Ieri il Corriere della Sera ospitava un articolo di Vittorio
“Joliet” Jake Blues Grilli.
Mi spiego, anche se voi tre avete già capito
tutto.
Cominciamo da “Joliet”
Jake Blues: qualcuno ricorderà un vecchio post in cui avevo inserito il
collegamento a un fantastico estratto del film The Blues Brothers (questa è una versione migliore).
Repetita juvant,
specialmente se divertenti come in questo caso.
“Joliet” Jake Blues
è, dunque, il nome del personaggio interpretato da John Belushi nel film americano del
1980. Potrebbe, tuttavia, essere il soprannome d’innumerevoli “importanti” italiani vissuti a cavallo tra il XX° e il XXI° secolo.
Uno di questi è Vittorio “Joliet”
Jake Blues Grilli, che ha deciso di riemergere nel cuore dell’estate, scrivendo
l’articolo cui ho accennato sopra. Guarda caso, non si riesce a trovarlo on
line…
Io, però, sono piuttosto tignoso. In particolare con coloro
i quali hanno cancellato, anzi, meglio, hanno strappato le pagine del vocabolario in
cui sono spiegati lemmi come “responsabilità”, “autocritica”, ecc.
Ho fatto lavorare lo scanner, così da darvi modo di leggere:
Mala stampa.
Vittorio “Joliet” Jake
Blues Grilli non è esattamente uno che, come me e come voi, negli ultimi
vent’anni è rimasto estraneo alla gestione dei conti pubblici, ossia entrate e uscite.
Lo sapete meglio di me, ma a ogni buon conto, potete rinfrescarvi la memoria
qui: http://it.wikipedia.org/wiki/Vittorio_Grilli.
E, per altri aspetti, anche qui: http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2013/04/29/il-triste-tramonto-dei-grand-commis-come.html?ref=search.
Buona stampa.
E già, Vittorio “Joliet”
Jake Blues Grilli non solo non è stato estraneo alla gestione dei conti
pubblici (e quindi sulla spesa pubblica poteva incidere, eccome), ma, a quanto
pare, ha subito anche il fascino
del potere e della sua esibizione.
Io stesso, lo ammetto prima che mi venga giustamente
ricordato, avevo difeso il suo ruolo (quando Berlusconi e Tremonti
tergiversavano riguardo alla nomina del Governatore di Banca d’Italia al posto
di Mario Draghi) e avevo indicato la necessità di mantenerlo alla Direzione
Generale del Tesoro, ma riconosco di aver sbagliato.
Fatta ammenda, credo che Vittorio Grilli farebbe bene a
starsene abbastanza zitto. Soprattutto perché, oltre a indicare l'origine della resistenza ai tagli alla spesa, non dice molto altro, salvo invocare un livello di integrazione europea che appare piuttosto irrealistico... Interrompe le vacanze per parlarci del libro dei sogni... Di ben altro abbiamo bisogno.
Nessun commento:
Posta un commento