giovedì 18 giugno 2015

Quanto hanno già scontato i mercati?


Nelle cronache finanziarie si legge spesso che “il mercato ha scontato” un determinato evento. Con ciò, come voi tre ben sapete, non s’intende alludere a capacità divinatorie degli operatori (nessuno le ha, checché dicano loro), ma al fatto che una circostanza, già nota o altamente prevedibile, venga anticipata, rispetto al momento in cui si verificherà, nelle decisioni di acquisto o di vendita di uno o di una pluralità di titoli.
Per fare un esempio e con un certo grado di semplificazione, quando, come accaduto ieri, la Federal Reserve americana annuncia l’intenzione di alzare i tassi di riferimento di almeno 25 punti base entro la fine dell’anno, il mercato tende a incorporare già oggi questa variazione nelle quotazioni sia delle obbligazioni sia delle azioni, che, in maniera diversa, risentono dell’andamento del costo del denaro.
Anche la conclusione della questione greca è già stata scontata, almeno in parte, dai mercati.
Ovviamente, il livello d’incertezza su come finirà la trattativa tra Atene e i creditori è sicuramente differente (azzardo: più elevato) rispetto al rialzo dei tassi americani.
Di come i mercati abbiano scontato il problema del debito ellenico si occupano due articoli pubblicati oggi da Il Sole 24 Ore.
Il primo, firmato da Isabella Bufacchi, si occupa degli effetti sull’azione della BCE e, in particolare, sui costi dei debiti pubblici, in primis di quello italiano: http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2015-06-18/il-prezzo-altissimo-che-abbiamo-gia-pagato-082632.shtml?uuid=ACSECiC.
Buona stampa. E’ un articolo abbastanza tecnico, ma mi pare comprensibile e, comunque, emergono con chiarezza i punti chiave: già oggi traiamo benefici minori dalle misure poste in atto dalla BCE e potremmo, in futuro, vedere crescere sensibilmente gli interessi che lo Stato italiano dovrà pagare sul proprio debito. E se Renzi ha orecchie per intendere, intenda...
Il secondo articolo, più breve e meno argomentato, sintetizza l’andamento delle borse europee negli ultimi mesi, collegando alla crisi greca il calo subito da tutti gli indici: http://www.infodata.ilsole24ore.com/2015/06/18/borse-la-crisi-greca-costa-600-miliardi/?uuid=gLOlymaI.
Buona stampa. Anche se, a ben vedere, non è dimostrato che tutta la flessione subita dai titoli azionari sia imputabile al confronto irrisolto tra Atene e i creditori, però non è irragionevole supporlo.
Buona stampa. Non è il caso di sorridere di fronte a questa notizia. O, quantomeno, di sorridere troppo. Se è indubbio che, tra quanti hanno comperato un’auto di lusso in questi mesi, ci sia più di qualche greco che ha tratto benefici dalla crisi del suo paese, è anche vero che ci saranno molti che hanno deciso di farlo per proteggere il proprio denaro in un bene vendibile in caso di necessità.
Ho un ricordo di circostanze non troppo diverse che mi sembra adatto per chiudere su questo punto. Verso la fine degli anni 70, il più affezionato di voi tre lettori mi raccontava quel che accadeva in Argentina, all'epoca afflitta da una grave crisi e da un'inflazione misurata a tre cifre: anche le casalinghe, per cercare di preservare quanto più possibile il potere di acquisto della famiglia, avevano imparato a speculare sul cambio, acquistando dollari per rivenderli al momento del bisogno.
Spero vivamente che niente del genere debba accadere in Europa.
Prima di passare al consueto ascolto musicale, corre l’obbligo di ricordare un anniversario importante che cade oggi. Il 18 giugno 1815 si concludeva la battaglia di Waterloo che segnò l’uscita definitiva di scena di Napoleone Bonaparte. La possibile commemorazione dell’evento con il conio di una moneta da 2 euro ha risvegliato la suscettibilità della Francia. Il Belgio, però, ha trovato il modo di farsi beffe dell’opposizione francese. La notizia, che tenevo in serbo con cura, l’avevo vista su La Repubblica di qualche giorno fa: http://www.repubblica.it/economia/2015/06/11/news/euro_waterloo_belgio_francia-116618685/.
Buona stampa. Certo che c’è chi proprio non sa perdere neppure a distanza di anni…
Nella battaglia a favore della musica, oggi privilegio ancora una volta le mie preferenze. Charlie Christian (https://en.wikipedia.org/wiki/Charlie_Christian) è stato senz'altro uno dei maggiori chitarristi della storia del jazz. Il brano che ascoltiamo si intitola Solo Flight.


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