venerdì 19 ottobre 2012

Disciplina e onore


Qualche giorno fa avevo scritto che Fini non aveva mai chiarito adeguatamente la vicenda della casa di Montecarlo. A quanto pare ho avuto buon fiuto a ritornare sull’argomento giusto poco prima che anche L’Espresso riprendesse questa storia, in cui restano anche troppe zone d’ombra.
In effetti, l’articolo de L’Espresso non mi sembra modificare la situazione in maniera così significativa. Mi piace molto di più, sotto il profilo della ricchezza d’informazioni, un articolo di Claudio Gatti sul Sole 24 Ore di oggi. Gatti è un “segugio” vero, tignoso e informato, che mette insieme i pezzi di un mosaico assai più complesso e interessante della questione della casa, sulla quale, comunque, il Presidente della Camera si è mosso come tutti gli altri politici italiani invischiati in storie, come dirlo garbatamente?, poco edificanti. Negare anche l’evidenza, lamentarsi della “macchina del fango” o del “tritacarne mediatico”, indicare le colpe degli altri. La solita manfrina che, con l’aiuto di una stampa sostanzialmente connivente (perché si occupa di una storia per il tempo più breve possibile e fa il possibile perché i politici la facciano franca aiutandoli a far dimenticare anche le peggiori malefatte), consente di conservare il posto anche dopo la prova di comportamenti che, in qualsiasi nazione civile, costringerebbero non solo alle dimissioni, ma all’emigrazione o al ritiro a vita privata.
Provate a parlare di tritacarne mediatico nel Regno Unito o in Germania. Nessuno si azzarda a farlo e la stampa svolge il proprio dovere di controllore sino in fondo.
Da noi no, da noi si resta lì impavidi e, quel che è peggio, sicuri di poterlo fare.
Bene, Gatti qualche punto fermo lo mette e, aspetto molto interessante, rivela come la storia della casa di Montecarlo sia un passaggio di una vicenda assai più ampia e complessa. Ecco il link: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-10-19/quellintreccio-casa-videopoker-063545.shtml?uuid=AbK20cuG.
Buona stampa.
Sbaglierò, ma un modo per venire fuori da questa situazione non può prescindere dalla definizione di norme che rendano pienamente (e, perché no?, automaticamente) esecutivo il dettato dell’art. 54 della Costituzione.

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