Per iniziare, spazio a Gramellini, il cui Buongiorno oggi va
tassativamente letto e anche salvato o stampato per essere conservato: http://www.lastampa.it/2015/06/05/cultura/opinioni/buongiorno/diritto-romano-5tMHQ9lNN5DA6TelzVdZGK/pagina.html.
Buona stampa. Alle parole, impeccabili, di Gramellini
aggiungerei soltanto che il cosiddetto giudice che si è bevuto la ricostruzione
“famigliare” dell’incidente ha solo prodotto una delle non poche e molto sconcertanti
decisioni che affondano, giorno dopo giorno, la Giustizia (sì, quella con la G
maiuscola) nel nostro Paese.
E veniamo a Mafia Capitale, una vicenda che rende sempre più
profonda la separazione tra la classe politica e i cittadini.
Le ricostruzioni che offrono i quotidiani sono, in larga
parte, basate sulle intercettazioni, telefoniche e ambientali, effettuate nel
corso delle indagini. E’ noto quanto sia scottante l’argomento dell’uso delle
intercettazioni e quale scontro la questione susciti tra “garantisti” e
“giustizialisti”.
Non voglio addentrarmi nella diatriba, che certo non si può
affrontare nello spazio di un post. Quello che, tuttavia, mi sembra si possa
senz’altro affermare è che, indipendentemente dal valore probatorio delle
intercettazioni, la loro pubblicazione fornisce informazioni molto preziose per
i cittadini, i quali hanno modo di conoscere la complessità (e la
trasversalità) del fenomeno corruttivo e di apprezzare l’atteggiamento mentale
e la “cultura” che anima i protagonisti di questa vicenda.
Tra i commenti, vi segnalo quello di Giovanni Bianconi sul
Corriere della Sera (http://www.corriere.it/opinioni/15_giugno_05/politica-vendita-anticorpi-necessari-dc91575c-0b55-11e5-91e7-d0273dfd0555.shtml#)
e quello di Peppino Caldarola su Lettera 43 (http://www.lettera43.it/firme/mandiamo-via-da-roma-ladri-e-politici-incapaci_43675173169.htm).
Buona stampa. Se cercherete, ne troverete altri. Io mi fermo
qui.
Lasciamo i fatti italiani per andare a vedere la situazione
ucraina, uscita da tempo dalle prime pagine dei nostri quotidiani, ma
tutt’altro che risolta. Il conflitto, infatti, non si è mai realmente fermato
e, negli ultimi giorni, è riesploso con violenza. Ne dava conto ieri su Il Sole
24 Ore Antonella Scott: http://www.ilsole24ore.com/art/mondo/2015-06-04/si-riaccende-crisi-ucraina-063724.shtml?uuid=ABwWACsD&fromSearch.
Buona stampa. Appunto, la tregua siglata a Minsk è in
briciole e, come di fronte alle altre gravi crisi internazionali, l’Europa, ma
anche gli Stati Uniti, sembrano incapaci di assumere una posizione chiara, di
fatto lasciando che Putin si muova con la disinvoltura che gli deriva
dall’essere alla guida di una nazione nella quale mancano i vincoli e i
contrappesi propri degli stati democratici e dal contare sull’appoggio di una
popolazione incline al nazionalismo come poche altre.
Per chiudere, come di consueto, passiamo alla musica. Oggi torniamo
al jazz: Wynton Kelly, pianista di origine giamaicana, ha preso parte ad alcuni
eventi fondamentali della storia del genere (http://en.wikipedia.org/wiki/Wynton_Kelly).
Ve lo propongo in Whisper Not brano in cui è affiancato da altri tre "Grandi": Kenny Burrell alla chitarra, Paul Chambers al basso e Philly Joe Jones alla batteria.
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