Com’è naturale, il Sole 24 Ore garantisce ampio spazio alle
opinioni dei principali esponenti di Confindustria e agli eventi
dell’associazione. Oggi, tra i molti articoli dedicati alla manifestazione
torinese dell’organizzazione degli imprenditori, mi pare ben scritto
l’editoriale del direttore Roberto Napoletano: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-04-14/salviamo-almeno-salvabile-081029.shtml?uuid=AbMJ10mH.
Buona stampa. Vengono i brividi nel leggere le parole di uno
dei miei migliori omonimi (per fortuna, non tutti i Roberto vengono per
nuocere!). Il tessuto produttivo del nostro paese si va pian piano disfacendo,
in parte anche per colpa di un modello fragile (in sintesi: basato sulla
famiglia e, conseguentemente, rigido sia sul piano organizzativo che sul piano
finanziario), ma soprattutto perché, più che mai, pesano gli errori di chi ha
retto il governo negli ultimi vent’anni.
Mancano infrastrutture essenziali, dai trasporti alle reti
informatiche. Abbiamo costi energetici tra i più alti della Ue. L’incidenza
delle imposte ha superato il livello non solo della tollerabilità, ma anche
quello della legittimità. Il divario tra costo sostenuto dalle imprese e
salario percepito dai lavoratori ha anch’esso raggiunto dimensioni
insostenibili. E continuate voi...
Tutto questo è accaduto senza che la classe politica facesse alcunché di
realmente incisivo per cambiare le cose e per porre un freno al deterioramento del sistema,
anzi. Dalle farneticazioni sul ponte sullo Stretto alle “lenzuolate”
ridicolmente inutili, giusto per riferirmi ai leader attuali dei due maggiori
partiti politici, il campionario delle parole in libertà e dei provvedimenti
effimeri o nocivi comprende di tutto.
Anche il Governo Monti, mi spiace dirlo perché lo avevo
ritenuto meritevole di fiducia, ha mancato largamente. Un po’ perché non ha
saputo sottrarsi alle influenze dei partiti che lo sostenevano (non con la
necessaria convinzione e coerenza, per la verità), ancor di più perché era formato da
persone che non avevano la cultura necessaria per avviare un processo
riformatore profondo e vario come quello di cui l’Italia ha bisogno. L’ho
scritto sino alla noia (di voi tre e mia): gente come Patroni Griffi o
Catricalà non saprebbe mai metter mano a provvedimenti che incidano realmente,
ad esempio, sul funzionamento della pubblica amministrazione. Hanno alle spalle
due encomiabili (dal loro punto di vista) carriere nell’apparato amministrativo
dello Stato: sono espressione di quella stessa burocrazia che, indifferente a
tutto, sta uccidendo il paese in accordo con la politica. Inutile che mi
dilunghi, ne ho già parlato.
Anzi, no: sta uccidendo l’energia vitale, la creatività, la
tenacia, la serietà con cui gli italiani avevano saputo sfuggire al proprio
destino nel secondo dopoguerra. Quegli stessi valori che, ancora, resistono tra
la gente comune, anche se con difficoltà sempre maggiori, in particolare per le
generazioni più giovani. La gente comune non si arrende e cerca di sottrarsi al
declino. Ma c’è un ma. E lo affido alle parole di Guido Gentili, sempre dal 24
Ore di oggi: http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2013-04-14/dovere-rispondere-152655.shtml?uuid=AbUfV7mH&fromSearch.
“Ma ogni sforzo
potrebbe risultare alla fine inutile in presenza di un sistema lasciato
politicamente alla deriva, senza un governo credibile che governi e con un
Parlamento non in grado di lavorare in modo efficace. E con una burocrazia
amministrativa che si chiude ulteriormente su se stessa a difesa del proprio
potere di interdizione. Il tutto, in un'atmosfera da campagna elettorale
permanente”.
Pensavo di fermarmi qui, però non posso proprio. Nei
polpastrelli ho un rancore che non so trattenere. Il mio disgusto per Viavà,
per il tizio decrepito e per il pupo (e per i loro collaboratori e/o pupari)
non può trattenersi. I primi due continuano nella patetica battaglia come i
capponi di Renzo (capponi in tutti sensi). Il pupo, invece, parla come se lui
avesse offerto qualche realistica alternativa, il che, com’è evidente, non è
accaduto. E ha dimostrato non solo che il M5S non ha la visione necessaria per
dare un futuro decente all’Italia, ma anche che il metodo ideato da lui e dal
puparo per selezionare i quadri del movimento è semplicemente inadeguato
(eufemismo). E non sono nemmeno capaci di proteggersi dai pirati informatici!
Sappiamo che non ci salveremo grazie a Viavà e al tizio
decrepito, ma avrei seri dubbi sul possesso, da parte mia, di facoltà
intellettive (che riconosco modeste, ma presenti) se mi facessi sfiorare
dall’idea che saranno gente del calibro di Lombardi e Crimi a portare l’Italia
fuori dalla crisi in cui versa.
Godetevi il ritratto che di Lombardi offre Aldo Grasso sul
Corriere della Sera di oggi: http://www.corriere.it/editoriali/13_aprile_14/roberta-la-vertigine-del-potere-grasso_06ae3f22-a4ca-11e2-9ee4-532c6d76e49d.shtml.
Buona stampa.
Se poi, dopo il sorriso a denti stretti provocato da Grasso,
volete tornare a guardare alle tante ragioni di pessimismo che, giorno dopo giorno,
i cosiddetti leader politici ci offrono, andate a studiarvi i nomi dei
candidati alla Presidenza della Repubblica proposti da Pd, Pdl e M5S.
Anche se qualcuno dei dieci selezionati dal M5S è personaggio
d’indubbio prestigio e meritevole di rispetto, non mi pare che nessuno possegga
i requisiti necessari nella contingenza che viviamo. Se poi andiamo a vedere
chi propone Viavà, quello ancora convinto di essere destinato a guidare il
“governo del cambiamento”, viene il sospetto che le sue poche idee confuse
siano state smacchiate… Gente come Amato, D’Alema e Finocchiaro (Lady Ikea) rappresenta
il cambiamento come… come il candidato premier del Pdl per le prossime
elezioni.
Oltre a non rappresentare il cambiamento, Amato, D’Alema e
Finocchiaro (Lady Ikea) hanno parecchie macchie sulla pelliccia (non quante il
tizio decrepito, ma non certo poche). E sono espressione del medesimo sistema
di potere che danni tormenta questo povero paese, quello di cui parlano Roberto
Napoletano e Guido Gentili. Un sistema di potere che qualcuno ancora promette
di cambiare con una rivoluzione liberale…
Ecco, vi ho rifilato una pagina e mezza per raccontarvi
quello che sapevate già…
Buona notte e buona fortuna.
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