giovedì 23 febbraio 2012

A Marie Colvin


Non ho parlato dell’euro e della Grecia per qualche giorno perché non ero affatto sicuro dell’effettivo risultato della riunione di Bruxelles. Ho avuto da subito il dubbio che, in realtà, si trattasse di un ennesimo rinvio, sia pure mascherato da intervento significativo. A quanto pare, i miei dubbi sono tutt’altro che infondati.
Vi segnalo soltanto un paio di articoli, ma mi sembrano esaustivi. Il primo è di Federico Fubini, dal Corriere di ieri (http://archiviostorico.corriere.it/2012/febbraio/22/Piano_Greco_per_Guadagnare_altro_co_8_120222007.shtml).
Buona stampa.
Temo che le prospettive della Grecia siano tutt’altro che buone. Anche l’euro, però, non sembra destinato a un futuro roseo: tornando al racconto di Buzzati, penso che la moneta unica non abbia invertito il percorso e che, se proprio va bene, non scenderà. La risalita, fin quando la politica continuerà a barcamenarsi come fa ormai da anni, non mi pare affatto probabile.
Cambiamo argomento: elezioni presidenziali in Russia. Difficilmente i russi saranno così brillanti da liberarsi (e liberarci) dalla sgradevole presenza di Vladimir Putin. A leggere qua e là sembra proprio che tornerà a occupare la poltrona prestata temporaneamente a Medvedev, una prospettiva che non mi piace per niente. L’uomo che si è formato in democrazia e in libertà alla prestigiosa scuola del KGB (e che qualcuno, in Italia, ha invitato a tenere lezioni in materia – sic) sta ponendo le basi perché la tensione internazionale torni a livelli assai preoccupanti e sostiene alcuni dei regimi più repressivi e sanguinari del mondo, oltre che molti dei dittatori che hanno trasformato non poche repubbliche ex sovietiche in satrapie dove corruzione e malavita la fanno da padrone, non diversamente da quanto accade in Russia. Prima di indicarvi un articolo in cui potrete trovare qualche interessante indicazione su quel che ha in mente Putin, rileverei anche che, riguardo alle repubbliche ex sovietiche, abbiamo un debito di riconoscenza verso la formidabile coppia formata da George W. Bush e Dick “Grande Cacciatore” Cheney, la cui frenesia bellica in Afganistan e Iraq ha reso alcune di quelle nazioni strategicamente rilevanti, spingendo quindi anche gli USA a sostenere più d’uno dei dittatori che le governano.
E sì, non riesco proprio a trovare un politico che mi piaccia…
Veniamo all’articolo: non è fresco di giornata, ma merita; lo ha scritto il corrispondente del Corriere da Mosca, Dragosei (http://archiviostorico.corriere.it/2012/febbraio/21/Putin_gioca_alla_Guerra_fredda_co_9_120221031.shtml).
Buona stampa.
Tra le tante cose di cui dobbiamo essere grati a Putin, c’è il sostegno che la Russia continua a dare a Bashar el Assad. Ieri ci sono stati i primi due morti tra i giornalisti occidentali che ci informano della spietata repressione della rivolta del popolo siriano, come altri nell’area ansioso di libertà. Una delle vittime era donna, una reporter americana di cui il Wall Street Journal ci offre un ritratto che è opportuno leggere, anche per manifestare la nostra riconoscenza alle persone come Marie Colvin (http://online.wsj.com/article/SB10001424052970203918304577238872826461212.html?mod=WSJEUROPE_hpp_editorsPicks_1).
Buona stampa.

Nessun commento:

Posta un commento