Stendiamo un pietoso velo sulle vicende italiane,
caratterizzate dal muscolare confronto tra il tizio decrepito e la folta
servitù biliosa da una parte e i molluschi del Pd (copyright Gramellini)
dall’altra. E non dimentichiamo la corona di capelli più ordinata delle (poche
e balzane) idee sottostanti: lo psiconano+barba-Mediaset, non sapendo più come
attirare l’attenzione sulla sua dannosa presenza nella politica nazionale, ha
deciso di prendersela con i prosciutti e il parmigiano, usati stupidamente come
arma contro l’inceneritore di Parma. Un contributo senz’altro prezioso al futuro
di questo povero paese agonizzante, attorno al quale non si vede traccia di autentici e ragionevoli seguaci di Ippocrate, mentre si sprecano decerebrati Dottor Morte, gente che si
preoccupa solo dei propri interessi, ben lontana dall'idea di prendersi cura seriamente di quelli degli
italiani, in particolare dei più giovani.
Veniamo alla questione siriana, che sta mettendo in luce
contraddizioni profonde tra le nazioni occidentali e anche nelle singole
nazioni, come dimostra il caso del voto del Parlamento inglese.
E’ una questione sulla quale è molto difficile avere una
posizione ferma, senza incertezze, è facile, invece, provare molti dubbi; il
passare dei giorni, lungi dal fare chiarezza, accentua le perplessità. Questo,
almeno, è quel che penso io, per il poco che conta.
Gli articoli in materia si sprecano, sia nei quotidiani
italiani sia in quelli stranieri. E anche questo non aiuta a formarsi
un’opinione decisa, perché si leggono argomentazioni convincenti sia da parte
dei sostenitori dell’intervento occidentale per punire il regime di Assad sia da
parte di chi questo intervento giudica inopportuno.
Oggi ho letto due pezzi che ben rappresentano questo
complicato stato di cose. Si tratta dell’editoriale di Angelo Panebianco sul Corriere
della Sera (http://www.corriere.it/editoriali/13_agosto_31/fraglta-potenze_b64a9ffe-11f6-11e3-a57a-42cc40af828f.shtml)
e quello, non firmato, del Financial Times di ieri (http://www.ft.com/intl/cms/s/0/896db8b2-1166-11e3-a14c-00144feabdc0.html?siteedition=intl#axzz2dNRd7izT).
Buona stampa, per entrambi.
Non ho davvero certezze, anche se ammetto di propendere per
le tesi espresse da Panebianco. Abbiamo davanti agli occhi la realtà di paesi
nei quali, lungi dall’esportare la democrazia e la stabilità, abbiamo risvegliato
odi tribali e religiosi profondi, abbiamo generato situazioni di caos e di
precarietà all’origine di nuove ondate di profughi disperati, abbiamo creato il
brodo di cultura di movimenti terroristici favoriti dalla spregiudicata azione
di paesi interessati a mantenere o accrescere il proprio ruolo di potenza regionale,
senza preoccuparsi delle conseguenze per le popolazioni.
Basta leggere questo articolo di Claudio Gallo, pubblicato
da La Stampa qualche giorno fa, che descrive l’agire del capo dei servizi di
sicurezza sauditi: http://www.lastampa.it/2013/08/27/esteri/bandar-il-principe-saudita-che-tesse-la-tela-antiassad-rj3gNacKRuxyzCJUG9LEcP/pagina.html.
Buona stampa. Con gente simile all’opera, temo che punire Assad,
alla fine, si dimostrerà una scelta controproducente.
Mi sembra necessario chiudere con un raggio di luce che rischiari
il buio attorno a noi. E non è difficile ricorrere all’odierno Buongiorno di
Gramellini: http://www.lastampa.it/2013/08/31/cultura/opinioni/buongiorno/ritorno-a-casa-SE1UdWEZhDovaOd85gFJsL/pagina.html.
Buona stampa. E, già che ci sono, do spazio alla canzone
degli U2 citata nel pezzo. Anche se non è il mio genere, mi pare giusto
chiudere con The Unforgettable Fire.