Generalmente impiego poco a scrivere un post. Quando ho
identificato il tema o i temi che voglio trattare, comincio e nel giro di un’ora
al massimo è tutto finito: letto, corretto e completo di scelta musicale, che
richiede il suo tempo.
Negli ultimi due giorni, stranamente, non è andata così. L’intenzione era di parlare dei due comizi domenicali, quello di Marino e quello del Felpo Salvini, ma, non so perché, pur essendomi documentato sull’argomento, le parole non venivano o, per meglio dire, venivano, ma non mi convincevano (smentendo Cicerone e il suo rem tene, verba sequentur).
E così, quel post incompleto resterà lì, nella cartella del disco fisso
dedicata alle bozze, a coprirsi di polvere informatica. E Marino e Salvini potrebbero
tirare un sospiro di sollievo: voi tre non conoscereste il mio pessimo giudizio su di loro e vi evitereste il mal di fegato che mi sono procurato io occupandomi di entrambi sia lunedì che ieri, tra l'altro senza riuscire a scrivere in
maniera soddisfacente quanto siano inadeguati al ruolo che occupano e, nel caso
del Felpo, soprattutto a quello cui aspira (e speriamo non raggiunga mai). Non è, tuttavia, detto che quel che non è riuscito nei giorni scorsi non mi riesca oggi. Vediamo…
Riguardo a Salvini, vi suggerisco il commento scritto da
Christian Raimo sull’Internazionale: http://www.internazionale.it/opinione/christian-raimo/2015/06/22/salvini-pontida-lega.
Buona stampa. Anche se non condivido tutto, complessivamente la valutazione di Salvini non può essere diversa. Il Felpo si
preoccupa esclusivamente di conquistare consenso, poco importa la credibilità e
la ragionevolezza di quel che promette. Consideriamo, ad esempio, la Flat Tax
al 15%. Secondo le stime, l’introduzione di questa misura al di fuori di una revisione
dell’intero sistema fiscale, produrrebbe un disavanzo addizionale nei conti
pubblici stimato dai 40 ai 90 miliardi. Che i meccanismi e il peso del fisco italiano debbano essere rivisti, lo sa anche un bambino, ma è irrealistico pensare
che si possa farlo con misure estemporanee, mirate soprattutto a gratificare la pancia
degli elettori.
Su Marino, osservo che, tra le tante affermazioni sbagliate e
inadeguate (oltre che, in qualche caso, anche sguaiate), era ed è legittimato a
lamentarsi di fronte alla richiesta di dimettersi arrivata da Renzi e da altri
membri del governo. Sulla questione vi rimando al breve commento di Antonio
Polito sul Corriere di oggi:
Buona stampa. Sulla moralità e sull’affidabilità di chi
aspira a occupare o occupa già cariche pubbliche, non c’è dubbio che Renzi,
Boschi & Co. applichino due pesi e due misure e questo, francamente, mi
pare a dir poco sconcertante. Si scelgono sotterfugi e percorsi obliqui, che risultano
offensivi nei confronti dell’opinione pubblica ormai letteralmente nauseata
dalla tolleranza con cui i politici trattano sé stessi.
E mi pare particolarmente grave che Renzi liquidi la
questione con superficialità e in modo quasi sprezzante. Non è esattamente
coerente per uno che proclama di voler cambiare verso al Paese. La questione
della classe dirigente politica è centrale per realizzare le riforme
indispensabili a dare un futuro migliore agli italiani. Quelle riforme e quei
provvedimenti che Renzi annuncia, ma non sa realizzare.
Volete una prova fresca di giornata? Ecco quello che accade
al decreto sulla diffusione della banda larga: http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2015-06-24/banda-larga-slitta-decreto-governo-063843.shtml?uuid=ACzQNvF&fromSearch.
Cronaca. Sapete già che del destino politico di Renzi non
m’importa nulla e che mi preoccupa, e molto, quello degli italiani. E,
purtroppo, non vedo nessuno in grado di occuparsene in maniera adeguata.
Di certo non sono in grado di offrire prospettive quegli
esponenti del PD che hanno condotto e conducono ancora una guerra viscida e
subdola al Presidente del Consiglio, incuranti degli effetti che questo produce
sulla situazione nazionale. Gente che non riesce a entrare nel 22° secolo e che
continua a perseguire ideali i cui limiti sono stati dimostrati ampiamente. E’
di oggi la notizia che Fassina lascia il PD per creare, con altri, un nuovo movimento
o partito. Vediamo come la riporta Il Giornale: http://www.ilgiornale.it/news/politica/fassina-lascia-davvero-pd-1144454.html.
Cronaca. Di certo io non gli auguro buona fortuna. Di gente come Fassina abbiamo bisogno come del Felpo.
Prima di passare alla musica, vi propongo un articolo da La
Stampa, a firma di Niccolò Zancan, che descrive la vita dei greci non toccati
dalla crisi: http://www.lastampa.it/2015/06/24/economia/mare-lusso-e-champagne-ecco-latene-che-brinda-la-crisi-pagano-gli-altri-SjjqPPfb41gdFs5ujvYVJO/pagina.html.
Buona stampa. Strano, a me sembra quasi che si parli
dell’Italia…
Nella nostra guerra, oggi scelgo un brano leggero, tipico di quello che gli americani chiamano jazz morbido (smooth jazz). Niente a che vedere con il jazz “vero”, ma un ascolto senza problemi, facile: Dreamin' eseguito da George Benson e Earl Klugh.
Nella nostra guerra, oggi scelgo un brano leggero, tipico di quello che gli americani chiamano jazz morbido (smooth jazz). Niente a che vedere con il jazz “vero”, ma un ascolto senza problemi, facile: Dreamin' eseguito da George Benson e Earl Klugh.
Nessun commento:
Posta un commento