Soffrendo di vertigini, il mio rapporto con la montagna, pur
intenso e gratificante, non si è mai sviluppato fino a farmi percorrere una via
ferrata o, men che meno, effettuare anche una brevissima scalata. Ho smesso di
rammaricarmene da tempo, mantenendo, tuttavia, una certa curiosità per la
pratica dell’alpinismo. E continuo a subire il fascino delle vette e delle
storie degli ardimentosi che le hanno conquistate.
Buona stampa. E quanto bella l’immagine che accompagna il
pezzo! Disney aveva scelto proprio bene il simbolo per il suo parco californiano.
Veniamo a un argomento un po’ meno piacevole, ossia
l’economia italiana e, in particolare, la gestione della Cassa Depositi e
Prestiti (CDP), di cui oggi si occupa Francesco Giavazzi nel fondo del Corriere
della Sera: http://www.corriere.it/editoriali/15_giugno_14/mercato-stato-tre-domande-cassa-depositi-prestiti-ac87039a-125d-11e5-85f1-7dd30a4921d8.shtml#.
Buona stampa. Giavazzi pone questioni molto serie e
sottolinea, correttamente, come la Cassa venga usata non di rado per scopi
politici e, quindi, in maniera impropria rispetto a quelli che dovrebbero
essere i suoi obiettivi operativi. Anche se, probabilmente, non si trasformerà
in una nuova IRI grazie ad alcuni vincoli statutari, CDP si caratterizza come
uno strumento con cui la classe politica intende mantenere o accrescere il
proprio ruolo nell’economia e farlo soprattutto in alcuni settori, come, ad
esempio, energia e comunicazioni, nei quali sarebbe indispensabile lasciare
operare la concorrenza, la sola che può garantire reali vantaggi per i consumatori.
Giavazzi e io, purtroppo, ci illudiamo. E Renzi, anche in questo caso, di cambiar verso al Paese proprio non ci pensa.
Per farmi perdonare il lungo post di ieri, chiudo qui e vi
propongo due ascolti musicali assai diversi tra loro.
Cominciamo con una canzone scritta da Burt Bacharach e Carole Bayer Sager all’inizio
degli anni 80: That’s What Friends Are
For (https://en.wikipedia.org/wiki/That%27s_What_Friends_Are_For). La ascoltiamo nell’interpretazione di Dionne Warwick, Whitney Houston, Stevie Wonder e Luther Vandross. Come dire alcune delle migliori voci americane di quegli anni.
Il secondo ascolto è una composizione di Ottorino Respighi, uno dei principali musicisti italiani del secolo scorso (http://www.treccani.it/enciclopedia/ottorino-respighi/): Notturno per pianoforte interpretato da Sergei Babayan (https://en.wikipedia.org/wiki/Sergei_Babayan).
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