Per qualche giorno difficilmente sarò in grado di scrivere, posso
già percepire il sollievo in ognuno di voi tre.
Il post di oggi non intende certo colmare il vuoto (più che
colmabile, peraltro). Però tocca un tema pesante e a me particolarmente caro:
quello dell’assenza, nella vita pubblica, di colpevoli. In Italia, tutti i
provvedimenti che, per una ragione o per un’altra, sono dannosi per il Paese e
per la collettività non hanno mai né padri né madri.
Un caso esemplare è oggi ben descritto dall’economista Carlo
Scarpa sul sito LaVoce.info: http://www.lavoce.info/archives/33576/ringraziare-per-i-soldi-volati-via-alitalia/.
Buona stampa. In effetti, anche Gian Antonio Stella sul
Corriere della Sera si era occupato, tre giorni fa, della vicenda della cassa
integrazione pagata con i quattrini di chi prende un aereo in Italia. Il pezzo
di Scarpa, tuttavia, ha il pregio di mettere nomi e anche cognomi che nell’articolo
di Stella non mi ricordo di aver visto. Se volete, lo potete leggere qui: http://archiviostorico.corriere.it/2015/marzo/07/Alitalia_chi_paga_cassintegrati_lusso_co_0_20150307_70207162-c58b-11e4-873d-8c766330a899.shtml.
Buona stampa. Lo merita comunque.
E’ intollerabile che, nella politica italiana, chi sbaglia non paghi quasi mai. Non importa che l’errore sia piccolo o grande: si sono accaparrati un diritto all’impunità, che, ovviamente, in realtà non esiste, ormai apparentemente impossibile da scalfire. E che l’ennesimo salvataggio di Alitalia, scaricato sulle spalle dei cittadini per ragioni elettorali o clientelari, sia stato un errore clamoroso non mi pare contestabile. Scarpa, per la verità, dimentica uno dei colpevoli. Cita Berlusconi, Passera e la Lega, ma dimentica Fini e l’area del centrodestra che, temporibus illis, a lui faceva riferimento, per la quale i voti dei dipendenti romani di Alitalia costituivano una risorsa irrinunciabile (andate a rileggere le cronache di quei primi mesi del 2008).
Una dimenticanza che non rende meno interessante e
apprezzabile il pezzo di Scarpa. Non basterebbe un articolo del genere al
giorno per ricordare tutti i costi delle promesse elettorali pagati dalla
collettività. In questo, solo in questo, i nostri politici sono i migliori del
mondo, per il resto, che posso dire?, valgono poco o nulla. E promettono,
proclamano, annunciano a più non posso, senza preoccuparsi delle conseguenze.
Non sbagliano: gli va quasi sempre bene, perché anche la nostra stampa è piuttosto scalcagnata.
Alle volte, però, la sorte ci mette lo zampino e a svelare
le promesse mancate arriva niente meno che la Magistratura, come è accaduto a
Padova: http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/politica/2015/10-marzo-2015/assessore-via-accattoni-ma-pm-smaschera-politica-spot-2301088815514.shtml.
Buona stampa. Sarebbe cronaca, ma la conclusione
dell’articolo fa meritare il voto positivo.
La piantassero tutti di fare ogni giorno un creativo e vivace tentativo di guadagnare
gratuitamente spazi politici. L’Assessore padovano Saia per primo, visto che le
sue dita, oggi, sono quelle visibilmente sporche di marmellata.
Che dire? Ogni tanto una gioia. Piccola, ma capace di procurarci
un sorriso. Anzi no, uno sghignazzo.
E adesso via a combattere la nostra battaglia! Ritorniamo alla musica classica, cui devo ancora destinare molto spazio. E vi propongo un pezzo piuttosto conosciuto, tutt'altro che banale, ma Gustav Mahler non è mai banale, semmai geniale! Il 1° Movimento della Sinfonia N° 5, eseguito dai Wiener
Philharmoniker diretti da Leonard Bernstein.
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