Mi piacerebbe proprio parlare della neve e della bora, ma,
purtroppo, abbiamo un problema. Non spaventatevi, però: niente di nuovo, sono
sempre loro, partiti e uomini politici.
Alle promesse di misure definitive sui costi del Parlamento
entro il 31 gennaio ci dedicheremo in altro momento; per oggi vorrei parlare di
rispetto della volontà popolare e di drenaggio di pubbliche risorse che, tanto
per non beccarmi una denuncia, definirò non ottimale. Se avessi più coraggio,
secondo voi, cosa avrei scritto? Né drenaggio e neppure ottimale, ve lo
garantisco.
Andiamo avanti: soldi pubblici ai partiti per cominciare e
poi storie di uomini politici.
Sulla Stampa, Paolo Baroni ripercorre la produzione di leggi
che, violando quanto indicato dagli elettori con il voto nel referendum del
1993, hanno consentito ai partiti di attingere alle casse dello Stato per la
bellezza di 2,25 miliardi di euro in quattordici anni (http://www3.lastampa.it/politica/sezioni/articolo/lstp/440909/).
Come detto: nulla che non sapessimo già, ma meglio rinfrescarci le idee e tener
viva la tensione morale. E rammentare che il rubinetto lo aprono
indifferentemente tutti gli schieramenti e che il flusso scorre in ogni
direzione, compreso là dove, a parole, si critica il sistema.
Buona stampa.
E veniamo alle due deliziose vicende che coinvolgono Lusi e
Conti. Prima cosa, le due storie sono decisamente diverse: da un lato abbiamo
un caso di appropriazione indebita, quindi ci troviamo di fronte a un reato
penalmente perseguibile, del quale il colpevole si è anche già dichiarato tale,
dall’altro abbiamo la doppia compravendita di un immobile che ha generato un
profitto (come dire?) piuttosto consistente, quindi un’operazione
apparentemente regolare, ma lievemente anomala. Almeno a mio modo di vedere…
Intendiamoci, a questo mondo esistono anche i cretini (io ne sono la prova),
tuttavia bisogna essere molto bravi e anche molto fortunati a trovare un
cretino che, pochi minuti o poche ore dopo che un tizio ha comperato un
immobile, si presenta e lo compera a un prezzo incredibilmente superiore (di
oltre il 60%).
Tra l’altro, che il cretino in questione sia un ente
previdenziale, onestamente mi sembra piuttosto sconcertante.
Una buona ricostruzione della vicenda del Senatore Conti,
che, ricordiamolo, è venuta alla luce grazie al TG di Mentana, la troviamo su
Repubblica (http://www.repubblica.it/politica/2012/02/01/news/caso_conti-29154937/).
Buona stampa.
Per le cronache relative a quella di Lusi, potete divertirvi
a cercare da soli e non perderete troppo tempo. Io mi limito a fare solo due
osservazioni.
La prima: se un partito non è neppure in grado di scegliere
un tesoriere onesto, è legittimo ritenere che non sappia individuare persone
all’altezza del compito di deputato, senatore, consigliere regionale, sindaco,
ecc. ecc. Ho ragione?
Per la seconda è necessario rifarci a un pezzo del Corriere
di ieri, a firma di Monica Guerzoni, che cita diversi commenti di politici e
chiude così: Massimo D’Alema sceglie l’ironia,
un registro che fotografa l'eterna rivalità tra fondatori. «Quello ha una casa
in Canada - sorride l'ex premier rivolto al tesoriere della Quercia, Ugo
Sposetti - Ora se tu non ci dici che hai almeno una casa in Siberia, non si fa
un'unificazione alla pari».
Che Massimo D’Alema, un eminente (sic) uomo politico
italiano, non trovi di meglio che usare la macchina fotografica dell’ironia
anziché pensare all’urgente necessità di far pulizia, francamente, mi sembra
promettere ben poco di buono.
D’altro canto, quest’ultima considerazione dimostra proprio che sono
cretino: come aspettarsi qualcosa di buono da un signore che troviamo citato
nell’articolo di Baroni e che ha una Fondazione della quale abbiamo già
parlato. Solo un cretino, infatti, può pensare che la polvere faccia il lavoro
della scopa.
Per una riflessione più completa e più “accademica” sulle
implicazioni dei casi di Lusi e Conti, vi rimando a Stefano Folli sul Sole 24
Ore: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-02-02/lusi-conti-dintorni-come-064011.shtml?uuid=Aa04HjlE.
Buona stampa.
E giusto perchè non diciate che me ne sono solo servito per il titolo, eccovi la casetta in Canadà, di Gino Latilla, cantata da Nilla Pizzi. Non è esattamente il mio genere, ma, per una questione di gratitudine, potete ascoltarla.
E giusto perchè non diciate che me ne sono solo servito per il titolo, eccovi la casetta in Canadà, di Gino Latilla, cantata da Nilla Pizzi. Non è esattamente il mio genere, ma, per una questione di gratitudine, potete ascoltarla.
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