Prendiamo avvio dall’articolo di fondo del Corriere di oggi.
E’ firmato da Pierluigi Battista, sul quale fatico a cambiare giudizio da
quando si prestò a sostituire Enzo Biagi in Rai dopo il cosiddetto “editto
bulgaro”, proprio per questo mi sembra significativo il tono ultimativo
con cui si rivolge ai partiti: http://www.corriere.it/editoriali/12_ottobre_31/senso-perduto-emergenza-battista_3bed7f24-2322-11e2-b95f-a326fc4f655c.shtml.
Buona stampa. Non che sia difficile oggi scrivere un pezzo
così, tuttavia premio anche la sua tardiva presa di coscienza. In questi giorni
bisogna apprezzare qualsiasi tentativo di far arrivare un messaggio là dove la
nostra voce continua a essere non solo ignorata, ma addirittura umiliata.
Non che mi faccia illusioni sulla capacità dei partiti di
ascoltare questa sorta di ultimatum che il principale quotidiano italiano ha
ritenuto di porre. In realtà ormai da settimane la stampa che mantiene un po’
di autorevolezza (non molta per la verità) ripete questo tipo d’inviti
pressanti alla classe politica; i risultati, però, non si vedono. Anzi, sembra
di cogliere un certo compiacimento nel non dare il minimo di segno di
comprendere a quale livello sia giunto il distacco tra i cittadini e coloro i
quali dovrebbero preoccuparsi della nazione.
Mi pare esserci qualcosa di folle negli atteggiamenti dei
politici, a tutti i livelli. Si perdono nelle loro meschine beghe di potere
come iene che si disputano i pochi rimasugli di ossa e tendini lasciati da un
leone sulla carcassa di un’antilope. Imperterriti anche di fronte a parole di
una durezza estrema come quelle di Mario Monti, si propongono di porre fine
alla sua esperienza ignorando che, se mai dovessero realmente prenderne il
posto, si troverebbero di fronte una situazione nella quale rivelerebbero la
loro inadeguatezza e la loro insipienza.
Ovunque si guardi, grazie alle indagini della magistratura o
alle inchieste dei pochi giornalisti degni di questo nome, si scoprono abissi
di malcostume se non di vere e proprie malversazioni. E uomini ormai
impresentabili (sempre che siano mai stati presentabili) continuano a mantenere
un ruolo centrale nei propri agonizzanti partiti.
Se non fosse per le drammatiche conseguenze che ciò avrebbe
per il futuro nostro e delle generazioni future, verrebbe quasi voglia di
restarsene seduti a guardare questi patetici impostori assumere la
guida del Paese.
In quanti minuti Bersani o Berlusconi, Di Pietro o Grillo,
Vendola o Casini, Fini o Maroni ci porterebbero alla completa rovina? Quale
inspiegabile e smisurata convinzione delle proprie capacità (del tutto
inesistenti) alberga in quelle menti ottenebrate, così pervicacemente avvinte a
disegni del tutto avulsi dalla realtà e a schemi obsoleti e privi di qualsiasi
logica costruttiva?
Difficile, come hanno fatto altri prima di me, non accostare la loro immagine a quella dei
dittatori giunti all’irrimediabile sconfitta, ma ancora persi nei loro sogni di
gloria e di potere. Un accostamento che, scusate il paradosso, potrebbe offendere persino quegli uomini ormai condannati dalla Storia.
Nessun commento:
Posta un commento