Visualizzazione post con etichetta Equitalia. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Equitalia. Mostra tutti i post

lunedì 1 giugno 2015

HMRC batte Equitalia 171 a 156


Oggi, tra gli altri, ho letto due interessanti articoli sul Financial Times, che, però, temo non possiate leggere se non avete un abbonamento. Il primo parla dell’aumento delle persone detenute nel Regno Unito per evasione fiscale (parliamo di 220 lo scorso anno, il 29% in più rispetto al 2011). La durata delle condanne è diminuita, ma è aumentato il numero dei casi che il servizio fiscale nazionale (Her Majesty’s Revenue and Customs, in sigla HMRC: https://www.gov.uk/government/organisations/hm-revenue-customs) ha deciso di perseguire. Nell’articolo, che spero anche voi possiate leggere, si pone in evidenza come l’HMRC abbia deciso di muoversi con maggiore determinazione anche per rispondere all’esigenza di equità manifestata dalla cittadinanza. Nel nostro Paese Equitalia fa senz’altro di tutto per rendersi odiosa e lo Stato spende così male da agire come un formidabile dissuasore per i contribuenti, ma esiste anche, a livello collettivo, una sostanziale tolleranza nei confronti dell'evasione fiscale. Ecco il collegamento al pezzo del Financial Times: http://next.ft.com/5d58f0e2-0788-11e5-a58f-00144feabdc0.
Buona stampa. Se non riusciste ad accedere, vi propongo una buona alternativa. Lo scorso 6 Febbraio, Lettera 43 ha pubblicato un articolo di Marco Mostallino in cui veniva confrontata la severità italiana con quella di altre nazioni europee: http://www.lettera43.it/capire-notizie/evasione-fiscale-il-confronto-tra-l-italia-e-gli-altri-paesi_43675157329.htm.
Buona stampa.
Il secondo articolo del Financial Times illustra l’andamento delle proteste contro l’ampliamento dei due principali aeroporti di Londra, Heathrow e Gatwick. La famosa sindrome NIMBY non colpisce soltanto in Italia. Quello che, tuttavia, ci differenzia, è che lì, per valutare se e come consentire ai due scali di crescere, è stata creata una commissione che deve perentoriamente presentare una relazione entro la fine di questo mese, documento che servirà al Governo per decidere, sentite eventualmente le organizzazioni dei cittadini che si oppongono, prevalentemente per ragioni legate alla rumorosità, all’incremento dei voli cui preluderebbe l’ampliamento. Insomma, in tempi definiti la questione viene affrontata e risolta. Non come da noi, dove tutto viene rimesso in discussione continuamente. Ecco il collegamento all’articolo: http://next.ft.com/872baf92-07cc-11e5-9579-00144feabdc0.
Buona stampa. Spero veramente che possiate leggere entrambi i testi, perché, oltre a offrire una vista interessante su quel che accade in una nazione forse meglio governata della nostra, vi darà anche modo di apprezzare lo stile dei giornalisti anglosassoni, tanto più scarni e incisivi della maggioranza dei colleghi italiani.
Nella guerra contro i nemici della musica e della cultura, oggi faccio come il dj di una qualsiasi radio privata di provincia. Soddisfo una richiesta. Non succederà più, oggi accontento uno di voi tre, piuttosto insistente, ma da domani la musica la sceglierò sempre e solo io, chiaro R.?
Un ascolto multiplo. Ben tre versioni di una canzone degli anni 60, portata al successo da Petula Clark: Downtown.


Proseguiamo con Frank Sinatra.


E chiudiamo con la versione di Giorgia.


 P.S. Il risultato riportato nel titolo si riferisce al 2011, ultimo anno in cui è possibile il paragone tra Italia e Regno Unito.


mercoledì 25 febbraio 2015

Uno Stato che mente


Ho approfondito un po’ la questione del pagamento dei bollettini postali di Equitalia e sono arrivato a una pagina dell’Agenzia delle Entrate. Questa: http://www.agenziaentrate.gov.it/wps/content/Nsilib/Nsi/Home/CosaDeviFare/InCasoDi/Cartella+pagamento/Scheda+Informativa+CartPag/Come+pagare+le+cartelle/.
Riprendo una frase: Inoltre, possono essere pagati attraverso i siti web e i call center delle società del Gruppo Equitalia che offrono il servizio o attraverso i canali telematici messi a disposizione dagli istituiti di credito e dalle Poste.
Questa affermazione è falsa. Ho provato a pagare il bollettino postale di cui vi ho parlato ieri sera attraverso “i canali telematici” sia di Monte dei Paschi sia di UBI-Banco di Brescia e non sono riuscito a farlo in entrambi i casi.
Lo Stato Italiano non solo è un creditore difficile da pagare, ma è anche bugiardo. Non aggiungo altro. Anzi no. Aggiungo: sono disgustato di essere cittadino italiano!
Vorrei finire qui, ma la battaglia dalla parte della musica deve continuare. Un solo pezzo questa sera: The End, forse uno dei più famosi brani di The Doors. Lo abbiamo già ascoltato, ma è il pezzo giusto e non servono spiegazioni. Buona notte e buona fortuna.


martedì 24 febbraio 2015

Come si fa odiare Equitalia


La stupidità dello Stato italiano, o meglio dei mediocri burocrati che lo incarnano, si manifesta nella vita di ognuno di noi di tanto in tanto, ineluttabilmente. E’ un destino al quale non ci si può sottrarre: qualche amministrazione statale trova sempre il modo di tormentare un cittadino, soprattutto nel momento in cui intende fare il proprio dovere.
Dopo di che ci si stupisce se ci sono partiti e movimenti che, più o meno apertamente, soffiano sul fuoco della rabbia…
Siccome Equitalia è già abbastanza amata, non trova di meglio da fare che distinguersi nel rendere difficile il compito di pagare i suoi bollettini postali.
Pochi minuti fa volevo saldare una cartella ricevuta da Equitalia per un ritardato pagamento del contributo a un consorzio di bonifica. Come credo avreste fatto anche voi tre, intendevo pagare ricorrendo al mio servizio di banca on line così come faccio con altri bollettini postali (aziende telefoniche piuttosto che municipalizzate del gas o asporto rifiuti). Guarda caso, però, Equitalia non vuole che i cittadini si servano delle loro banche, se no come fa a rompere le scatole? A quanto pare, ma devo studiare meglio la cosa, si deve passare attraverso i servizi on line di Poste Italiane e utilizzare una carta di credito. E temo che si debba essere registrati sul sito delle Poste per fare l’operazione… Poco importa. Il punto che voglio sottolineare credo sia evidente: lo Stato italiano, quando può vessare i suoi cittadini lo fa. E Equitalia, emanazione dell’Agenzia delle Entrate (che ha il 51%, il restante 49% appartiene all’I.N.P.S.), continua, nonostante le promesse da marinaio del Direttore Rossella Orlandi, a rendere la vita difficile, se non impossibile, ai contribuenti.
Mi rendo conto che sarebbe assurdo sperare che lo Stato anticipasse le banche nell'identificare nuove e più semplici modalità di pagamento, però uno Stato che rispetta i cittadini è il creditore più facile da pagare. E la Repubblica Italiana non è un creditore facile da pagare, tutt'altro. Come dimostrano i bollettini postali di Equitalia.
Musica, nonostante tutto. Che dite, un Dies Irae ci sta bene? Dopo Verdi e Mozart, ecco il Canto Gregoriano.


domenica 22 aprile 2012

E lo chiamano Bel Paese...


Questo post lo scrivo dopo aver fatto decantare la questione per evitare l’influsso della collera.
Ieri ho aperto la cassetta della posta (quella di carta) dopo parecchi giorni e, tra le fatture di Telecom, Enel e altro, c’era l’avviso di giacenza di una raccomandata proveniente da Lamezia Terme, il che significa, nella stragrande maggioranza dei casi, Equitalia.
Sono andato all’ufficio postale del mio piccolo paese e, dopo aver aspettato parecchi minuti che un signore terminasse di: ritirare un pacco, effettuare due giroconto e un prelevamento (tutte operazioni che hanno richiesto la stampa di svariati documenti con il computer e la scrittura manuale di altri formulari (sic!)), ho potuto presentare il mio avviso e la mia carta di identità per ritirare la raccomandata.
L’impiegata, una signora gentilissima e dal sorriso malinconico, si è alzata ed è andata a prelevare il plico in una stanzetta attigua. Nel tornare, quasi con vergogna, mi ha anticipato che, essendo la busta rimasta in giacenza più di una settimana, avrei dovuto pagare 52 centesimi.
Ora, siccome io sono piuttosto stufo di essere italiano, ho osservato che questa era l’ennesima spinta ad andarmene a vivere altrove. La signora ha sorriso ancora, meno tristemente, e mi ha confidato che anche lei pensa sia giusto andarsene da questo paese.
Tanto per sgomberare il campo dal problema, la raccomandata proveniva effettivamente da Equitalia, incaricata dalla RAI di farmi pagare il canone per il 2011 perché, non essendomi stato recapitato alla mia residenza il bollettino, come nel 2010, avevo deciso di non pagare.
Per il 2010 ho pagato, sanzioni comprese. Per il 2011, vi farò sapere, magari dopo aver parlato con un buon avvocato. Non capisco perché, come ho già detto altrove, Equitalia conosca la mia residenza e la conosca anche il Ministero dei Trasporti, ma la RAI la voglia ignorare e pretenda per questo una trentina di euro di  penali.
Torniamo alla questione della busta rimasta ferma presso l’ufficio postale per una settimana. Pesa 33 grammi e misura 16X33 cm. Ammesso e non concesso che l’abbiano conservata in orizzontale, i 52 centesimi richiesti per la settimana mi sono sembrati un affitto piuttosto oneroso. Allora, io i miei conti li ho fatti. Provate a farli voi. La prossima volta, le mie raccomandate le farò ospitare da Daccò ai Caraibi, tanto poi lo rimborso con ricevute che non avrò più…
Scherzi a parte. Non che io sia sicurissimo dei miei calcoli, ma la busta dovrebbe avere un’area di 0,05 mq2. Questo dovrebbe significare che ho pagato un affitto pari a € 10,4 al metro quadro la settimana, ossia € 540,8 al metro quadro l’anno, cioè quanto avrei pagato prendendo in affitto un negozio non troppo lontano da Via Montenapoleone a Milano.
Un affitto pagato per occupare spazio presso l’ufficio delle Poste Italiane, che siamo ancora noi cittadini italiani, sebbene facciano finta di non saperlo, perché non mi hanno trovato in casa nell’unico giorno in cui hanno provato a recapitarmi la raccomandata.
Credo che finirò per mandare questo post, esattamente come lo leggete voi, al Quirinale. Anche se dubito molto che accada, vorrei che qualcuno mi rispondesse in maniera da convincermi a non emigrare ovunque, anche in Siria. O che mi garantisse un intervento immediato per far cessare questi ignobili comportamenti vessatori nei confronti dei cittadini da parte di società pubbliche che, tra l’altro, sono gestite, nel caso della RAI, in maniera vergognosamente inefficiente.

giovedì 16 febbraio 2012

Io lo pago


Non ho guardato le prime due serate del Festival di Sanremo e non ho nessuna intenzione di guardare quelle che restano. Su Celentano mi fido del giudizio di Aldo Grasso sul Corriere di ieri (http://www.corriere.it/spettacoli/speciali/2012/celentano-predicatore-decadente-grasso_96ccf2b2-5799-11e1-8cd8-b2fbc2e45f9f.shtml), di Curzio Maltese, sempre ieri, su Repubblica (http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2012/02/15/il-predicozzo-del-molleggiato.html), di Massimiliano Panarari sulla Stampa di oggi (http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=9780) e, infine, di Sergio Rame sul Giornale di ieri (http://www.ilgiornale.it/sanremo_2012/rai_adesso_lei_commissaria_sanremo/lorenza_lei-rai-adriano_celentano-sanremo-commissariamento/15-02-2012/articolo-id=572298-page=0-comments=1).
Buona stampa.
Passando dalla cronaca e dal commento alla valutazione più profonda della questione, mi piace il pezzo di Ernesto Galli della Loggia sul Corriere di oggi (http://www.corriere.it/opinioni/12_febbraio_16/galli-della-loggia-ora-restituitec-rai_7268bc12-587f-11e1-9269-1668ca0418d4.shtml).
Buona stampa.
E adesso dico cosa ne penso io della Rai e del canone.
Io credo che non si possa concentrare l'attenzione soltanto sul modo in cui è organizzata e gestita l’azienda pubblica radiotelevisiva. Si deve affrontare soprattutto la struttura del sistema dell'informazione nel suo complesso, possibilmente in maniera da introdurvi un’adeguata dose di concorrenza, così come accade negli altri paesi europei, nessuno dei quali presenta un livello di concentrazione simile al nostro.
Dubito abbiate bisogno di me per sapere che la struttura del mercato televisivo, e dell’informazione in generale, italiano risente (solo un po’) della prolungata presenza di Silvio Berlusconi in politica. E che un grande contributo a questa situazione è venuta dai governi di centrosinistra che hanno sacrificato, sull’altare della lottizzazione e dell’uso strumentale della Rai, la possibilità di avviare un processo di cambiamento che, per l’appunto, ponesse fine al duopolio collusivo dal quale, mi pare, è derivato anche il deterioramento qualitativo della televisione pubblica.
L’esortazione conclusiva di Galli della Loggia al Presidente del Consiglio è certamente condivisibile, ma non basterà mettere mano all’organizzazione della Rai. Serve di più. Serve un’azione più incisiva, che apra maggiormente il sistema, anche per quel che riguarda la tv satellitare, che è di fatto un monopolio.
Ovviamente, lo capite benissimo anche senza di me, è più facile dirlo che farlo. Speriamo che il Governo abbia coraggio. Ne serve molto per mettere mano a un significativo processo di cambiamento, più di quanto ne ha mostrato sinora.
Parlando di canone, finché esiste, va pagato. Però sarebbe indispensabile l'immediata modifica delle normative in materia, perché un tributo difficile da digerire diventa intollerabile quando viene applicato con procedure vessatorie. Mi spiego.
Nel 2007 ho cambiato residenza. Nei due anni successivi ho ricevuto il bollettino Rai al vecchio indirizzo da dove m’inoltravano la posta, quindi ho pagato. Nel 2010 non l’ho ricevuto e non ho pagato, anche perché, in assenza del bollettino, me ne sono scordato. Nel 2011 mi è arrivata una cartella esattoriale da Equitalia che pretendeva il pagamento del canone, interessi, penali, ecc. ecc. Ho pagato e mi sono informato: la legge stabilisce che quando si cambia residenza, il cittadino deve informare la Rai con raccomandata. Ora io credo che questa sia una cosa vergognosa, una di quelle assurde angherie che, temo, sono una specialità della nostra burocrazia.
E lo dimostra il fatto che, nemmeno tre mesi dopo il mio cambio di residenza, persino il Ministero dei Trasporti aveva registrato la cosa, inviandomi automaticamente le etichette da applicare sul libretto di circolazione dell’auto e sulla patente. Più meno negli stessi tempi, la ASL nel cui territorio risiedo attualmente mi ha inviato una lettera pregandomi di presentarmi per ottenere il rilascio della nuova tessera sanitaria e per gli adempimenti relativi alla scelta del medico di base. Il tutto si è svolto senza particolari perdite di tempo e con la piacevole sensazione di parlare con persone convinte di essere loro al mio servizio e non viceversa.
Non mi sogno minimamente di spedire una raccomandata per informare i signori della Rai della mia nuova residenza. Ho già pagato il canone per quest’anno, ma non intendo fare un lavoro che la pubblica amministrazione ha fatto direttamente in due campi di gran lunga più importanti: ho una bella ricevuta stampata da un terminale SISAL con indicato il mio vecchio indirizzo. E quando mi arriverà la cartella di Equitalia per il 2011 (che non ho pagato), garantito che, una volta saldato, andrò da un avvocato, probabilmente molto cattivo, e che farò un polverone.
Se lo scordano che, oltre a costringermi a pagare Celentano e le sue farneticazioni, mi accolli anche un lavoro che dovrebbero fare loro con le amministrazioni comunali.