Visualizzazione post con etichetta Bernard-Henry Lévy. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Bernard-Henry Lévy. Mostra tutti i post

domenica 27 maggio 2018

Il senso di responsabilità di filosofi e politici


The Financial Times, due giorni fa, ha dedicato un lungo articolo al filosofo francese Bernard-Henry Lèvy: https://www.ft.com/content/c2b825f0-5e67-11e8-ad91-e01af256df68.
Buona stampa. Non si tratta di una classica intervista, ma di un ritratto intercalato dallo scambio di domande e risposte: un ritratto abbastanza originale di un personaggio controverso, il quale ha svolto un ruolo cruciale in alcune scelte della Francia in politica estera, in particolare in Nord Africa, in Libia, ma non solo. 

sabato 20 giugno 2015

Servono soluzioni, non muri


Due giorni fa è stato pubblicato il Rapporto Global Trends 2014 dell’Alto Commissariato dell’ONU per i Rifugiati, in cui vengono presentati i dati relativi al fenomeno della migrazione. Io non ho ancora visto la documentazione, ma, per avere un’idea delle dimensioni del problema, è sufficiente la nota introduttiva in italiano che trovate qui: https://www.unhcr.it/news/rapporto-global-trends-2014-dellunhcr-quasi-60-milioni-le-persone-costrette-a-fuggire-dalle-loro-case-in-tutto-il-mondo.

domenica 15 febbraio 2015

Se l'orizzonte è ieri...


Voi tre già lo sapete che, quando inizio o concludo il post con Gramellini, gli argomenti sono spiacevoli. E oggi, ancora una volta, proprio di argomenti spiacevoli vi parlo. E tenete presente che sto contando da qualche giorno, avrò contato fino a dieci qualche miliardo di volte…
Buona stampa. Il tizio decrepito è… è… come dire? Stantio? Sì, è quantomeno stantio. Vorrei che se ne rendessero conto soprattutto quelli che lo hanno votato e che si decidessero a trovare qualcuno di migliore per guidare il centrodestra.
Proseguiamo, senza rispettare l’ordine cronologico. E l’argomento è lo spettacolo offerto dal Parlamento italiano nella notte tra venerdì e sabato. Se dovessi scrivere quello che penso, faticherei troppo a non usare espressioni pesanti, perciò mi affido a un commento che, quasi con distacco, dice fino a che punto la classe politica italiana sia arrivata per affermarsi come la più mediocre e inetta del mondo civile (a proposito, un Paese che può vantare una simile schifezza può ancora considerarsi civile?). Il commento che vi propongo è quello di Paolo Pombeni su Il Sole 24 Ore di ieri: http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2015-02-14/la-parodia-aventino-e-sindrome-napoleone-094845.shtml?uuid=AB20CnuC&fromSearch.
Buona stampa.
E veniamo agli argomenti più pesanti: Ucraina e Libia. Sto contando da quando ho saputo dell’accordo per la tregua nel conflitto ucraino. E’ normale che trascorra qualche ora prima che un simile accordo produca i suoi effetti. Che trascorrano quasi tre giorni lascia a dir poco perplessi e suggerisce molte domande. Della questione libica mi ero occupato indirettamente parlando di Bernard-Henry Lévy, adesso è esplosa sulle prime pagine dei giornali perché se n’è accorto anche il nostro Ministro degli Esteri. Di Ucraina e Libia, oltre che di Grecia, si occupa Angelo Panebianco nell’editoriale di oggi del Corriere della Sera: http://www.corriere.it/editoriali/15_febbraio_15/ucraina-grecia-libia-mai-stati-cosi-insicuri-9b0dc464-b4e3-11e4-b826-6676214d98fd.shtml#.
Buona stampa. Non sono certo in grado di attenuare il senso di oppressione con cui si giunge alla fine dell’articolo di Panebianco. Al contrario, nel leggerlo ho pensato che l’Europa di oggi, quell’Europa apparentemente pacificata dal disegno comunitario, rischia di tornare a essere all’origine d’instabilità e anche di conflitti. Il disegno comunitario, infatti, si è arenato da tempo e alla genialità e alla determinazione di Adenauer, De Gasperi, Monnet e Schuman si è sostituita l’ottusità dei burocrati e l’insipienza dei politici, quest’ultimi preoccupati solo delle prossime elezioni nazionali e in larga maggioranza nemmeno pallide imitazioni dei giganti che immaginarono l’Europa unita.
Non mi resta che proporvi un brano di Joni Mitchell, che già sapete essere una delle mie cantanti preferite. Il titolo è Amelia: il pezzo, infatti, è dedicato ad Amelia Earhart (http://en.wikipedia.org/wiki/Amelia_Earhart), leggendaria pioniera dell’aviazione, scomparsa durante il tentativo di circumnavigare il globo. Una donna che amava gli orizzonti ampi...


mercoledì 11 febbraio 2015

Un nuovo Don Chisciotte


L’alba si è colorata di rosso non solo nel cielo, ma anche sull’asfalto e sulla terra ucraini. Non imprevedibilmente: il lancio di razzi di ieri ha dato luogo a una ritorsione, seguita, apparentemente, da una contro ritorsione. Forse va bene così: normale spargimento di sangue da far pesare al tavolo del negoziato previsto a Minsk.
Un aggiornamento da Il Sole 24 Ore, firmato da Alberto Negri, esperto di politica internazionale: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2015-02-11/ucraina-strage-continua-45-morti-un-giorno-notte-vertice-minsk-103641.shtml?uuid=ABTidtsC.
Cronaca. Oltre a questo pezzo scritto per l’edizione on line, Negri ha firmato un commento pubblicato sul cartaceo odierno che vi suggerisco di leggere: http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2015-02-11/putin-piu-pericoloso-milosevic-075011.shtml?uuid=ABUZqqsC.
Buona stampa.
Sempre in tema, anche il Corriere della Sera offre un commento che mi pare meriti di essere letto. E’ scritto da Bernard-Henry Lévy, il filosofo francese, s’intitola La minaccia di Putin chiama l’Europa a nuove responsabilità e non è disponibile on line. Lavora, perciò, lo scanner.


Buona stampa. Negli ultimi anni, in molti suoi articoli, Lévy ha sostenuto la necessità che l'Europa appoggiasse tutte le rivolte popolari, soprattutto quelle nei paesi arabi. Quest’orientamento ha probabilmente influenzato la decisione francese di intervenire in Libia, di fatto costringendo altri Paesi occidentali a fare altrettanto, col bel risultato che sappiamo: non un punto a favore del filosofo, anzi. Io, però, riesco a liberarmi dai pregiudizi e l’analisi di Bernard-Henry Lévy sulla situazione ucraina e, soprattutto, su Putin mi trova d’accordo.
Auguriamoci che il Presidente russo sappia cogliere, come suggerisce Obama, l’opportunità che gli viene offerta dall’incontro di Minsk.
Veniamo alle faccende di casa e lo facciamo con la vignetta di Giannelli dal Corriere di oggi, che mi sembra cogliere bene l’essenza del rapporto tra Salvini e Berlusconi. Anche qui abbiamo bisogno dello scanner.


Come detto, con Salvini non sono d’accordo su nulla, salvo in fatto di donne (almeno per quel che riguarda la sua presunta attuale fiamma). E la sua battaglia per l’uscita dell’Italia dall’Euro è una farneticazione sulla quale esistono fior di commenti da parte di persone molto più competenti di me, mi limito a segnalarvi un esauriente pezzo (già segnalato a suo tempo) di Angelo Baglioni da LaVoce.info: http://www.lavoce.info/archives/18592/uscire-euro-no-grazie-europa-crisi/.
Buona stampa.
Il problema di Salvini, purtroppo, è che non si cura molto della relazione tra ciò che propone e ciò che si può effettivamente fare. Ieri sera mi è capitato di ascoltare un breve pezzo della trasmissione de La7 Di martedì proprio mentre parlava il Segretario della Lega. A parte il fatto che, ancor più di certi lacchè del tizio decrepito, Salvini non lascia mai parlare chi la pensa diversamente da lui, riesce anche a enunciare proposte del tutto irrealistiche, buttate là giusto per conquistare l’approvazione di qualche sprovveduto incapace di comprendere con quale materia sono assemblate.
Tra le altre, ieri, per esempio, ha sostenuto che le truppe della Nato, anziché andare a fare la guerra alla Russia come, secondo lui, starebbero facendo, dovrebbero andare a combattere l’Isis e tutti gli altri movimenti islamici attivi tra l’Africa e l’Asia. Ecco il video da YouTube:


Quanto vi sia di ragionevolezza e di fattibilità in questa idea, mi sembra non sia neppure il caso di dire.