venerdì 22 giugno 2012

Abbiamo già dato


Oggi apriamo con un editoriale del Direttore de La Stampa, Mario Calabresi (http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=10253).
Buona stampa.
Alcune parti, inevitabilmente, hanno già perso di freschezza, visto che il vertice a quattro di Roma si è concluso da pochi minuti. Ci sono, tuttavia, alcuni passaggi la cui attualità non è affatto intaccata e che toccano, a mio modesto avviso, quel nodo cruciale irrisolto che sono le qualità e il modo di agire della nostra classe politica. Sono due passaggi che riporto integralmente e che ci porteranno al successivo argomento.
“Il Professore è convinto che le possibilità per farcela esistano e rivendica per l’Italia il rispetto degli impegni e la capacità di fare da ponte tra Francia e Germania.
Sono passati pochi mesi da quel vertice autunnale di Cannes in cui Silvio Berlusconi si trovò nell’angolo e il nostro Paese sotto accusa, ma oggi sembra passato un secolo tanto che è stato Monti ad invitare a Roma Merkel e Hollande per rafforzare il percorso verso il summit di Bruxelles. E il nostro ruolo non è più quello dell’«appestato» quanto quello di un Paese «ascoltato» che può aiutare a trovare una mediazione tra le ricette differenti di Francia e Germania.
“Ma è anche la nostra classe politica a preoccuparlo, tanto che Monti denuncia il rischio della disaffezione nella sua maggioranza: «Un rischio che vedo persino nel nostro Parlamento, che tradizionalmente è sempre stato europeista e non lo è più».”
E siamo di nuovo qui, alla classe politica italiana, la quale continua a scherzare con il fuoco, incurante dei rischi cui espone coloro i quali, a parole, contano tanto, nei fatti vengono sempre del tutto trascurati: i cittadini.
Mi evito la fatica di farlo io e lascio che sia Angelo Panebianco, con l’articolo di fondo del Corriere di ieri, a spiegare quali sono i pericoli cui andremmo incontro se prevalesse la corrente di pensiero che si oppone all’euro e all’Europa:
Buona stampa.
Savona e Martino, effettivamente, sono persone serie e la loro opinione favorevole al ritorno a una moneta nazionale, anche se non la condivido affatto, penso nasca da riflessioni attente e non abbia secondi fini.
Diverso è il caso di Berlusconi, il quale ha già più volte sostenuto di pensare a un’uscita dell’Italia dall’Eurozona (che, ho già spiegato, si può realizzare soltanto uscendo dall’Unione Europea). O di Grillo, il quale, oltre a sommare le mele con le pere, cerca di accarezzare il medesimo pelo che accarezzano Berlusconi e Bossi.
L’euro non è “Il problema”. Lo spiega con chiarezza un articolo di Adriana Cerretelli sul 24 Ore odierno (http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2012-06-22/salvare-euro-costa-meno-103031.shtml?uuid=AblzbNwF).
Buona stampa.
“Il problema” è che da oltre quattro anni i governanti europei non hanno saputo o voluto fare nulla di ciò che avrebbe evitato il progressivo aggravamento della crisi finanziaria.
In ambito italiano, “Il problema” sono Berlusconi, Bossi e Grillo e tanti altri. Persone che non hanno a cuore effettivamente il futuro dell’Italia e dell’Europa. No, costoro si preoccupano soltanto delle schede elettorali sulle quali saranno, spero da pochissimi, fatte croci sopra i loro nomi o i loro simboli. E ardono dal desiderio di riportarci quanto prima ai seggi. Esattamente quello di cui non abbiamo bisogno ora.
Certo, il Governo Monti li aiuta con scelte scarsamente convincenti e gravi incertezze nel perseguire gli obiettivi essenziali per il paese, ma forse sarebbe il caso che molti, anziché fantasticare sul perpetuarsi del loro ruolo in politica, decidessero finalmente di prendersi cura dei nipotini. O di marcare strettamente i figli affinché producano nipotini cui loro possano dedicarsi. Abbiamo gettato via anni e anni in conseguenza delle patetiche chiacchiere di quei signori che si ripropongono ancora oggi nel presunto ruolo di storici leader. Abbiamo già dato. Anche troppo.

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