Ieri si sono svolte le elezioni in Turchia e non sono andate
bene al Presidente Erdogan, il cui partito è sceso da oltre il 50% a circa il 41%, trovandosi
così nell’impossibilità di governare in solitudine come accaduto negli ultimi anni e,
soprattutto, di varare una riforma costituzionale che avrebbe ridisegnato il
Paese secondo i voleri di Erdogan.
I commenti, pochi, che ho letto finora, al contrario,
sembrano inclini a salutare l’esito del voto in maniera positiva,
considerandolo un brusco e, forse, definitivo arresto della deriva assolutista
impressa da Erdogan negli ultimi anni.
Vi propongo un articolo dal Financial Times (con le consuete
riserve): http://next.ft.com/adbff740-0d34-11e5-a83a-00144feabdc0.
Buona stampa. Sia che lo abbiate letto sia che il sistema
non ve lo abbia consentito perché non avete un abbonamento, riporto alcune
parole che mi sembrano particolarmente significative perché sottolineano che il
vero sconfitto è Erdogan: “Somebody will
have to pay a price and I guess it will be Prime Minister [Ahmet] Davutoglu but
the real loser is unquestionably President Erdogan,” said Soli Ozel at Kadir
Has university.
Anche Alberto Negri, su Il Sole 24 Ore condivide questa
posizione ed evidenzia i molti comportamenti che hanno, di fatto, alterato la
tradizionale posizione politica internazionale della Turchia, saldamente ancorata
a quella del mondo occidentale del quale, di fatto, ancora viene considerata
parte. In realtà, proprio Erdogan ha contribuito a modificare profondamente quell’orientamento
e ha di fatto schierato la Turchia tra le nazioni che alimentano i conflitti
in corso nel Medio Oriente e nel Nord Africa. Ecco il link all’articolo di
Negri: http://www.ilsole24ore.com/art/mondo/2015-06-08/erdogan-perde-potere-assoluto-svolta-storica-turchia-081423.shtml?uuid=AB10UOuD.
Buona stampa.
Speriamo che Erdogan sappia perdere.
Passiamo alla musica, con un brano che costituisce una pietra miliare del rock inglese. Parlo di Stairway to Heaven dei Led Zeppelin, che ascoltiamo in una lunga esecuzione dal vivo del 1975.
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