle banche d’investimento maggiori del
mondo, ha prodotto uno studio (definito alla fonte, in inglese, crude, ovverossia grezzo, che lascio a
voi interpretare e valutare) dal quale sembrerebbe che le banche coinvolte
nella manipolazione di Libor, Euribor e altri tassi potrebbero subire un costo
di qualche decina di miliardi di dollari per il loro comportamento “esemplare”.
La notizia ve la faccio leggere sul Financial Times: http://www.ft.com/intl/cms/s/0/0231ace4-cc1d-11e1-839a-00144feabdc0.html#axzz20RhAlK7H.
Buona stampa.
Se fossi incline all’ottimismo, e per natura non lo sono
affatto, potrei anche pensare che questo caso potrebbe stimolare un
ravvedimento sia tra i banchieri sia tra i politici, questi ultimi assai poco
inclini a mettere paletti di adeguata dimensione all’agire di quelli. Vedremo,
anche se non è il caso di farsi troppe illusioni.
Una notizia da Milano, dal tribunale di Milano per la
precisione: il Pubblico Ministero del processo in cui Formigoni è imputato di
diffamazione ha chiesto, per il Presidente della Lombardia, un anno di carcere
senza attenuanti generiche. Siccome sapete già quanto apprezzi Formigoni,
lascio che sia l’ottimo Luigi Ferrarella, del Corriere della Sera, a spiegare
la questione, così non mi si accuserà di avere un occhio di riguardo per il
Celeste (sempre più grigio e sbiadito). Questo il link: http://milano.corriere.it/milano/notizie/politica/12_luglio_12/pm-chiedono-un-anno-di-carcere-per-formigoni-201975458828.shtml.
Buona stampa.
Per la precisione, Ferrarella fa parte del gruppo di
giornalisti che Formigoni, dimostrando maniere impeccabili, aveva pensato bene
di ingiuriare quando cominciarono a informare gli italiani delle famose vacanze
di gruppo (che ancora, per quel che ne sappiamo, tanto di gruppo non erano, nel
senso che i rimborsi a Daccò non sono ancora stati provati da Formigoni).
Naturalmente è inutile illudersi che il Presidente della
Lombardia tolga il disturbo e si ritiri in un convento, magari ai Caraibi. Adesso
che, con la ridiscesa in campo di Berlusconi, non può più neppure illudersi di competere
nelle primarie del PDL, figuriamoci se toglie il sedere dalla poltrona…
Possiamo soltanto sperare nel buon senso dei lombardi al prossimo turno
elettorale. Prima, perché no?, possiamo fare affidamento sulla lealtà della
Lega…
Intanto proviamo a sorridere con questo video dedicato dalla Sora Cesira al Grigio (o
Griso?).
sabato 26 maggio 2012
Chi rimborsava chi
A quanto pare, secondo la ricostruzione de La Repubblica di
oggi (http://milano.repubblica.it/cronaca/2012/05/26/news/dacc_vacanze_formigoni-35942789/index.html),
Daccò smentirebbe le affermazioni di Formigoni riguardo alle famose vacanze nei
lussuosi resort Caraibici e aggiungerebbe altri dettagli interessanti riguardo alla
componente economica della sua “amicizia” con il Presidente della Lombardia.
Buona stampa.
Si potrebbe ritenere, quindi, che Formigoni faccia parte
della schiera di coloro ai quali accadono le cose a loro insaputa; un gruppo
che, in Italia, sembra piuttosto consistente, come ho già osservato.
Formigoni, infatti, sostiene di aver sempre rimborsato
Daccò, il quale, però, evidentemente ha ri-rimborsato Formigoni senza che lui
se ne avvedesse… No, forse le cose non stanno proprio così e, come sostengono Davide
Carlucci e Piero Colaprico, di rimborsi non ce ne sono stati da parte di nessuno:
pagava Daccò.
Io, su Formigoni, ho già dato. Sono stanco, anzi addirittura disgustato, di dover ancora parlare di lui: mi auguro soltanto di vederlo finalmente dimettersi e liberarci
dalla sua presenza oltraggiosa e dal suo umorismo altrettanto patetico delle
scelte cromatiche dei suoi abiti. E soprattutto della totale mancanza di
rispetto per l’opinione pubblica e per la stampa.
Anche questa esortazione, ne sono sicuro, non produrrà
nessun effetto. Formigoni resterà alla guida della Lombardia, irriderà ancora
al lavoro dei giornalisti e dei magistrati e prenderà in giro per l’ennesima
volta gli italiani. I quali, però, per fortuna, avranno presto o tardi la possibilità di
dimostrare cosa pensano di lui e lo sbatteranno fuori a pedate come merita. Forse
il Presidente della Lombardia, troppo preso a coltivare le sue amicizie e pavoneggiarsi nelle sue giacche color salmone, non ha
modo di vedere quel che succede nel paese. O magari lo vede e non lo capisce o pensa, ancora, di
poter muovere certe leve per evitare di essere spazzato via. Se è così, oltre
che un pessimo amministratore e un uomo mediocre, è anche un illuso.
giovedì 19 aprile 2012
Due cellule malate
Chi di voi ha seguito il mio suggerimento e ha visto la
puntata di 8 e mezzo con Rosy Bindi, sa che alla trasmissione aveva partecipato
anche Beppe Severgnini, giornalista del Corriere. Ebbene, nel corso della
trasmissione, la Bindi aveva detto le parole che, con una certa
approssimazione, avevo riportato e che mi avevano fatto imbestialire.
Severgnini, presente e in condizioni di fare qualche obiezione, a mio parere
aveva assunto un atteggiamento troppo mite (sono buono).
Oggi, forse perché stimolato da qualcuno, ha deciso di
tornare sulla questione nel fondo del Corriere, nel quale, tra l’altro, cita le
parole della Bindi: «A una macchina in corsa puoi chiedere di rallentare, non
di fermarsi. E se non arriva almeno una tranche dei rimborsi previsti, si rischia
di non arrivare alla campagna elettorale». Bene, le riprendo per chi non avesse
(comprensibilmente) avuto voglia di sorbirsi questo giovane talento della
politica nazionale che ha saputo dar prova di tanta saggezza. E vi suggerisco
di leggere l’articolo di Severgnini perché, sebbene ancora un po’ troppo
tenero, alla fin fine si preoccupa di quel che possono pensare i cittadini più
di quanto dimostrano di voler fare tutti i signori della politica, i quali si
ostinano a non considerarsi la malattia e non intendono consentire le cure
indispensabili. E così, gente alla quale in un paese civile non affiderebbero
neppure le trasmissioni comiche in televisione, poco per volta, aggrega il malessere
e conquista il consenso di persone che, politici veri, con attributi
intellettuali e morali adeguati (niente di trascendentale, non mi aspetto che
appaiano tipi come Alcide De Gasperi, Ugo La Malfa, Sandro Pertini, tanto per
fare tre nomi di galantuomini intelligenti e inflessibili prima di tutto con se
stessi) saprebbero orientare ben altrimenti, senza demagogia e senza populismo.
Questo è il link al pezzo di Severgnini: http://www.corriere.it/editoriali/12_aprile_19/un-po-di-misura-e-piu-fiducia-beppe-severgnini_454bec10-89dd-11e1-a379-94571f4a698e.shtml.
Buona stampa.
Tornerei per un attimo al mio omonimo Governatore della
Lombardia, al quale la Repubblica pone alcune domande che non hanno avuto
risposta nel corso del forum ospitato dal Corriere della Sera martedì. In
particolare, anch’io mi chiedo come mai, dopo aver parlato di viaggi di gruppo
in cui ognuno pagava qualcosa e poi alla fine si regolavano le diverse partite,
Formigoni non abbia ritenuto di presentarsi in Via Solferino con tutti gli
estratti conto per far vedere immediatamente che, come solennemente affermato,
aveva rimborsato Daccò. Mi tocca chiedere ancora: Roberto, perché ti chiami
anche tu Roberto? Comincio a vergognarmi di dividere il mio nome con certi
tipi… Purtroppo, anche chi, come me, ha ben poca simpatia per la magistratura
italiana e ritiene che essa abbia colpe gravissime nel malfunzionamento del
nostro paese, di fronte alla spudoratezza con cui i nostri politici si
sottraggono alle proprie responsabilità, non può che augurarsi un intervento
esterno per spazzare via gente che non ha alcun senso etico e che pensa di essere
al di sopra di tutto e che mostra di disprezzare la pubblica opinione.
Questo il link a Repubblica: http://milano.repubblica.it/cronaca/2012/04/19/news/le_risposte_che_formigoni_non_ha_dato-33579302/?ref=HRER2-1.
Buona stampa.
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lunedì 16 aprile 2012
Viaggi di gruppo
Un post veloce su Roberto Formigoni. Questa mattina il
Corriere della Sera ha pubblicato un lungo articolo di Ferrarella e Guastella (http://www.corriere.it/cronache/12_aprile_16/ferrarella-quei-viaggi-pagati-da-dacco_f2650248-8789-11e1-99d7-92f741eee01c.shtml).
Non anticipo nulla sul contenuto, leggete e fatevi la vostra opinione. Io la
mia me la sono fatta.
Buona stampa.
Formigoni ha ritenuto di rispondere nel corso di un incontro
con i giornalisti. Per ragioni d’imparzialità, vi rimando al resoconto della
Stampa (http://www3.lastampa.it/cronache/sezioni/articolo/lstp/450334/).
Buona stampa.
Mi aspetterei che, di questi tempi, il Governatore della
Lombardia, anziché fare battute su giornalisti a suo dire “sfigati”, si
preoccupasse maggiormente del genere di persone che gli stanno accanto, a cominciare
dai consiglieri e dagli assessori regionali. Tra l’altro, un giornalista, come
la maggior parte dei comuni cittadini, è per definizione uno sfigato al
cospetto di personaggi che ricevono mensilmente somme che alcuni di noi
ricevono a malapena in un anno.
Non vedo, nelle parole di Formigoni, niente che smentisca in
maniera convincente il contenuto dell’articolo del Corriere. Oltre alle solite
minacce di querele e all'ironia non riuscita da uomo arrogante e privo di senso dell’umorismo,
ci sono poche, vagamente surreali e un po’ balorde, considerazioni sui viaggi
di gruppo. E il fatto che Formigoni conosce da trent’anni il Signor Daccò, con
il quale ha fatto dei casuali viaggi di gruppo, venendo fotografato a bordo del
suo yacht (di Daccò).
Mah…
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