Tornerò, in parte, al tema di ieri, che mi sembra meritare
qualche ulteriore considerazione, prendendo avvio da quel che sta accadendo
nel Pd e dal comportamento sempre più torbido di Bersani.
La mia sensazione è che, sebbene meno di quella del Pdl,
anche la febbre del Pd sia parecchio alta e che il rischio di una
frammentazione, molto elevato nel partito di Berlusconi, sia inferiore in
quello di Bersani, ma comunque consistente. Ne trovate conferma nell’articolo
odierno di Massimo Franco sul Corriere della Sera, sia pure nascosta dalla fumosità del politichese che, guarda caso, sta tornando
a farsi spazio dopo essere stato scacciato per un po’ dalla sua Nota: http://www.corriere.it/politica/nota.shtml.
Stampa così e così. Proprio perché mi sembra un passo
indietro rispetto ai miglioramenti che avevo evidenziato nei mesi scorsi.
L’idea, così cara a Bersani, che Monti non sarebbe
necessario nella prossima legislatura perché la fase emergenziale è finita a me
pare una stupidaggine mica da poco. L’emergenza è tutt’altro che finita,
soprattutto per quel che riguarda la moralità del sistema politico a tutti i
livelli. A mio modesto avviso, prima che i partiti possano pretendere di avere
nuovamente affidati i destini del Paese devono passare attraverso un drastico
processo di rinnovamento, possibilmente realizzato in base a leggi stringenti e
di effetto immediato.
La degenerazione (di cui Fiorito è soltanto l’ultima, oscena
e insieme grottesca, espressione) non è certamente stata fermata, non interessa
soltanto il Pdl e richiede terapie ben più aggressive dei pannicelli caldi
costituiti da risibili diminuzioni delle retribuzioni dei consiglieri
regionali. La malattia non è un leggero raffreddore, ma una broncopolmonite di
eccezionale virulenza, che ha indebolito oltre misura il sistema immunitario.
E torniamo a quello che ricordavo ieri. La dimensione enorme
del problema (e la necessità di interventi drastici) si dimostra con il
raffronto tra le somme ricevute da Bossi e La Malfa per il caso EniMont e
quelle di cui Fiorito e Lusi si sono impadroniti.
E non basta. Anche se Bossi, La Malfa e altri hanno
continuato la loro carriera politica, Altissimo e molti altri hanno deciso
spontaneamente di scomparire o, comunque, sono stati indotti a farlo. Ciò per
dire che la classe politica della cosiddetta Prima Repubblica aveva anticorpi
che, purtroppo, sembrano mancare totalmente in quella della cosiddetta Seconda
Repubblica. Non solo il sistema ha consentito che personaggi come Fiorito,
Lusi, Belsito e tanti altri potessero ottenere posizioni di grande rilievo, ma
anche ha fatto sì che queste persone, oltre a essere dominate da un’avidità
smisurata, apparentemente non provino imbarazzo per quanto fatto, anzi, lo considerino
in qualche modo normale. Fiorito, addirittura, ancora pochi giorni fa sosteneva
di volersi ricandidare alle prossime elezioni regionali del Lazio (e,
purtroppo, nulla esclude che lo faccia).
Potrò sbagliare, ma credo ci sia stato un drammatico deterioramento
del patrimonio etico del Paese. Tangentopoli, anziché favorire lo sviluppo di
una maggiore attenzione e di un maggiore rispetto per l’interesse collettivo,
ha finito per favorire la diffusione di un’ingordigia senza precedenti e di un
senso d’impunità che sbigottisce e spaventa.
Lo stesso senso d’impunità che, purtroppo, ormai dilaga a
ogni livello, come dimostra la quantità d’infrazioni al codice della strada (da
parte di automobilisti, autisti di taxi e autobus, ciclisti e pedoni) che si possono
riscontrare semplicemente passeggiando per i centri delle nostre città.
L’emergenza è tutt’altro che finita, Onorevole Bersani. In
realtà, l’emergenza è la classe politica di cui lei fa parte. I pessimi conti
dello Stato (che Monti sta cercando di sistemare), purtroppo per lei, Onorevole
Bersani, sono il sintomo, non la malattia.
Se poi torna Tremonti possiamo stare tranquilli.
RispondiEliminaIl commento più cattivo, che coglie in due righe tutte le cattiverie che si dicono su Tremonti, è questo:
MA FACCE RIDE!
Colpo di Cazzullo: "Tremonti: il mio partito avversario dei notabili" (Corriere p. 1!). Voleva dire "dei notai". Lui fa il commercialista. Inquietante il suo appello ai giovani. Ne vuole tanti, dice.