Non ho guardato le prime due serate del Festival di Sanremo
e non ho nessuna intenzione di guardare quelle che restano. Su Celentano mi fido del
giudizio di Aldo Grasso sul Corriere di ieri (http://www.corriere.it/spettacoli/speciali/2012/celentano-predicatore-decadente-grasso_96ccf2b2-5799-11e1-8cd8-b2fbc2e45f9f.shtml),
di Curzio Maltese, sempre ieri, su Repubblica (http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2012/02/15/il-predicozzo-del-molleggiato.html),
di Massimiliano Panarari sulla Stampa di oggi (http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=9780)
e, infine, di Sergio Rame sul Giornale di ieri (http://www.ilgiornale.it/sanremo_2012/rai_adesso_lei_commissaria_sanremo/lorenza_lei-rai-adriano_celentano-sanremo-commissariamento/15-02-2012/articolo-id=572298-page=0-comments=1).
Buona stampa.
Passando dalla cronaca e dal commento alla valutazione più
profonda della questione, mi piace il pezzo di Ernesto Galli della Loggia sul
Corriere di oggi (http://www.corriere.it/opinioni/12_febbraio_16/galli-della-loggia-ora-restituitec-rai_7268bc12-587f-11e1-9269-1668ca0418d4.shtml).
Buona stampa.
E adesso dico cosa ne penso io della Rai e del canone.
Io credo che non si possa concentrare l'attenzione soltanto sul modo in
cui è organizzata e gestita l’azienda pubblica radiotelevisiva. Si deve affrontare soprattutto la struttura del
sistema dell'informazione nel suo complesso, possibilmente in maniera da introdurvi
un’adeguata dose di concorrenza, così come accade negli altri paesi europei,
nessuno dei quali presenta un livello di concentrazione simile al nostro.
Dubito abbiate bisogno di me per sapere che la struttura del
mercato televisivo, e dell’informazione in generale, italiano risente (solo un
po’) della prolungata presenza di Silvio Berlusconi in politica. E che un
grande contributo a questa situazione è venuta dai governi di centrosinistra
che hanno sacrificato, sull’altare della lottizzazione e dell’uso strumentale
della Rai, la possibilità di avviare un processo di cambiamento che, per
l’appunto, ponesse fine al duopolio collusivo dal quale, mi pare, è derivato anche il
deterioramento qualitativo della televisione pubblica.
L’esortazione conclusiva di Galli della Loggia al Presidente
del Consiglio è certamente condivisibile, ma non basterà mettere mano
all’organizzazione della Rai. Serve di più. Serve un’azione più incisiva, che
apra maggiormente il sistema, anche per quel che riguarda la tv satellitare,
che è di fatto un monopolio.
Ovviamente, lo capite benissimo anche senza di me, è più
facile dirlo che farlo. Speriamo che il Governo abbia coraggio. Ne serve molto
per mettere mano a un significativo processo di cambiamento, più di quanto ne
ha mostrato sinora.
Parlando di canone, finché esiste, va pagato. Però sarebbe indispensabile l'immediata modifica delle normative in materia, perché un tributo difficile da
digerire diventa intollerabile quando viene applicato con procedure vessatorie.
Mi spiego.
Nel 2007 ho cambiato residenza. Nei due anni successivi
ho ricevuto il bollettino Rai al vecchio indirizzo da dove m’inoltravano la
posta, quindi ho pagato. Nel 2010 non l’ho ricevuto e non ho pagato, anche
perché, in assenza del bollettino, me ne sono scordato. Nel 2011 mi è arrivata
una cartella esattoriale da Equitalia che pretendeva il pagamento del canone,
interessi, penali, ecc. ecc. Ho pagato e mi sono informato: la legge stabilisce
che quando si cambia residenza, il cittadino deve informare la Rai con
raccomandata. Ora io credo che questa sia una cosa vergognosa, una di quelle
assurde angherie che, temo, sono una specialità della nostra burocrazia.
E lo dimostra il fatto che, nemmeno tre mesi dopo il mio
cambio di residenza, persino il Ministero dei Trasporti aveva registrato la
cosa, inviandomi automaticamente le etichette da applicare sul libretto di
circolazione dell’auto e sulla patente. Più meno negli stessi tempi, la ASL nel
cui territorio risiedo attualmente mi ha inviato una lettera pregandomi di
presentarmi per ottenere il rilascio della nuova tessera sanitaria e per gli
adempimenti relativi alla scelta del medico di base. Il tutto si è svolto senza
particolari perdite di tempo e con la piacevole sensazione di parlare con
persone convinte di essere loro al mio servizio e non viceversa.
Non mi sogno minimamente di spedire una raccomandata per
informare i signori della Rai della mia nuova residenza. Ho già pagato il
canone per quest’anno, ma non intendo fare un lavoro che la pubblica
amministrazione ha fatto direttamente in due campi di gran lunga più
importanti: ho una bella ricevuta stampata da un terminale SISAL con indicato
il mio vecchio indirizzo. E quando mi arriverà la cartella di Equitalia per il 2011 (che non
ho pagato), garantito che, una volta saldato, andrò da un avvocato, probabilmente molto cattivo, e
che farò un polverone.
Se lo scordano che, oltre a costringermi a pagare Celentano
e le sue farneticazioni, mi accolli anche un lavoro che dovrebbero fare loro
con le amministrazioni comunali.
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