La riforma del mercato del lavoro procede, sia pure a
strappi, in maniera assai poco lineare, con il rischio che, alla fine, non ci
sia quell’impatto fortemente innovativo di cui il Paese ha bisogno. Quello che
tutti si ostinano a chiamare, chissà mai perché?, Job Acts è motivo di scontri
strumentali tra i diversi raggruppamenti politici e all’interno degli stessi. E
come tutti i confronti nei quali il contenuto viene usato in maniera
opportunistica, il rischio è che questo venga sacrificato sull’altare di qualche
risibile risultato politico. Non ci allontaniamo gran che dal modo di fare del
passato e non si gettano solide fondamenta per la costruzione di un Paese
moderno, amministrato da una classe dirigente degna di questo nome.
Il commento sulla situazione politica lo lascio a Stefano
Folli, del quale vi suggerisco l’editoriale sul Sole 24 Ore di oggi: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-09-30/premier-piu-cauto-ma-sinistra-naufraga-063616.shtml?uuid=ABfARUyB.
Buona stampa.
I problemi, come dicevo, sono ancora quasi tutti lì,
piantati come macigni nella vita quotidiana dell’Italia, in cui si fa (forse)
un passo avanti, ma si torna indietro di uno e mezzo se non di due…
Prendiamo l’elezione (mancata) da parte del Parlamento di
due membri della Corte Costituzionale. Da svariati giorni si vota senza
risultato. Una candidatura è stata bruciata, quella di Catricalà, restano in
ballo Violante e Bruno, ma non si vedono schiarite all’orizzonte, perché i franchi
tiratori di qua e di là sfruttano questa circostanza per manifestare dissenso
verso i vertici del proprio partito.
Ecco, allora, che il Corriere della Sera affida a Sergio
Rizzo, una delle sue firme migliori, quello che io ho battezzato il Mastino con
la faccia truce, il compito di intervistare il Presidente della Corte
Costituzionale Giuseppe Tesauro: http://www.corriere.it/politica/14_settembre_30/sui-giudici-corte-costituzionale-parlamento-da-cattivo-spettacolo-4f3b9fc6-4863-11e4-a045-76c292c97dcc.shtml#.
Buona stampa. Anche se, credo per la prima volta, fatico a
valutare in maniera pienamente positiva il lavoro di Rizzo: mi sembra che non
abbia marcato abbastanza stretto Tesauro, lasciando correre qualche
considerazione sulla quale ci stava non solo la seconda, ma anche la terza e la
quarta domanda.
Estraggo un piccolo passaggio.
La sentenza con cui avete decretato l’incostituzionalità dei tagli agli
stipendi dei magistrati ha certo contribuito.
«Lo so. Ma lì c’era in
ballo il principio dell’eguaglianza tributaria. Se volevano aumentare il
prelievo sulle retribuzioni più elevate dovevano farlo per tutti e non solo per
i giudici».
Ma perché mai il taglio della paga potrebbe compromettere
l’indipendenza dei magistrati, com’è stato argomentato?
«La costituzione americana
prescrive l’intangibilità delle retribuzioni dei giudici della Corte suprema
durante il loro incarico. Un organo che fa da contrappeso al governo va
tutelato proprio rispetto al potere politico. Anche se comprendo che da noi
questo dogma possa venire guardato male. Ci sono magistrati che fanno
dell’indipendenza la sorella dell’irresponsabilità, vero. Resta il fatto che
l’indipendenza è fondamentale».
Io, per esempio, avrei chiesto al Presidente Tesauro di
confrontare i costi della Corte Costituzionale italiana con quelli di analoghi
organi di paesi avanzati. Un argomento che, temo, sia stato escluso
preventivamente dalla conversazione. Per chi fosse curioso, un rimando al
lavoro di Roberto Perotti per il sito LaVoce.info: http://www.lavoce.info/la-corte-costituzionale-costi-sprechi-scandalo/.
Buona stampa.
Restando al lavoro di Rizzo e sempre in merito alla
questione delle retribuzioni, mi sarei anche avventurato a suggerire che, vista
la situazione dell’economia nazionale e l’evidente necessità di ridurre una
spesa pubblica esplosa oltre ogni ragionevolezza e ogni decenza, forse si
poteva trovare una soluzione che salvava l’indipendenza (e, ammesso che esista,
il senso di moderazione) della Magistratura. Una sforbiciata alle retribuzioni
indecorose della categoria la potevano proporre, insieme, i massimi organi che,
teoricamente, dovrebbero ospitare le migliori menti giuridiche italiane,
inclusa la crema dell’ordine giudiziario, ossia Corte Costituzionale, Consiglio
di Stato, Corte dei Conti e Consiglio Superiore della Magistratura. Guarda
caso, fino ad oggi, non è successo. Che dite, accadrà in futuro?
Il fatto è che, con buona pace di Tesauro, la Corte
Costituzionale non è delegittimata dalla mancata nomina dei due membri da parte
del Parlamento. E’ delegittimata dall’essere uno dei tanti organi statali che
brucia una quantità vergognosa di denaro pubblico e dal non volersi accorgere che il privilegio ha preso il posto della giustizia sulla sua bandiera.
Con gente come Tesauro e simili, la spesa pubblica
continuerà a crescere. E, a questo punto, non è ragionevole neppure aspettarsi
un intervento moralizzatore da parte del Presidente della Repubblica.
Buona notte e buona fortuna.