Non ho parlato dell’euro e della Grecia per qualche giorno
perché non ero affatto sicuro dell’effettivo risultato della riunione di
Bruxelles. Ho avuto da subito il dubbio che, in realtà, si trattasse di un
ennesimo rinvio, sia pure mascherato da intervento significativo. A quanto
pare, i miei dubbi sono tutt’altro che infondati.
Vi segnalo soltanto un paio di articoli, ma mi sembrano
esaustivi. Il primo è di Federico Fubini, dal Corriere di ieri (http://archiviostorico.corriere.it/2012/febbraio/22/Piano_Greco_per_Guadagnare_altro_co_8_120222007.shtml).
Poi viene, dal Sole 24 Ore di oggi, Vito Lops: http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2012-02-23/perche-grecia-ancora-fallire-092643.shtml?uuid=Aadl4HwE.
Buona stampa.
Temo che le prospettive della Grecia siano tutt’altro che
buone. Anche l’euro, però, non sembra destinato a un futuro roseo: tornando al
racconto di Buzzati, penso che la moneta unica non abbia invertito il percorso
e che, se proprio va bene, non scenderà. La risalita, fin quando la politica
continuerà a barcamenarsi come fa ormai da anni, non mi pare affatto probabile.
Cambiamo argomento: elezioni presidenziali in Russia.
Difficilmente i russi saranno così brillanti da liberarsi (e liberarci) dalla
sgradevole presenza di Vladimir Putin. A leggere qua e là sembra proprio che
tornerà a occupare la poltrona prestata temporaneamente a Medvedev, una
prospettiva che non mi piace per niente. L’uomo che si è formato in democrazia
e in libertà alla prestigiosa scuola del KGB (e che qualcuno, in Italia, ha
invitato a tenere lezioni in materia – sic) sta ponendo le basi perché la
tensione internazionale torni a livelli assai preoccupanti e sostiene alcuni
dei regimi più repressivi e sanguinari del mondo, oltre che molti dei dittatori
che hanno trasformato non poche repubbliche ex sovietiche in satrapie dove
corruzione e malavita la fanno da padrone, non diversamente da quanto accade in
Russia. Prima di indicarvi un articolo in cui potrete trovare qualche
interessante indicazione su quel che ha in mente Putin, rileverei anche che,
riguardo alle repubbliche ex sovietiche, abbiamo un debito di riconoscenza verso
la formidabile coppia formata da George W. Bush e Dick “Grande Cacciatore” Cheney, la cui
frenesia bellica in Afganistan e Iraq ha reso alcune di quelle nazioni
strategicamente rilevanti, spingendo quindi anche gli USA a sostenere più d’uno
dei dittatori che le governano.
E sì, non riesco proprio a trovare un politico che mi
piaccia…
Veniamo all’articolo: non è fresco di giornata, ma merita; lo ha
scritto il corrispondente del Corriere da Mosca, Dragosei (http://archiviostorico.corriere.it/2012/febbraio/21/Putin_gioca_alla_Guerra_fredda_co_9_120221031.shtml).
Buona stampa.
Tra le tante cose di cui dobbiamo essere grati a Putin, c’è
il sostegno che la Russia continua a dare a Bashar el Assad. Ieri ci sono stati
i primi due morti tra i giornalisti occidentali che ci informano della spietata
repressione della rivolta del popolo siriano, come altri nell’area ansioso di
libertà. Una delle vittime era donna, una reporter americana di cui il Wall
Street Journal ci offre un ritratto che è opportuno leggere, anche per manifestare
la nostra riconoscenza alle persone come Marie Colvin (http://online.wsj.com/article/SB10001424052970203918304577238872826461212.html?mod=WSJEUROPE_hpp_editorsPicks_1).
Buona stampa.
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