giovedì 2 febbraio 2012

Una casetta piccolina in Canadà...


Mi piacerebbe proprio parlare della neve e della bora, ma, purtroppo, abbiamo un problema. Non spaventatevi, però: niente di nuovo, sono sempre loro, partiti e uomini politici.
Alle promesse di misure definitive sui costi del Parlamento entro il 31 gennaio ci dedicheremo in altro momento; per oggi vorrei parlare di rispetto della volontà popolare e di drenaggio di pubbliche risorse che, tanto per non beccarmi una denuncia, definirò non ottimale. Se avessi più coraggio, secondo voi, cosa avrei scritto? Né drenaggio e neppure ottimale, ve lo garantisco.
Andiamo avanti: soldi pubblici ai partiti per cominciare e poi storie di uomini politici.
Sulla Stampa, Paolo Baroni ripercorre la produzione di leggi che, violando quanto indicato dagli elettori con il voto nel referendum del 1993, hanno consentito ai partiti di attingere alle casse dello Stato per la bellezza di 2,25 miliardi di euro in quattordici anni (http://www3.lastampa.it/politica/sezioni/articolo/lstp/440909/). Come detto: nulla che non sapessimo già, ma meglio rinfrescarci le idee e tener viva la tensione morale. E rammentare che il rubinetto lo aprono indifferentemente tutti gli schieramenti e che il flusso scorre in ogni direzione, compreso là dove, a parole, si critica il sistema.
Buona stampa.
E veniamo alle due deliziose vicende che coinvolgono Lusi e Conti. Prima cosa, le due storie sono decisamente diverse: da un lato abbiamo un caso di appropriazione indebita, quindi ci troviamo di fronte a un reato penalmente perseguibile, del quale il colpevole si è anche già dichiarato tale, dall’altro abbiamo la doppia compravendita di un immobile che ha generato un profitto (come dire?) piuttosto consistente, quindi un’operazione apparentemente regolare, ma lievemente anomala. Almeno a mio modo di vedere… Intendiamoci, a questo mondo esistono anche i cretini (io ne sono la prova), tuttavia bisogna essere molto bravi e anche molto fortunati a trovare un cretino che, pochi minuti o poche ore dopo che un tizio ha comperato un immobile, si presenta e lo compera a un prezzo incredibilmente superiore (di oltre il 60%).
Tra l’altro, che il cretino in questione sia un ente previdenziale, onestamente mi sembra piuttosto sconcertante.
Una buona ricostruzione della vicenda del Senatore Conti, che, ricordiamolo, è venuta alla luce grazie al TG di Mentana, la troviamo su Repubblica (http://www.repubblica.it/politica/2012/02/01/news/caso_conti-29154937/).
Buona stampa.
Per le cronache relative a quella di Lusi, potete divertirvi a cercare da soli e non perderete troppo tempo. Io mi limito a fare solo due osservazioni.
La prima: se un partito non è neppure in grado di scegliere un tesoriere onesto, è legittimo ritenere che non sappia individuare persone all’altezza del compito di deputato, senatore, consigliere regionale, sindaco, ecc. ecc. Ho ragione?
Per la seconda è necessario rifarci a un pezzo del Corriere di ieri, a firma di Monica Guerzoni, che cita diversi commenti di politici e chiude così: Massimo D’Alema sceglie l’ironia, un registro che fotografa l'eterna rivalità tra fondatori. «Quello ha una casa in Canada - sorride l'ex premier rivolto al tesoriere della Quercia, Ugo Sposetti - Ora se tu non ci dici che hai almeno una casa in Siberia, non si fa un'unificazione alla pari».
Che Massimo D’Alema, un eminente (sic) uomo politico italiano, non trovi di meglio che usare la macchina fotografica dell’ironia anziché pensare all’urgente necessità di far pulizia, francamente, mi sembra promettere ben poco di buono.
D’altro canto, quest’ultima considerazione dimostra proprio che sono cretino: come aspettarsi qualcosa di buono da un signore che troviamo citato nell’articolo di Baroni e che ha una Fondazione della quale abbiamo già parlato. Solo un cretino, infatti, può pensare che la polvere faccia il lavoro della scopa.
Per una riflessione più completa e più “accademica” sulle implicazioni dei casi di Lusi e Conti, vi rimando a Stefano Folli sul Sole 24 Ore: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-02-02/lusi-conti-dintorni-come-064011.shtml?uuid=Aa04HjlE.
Buona stampa.
E giusto perchè non diciate che me ne sono solo servito per il titolo, eccovi la casetta in Canadà, di Gino Latilla, cantata da Nilla Pizzi. Non è esattamente il mio genere, ma, per una questione di gratitudine, potete ascoltarla.

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