Ho già detto quel che avevo da dire sul disastro del
Massiccio dei Tre Vescovadi; spero che anche gli organi di stampa si mettano un
po’ quieti e lascino in pace i morti e i vivi, alcuni dei quali porteranno per
sempre dentro di loro un tormento devastante.
Veniamo alle questioni politiche italiane, alle quali,
avendole trascurate, dedicherò l’intero post, anche se un po’ mi sento in colpa perché vi parlo dei soliti tizi impresentabili... Portate pazienza.
So già, mentre inizio a scrivere, che urterò la
suscettibilità di uno dei miei tre lettori, cui pare credibile che la Lega e il
suo Segretario offrano al Paese una prospettiva. Personalmente non vedo, nel
desolato panorama italiano, nessuno che possa portare la ventata di aria fresca
di cui, come dicevo qualche giorno fa, abbiamo disperatamente bisogno.
In Italia i partiti di minoranza, ma anche quelli di
governo, fanno molto male il loro mestiere. Un partito di minoranza, in
una democrazia che funziona, non si limita a sbraitare che il governo non lavora
bene, ma propone alternative credibili, provvedimenti che aspirano a essere
migliori di quelli predisposti dai ministri in carica, dimostra quotidianamente
di avere un programma per il futuro e di poterlo realizzare e di non preoccuparsi
soltanto di vincere le prossime elezioni.
Da noi questo non accade, da noi tutti gli oppositori, dallo
Psiconano+barba-Mediaset a Il Felpo 1 Matteo Salvini, dal premio Nobel mancato
a Il Felpo 2 Maurizio Landini, strillano e basta, il più delle volte in maniera
scomposta e volgare.
Su Grillo, il quale deve soffrire parecchio perché quasi
nessuno, neppure tra i suoi, più si occupa di lui, stendiamo un velo pietoso.
Personalmente, salvo essere costretto, eviterò di parlarne dopo la vergognosa uscita con cui (purtroppo) ha riconquistato per qualche istante il palcoscenico,
come spiega Libero:
Cronaca. Grillo è semplicemente disgustoso. Un ridicolo e
inutile pupazzo in mano a un visionario patetico. Lui e Ca((zz)sal)eggio hanno, come tanti negli
ultimi anni, semplicemente messo in piedi un’impostura politica che, purtroppo,
ha fatto illudere molti italiani.
Quanto a Il Felpo 2 Landini, pur di criticare, presenta una realtà di suo
gradimento, ma inventata, come documenta questo video del Corriere della Sera:
Penoso, non si può dire altro di uno che continua ad
arrampicarsi sugli specchi per sostenere una visione politica ed economica più
che obsoleta e per andare a raschiare il barile di quelli che, come lui, non
hanno ancora capito che siamo entrati da quindici anni nel 21° Secolo.
E torniamo a Il Felpo 1, Salvini, il quale sta dibattendo da
settimane con il tizio decrepito per definire le candidature alle prossime
elezioni regionali. Uno degli argomenti forti è che, in Veneto, Zaia va
ricandidato perché ha fatto bene. Ora, visto che ci vivo, non sono tanto convinto
di questo e, in ogni caso, ricorderei al Felpo 1 che il suo bravo presidente,
con il contributo naturalmente della maggioranza e dell’opposizione, non è
ancora riuscito a far approvare il bilancio per il 2015 (che andava approvato
entro il 31.12.2014, ovviamente) e, se non lo farà entro pochi giorni, la
Regione Veneto non sarà, tra l’altro, in grado di pagare gli stipendi.
Come se non bastasse, l’allegra brigata che abita i palazzi
del potere regionale, di tutte le provenienze politiche, ha pensato bene di
rivedere radicalmente l’organizzazione della sanità con un emendamento alla
Finanziaria, come illustra questo articolo di Alessandro Zuin dal Corriere
Veneto: http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/politica/2015/26-marzo-2015/usl-mercato-elettorale-2301165583994.shtml.
Buona stampa. Se questo è amministrare bene… Intendiamoci,
non è che la Signora Moretti dia l’idea di saper migliorare le cose, ma
l’attuale maggioranza regionale offre la garanzia di far poco o nulla, come
accaduto nella legislatura che si sta concludendo. E, tra l’altro, anche a dimenticare il caso di Tosi, appare tutt'altro che unita e armoniosa, come, d'altronde, dimostra il rapporto tra il tizio decrepito e il Felpo 1.
Certo, ci sta che Salvini spinga per la rielezione di Zaia,
fa parte del suo ruolo (meno, forse, dei suoi doveri, ma le cose non sempre
coincidono). E, infatti, non è tanto questo che mi spinge ad avere di lui un'opinione che, già cattiva, si deteriora giorno dopo giorno.
Anche Salvini ha ritenuto di esprimere un giudizio sul Presidente
del Consiglio che, francamente, lascia sconcertati. Vado a prendere la notizia
sul sito de La Repubblica: http://video.repubblica.it/dossier/scandalo-lega/salvini-cambierei-renzi-con-putin/195398/194410.
Capisco che, quando si parla in pubblico, la tentazione di
strappare l’applauso si faccia sentire. E, tuttavia, osservo che Il Felpo 1 va oltre il lecito nelle sue affermazioni. Nessun leader dell’opposizione
di una nazione autenticamente democratica si sognerebbe di sostenere simili
opinioni. In parole più chiare: nessun leader dell’opposizione di una nazione
autenticamente democratica distorcerebbe la realtà per far apparire il Capo del
Governo peggiore di un signore che ha il curriculum di Putin. Non lo farebbe
Miliband nei confronti Cameron, non lo farebbe Sarkozy nei confronti di
Hollande. Probabilmente lo farebbe Marine Le Pen, sia nei confronti di Hollande
che nei confronti di Sarkozy (eventualmente tornato all’Eliseo), ma, per
l’appunto, parliamo di Marine Le Pen, il cui partito, tra l’altro, si è fatto
finanziare dalla Russia come un qualsiasi PCI si faceva finanziare dall’Unione
Sovietica.
E via verso il fronte. Dopo molte parole, anche molta
musica. Cominciamo da John Coltrane e da uno dei suoi album più belli, SoulTrane (http://it.wikipedia.org/wiki/Soultrane), dal quale ho scelto Theme for Ernie.
Proseguiamo con un altro grandissimo sassofonista, Sonny Rollins, di cui ascoltiamo Tennessee Waltz. Scelta eccellente: me lo dico da solo.
Per finire lasciamo il jazz e passiamo alla straordinaria chitarra di Eric Clapton (meglio: alle sue straordinarie dita). Ho scelto uno dei suoi album più belli, Slowhand (http://www.ericclapton.com/album/slowhand), e, tra una decina di ottimi pezzi, un formidabile brano strumentale: Peaches and diesel.
Per finire lasciamo il jazz e passiamo alla straordinaria chitarra di Eric Clapton (meglio: alle sue straordinarie dita). Ho scelto uno dei suoi album più belli, Slowhand (http://www.ericclapton.com/album/slowhand), e, tra una decina di ottimi pezzi, un formidabile brano strumentale: Peaches and diesel.
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