Nel post di ieri, alla fine del primo paragrafo,
nell’augurarmi che la stampa lasciasse in pace i vivi pensavo, soprattutto, ai
genitori di Andreas Lubitz. Non riuscivo e non riesco neppure adesso a intuire
la profondità del dolore che può portare la perdita di un figlio nel modo in
cui loro hanno perduto il proprio.
Il tema, com’è naturale, non interessa soltanto il
sottoscritto. Ne ha scritto, molto meglio di me, Marcello Veneziani in una lettera pubblicata
dal Corriere della Sera questa mattina. Non è disponibile on line, quindi
l’acquisisco con lo scanner. Lo ammetto prima che lo diciate voi: non ho fatto
un lavoro eccellente, ma era il meglio che potevo. Dovrete passare dal primo
documento al secondo e tornare al primo. L’importante è che leggiate.
Buona stampa. Acume, misura, garbo, sensibilità. Difficile trovarli
di questi tempi.