Cominciamo con un articolo dal Sole 24 Ore di oggi, a firma
di Sergio Fabbrini. Un buon pezzo per riflettere sulle caratteristiche che
dovrebbe avere il nuovo Presidente della Repubblica e sulla direzione in cui
dovrebbe spingere i partiti una volta arrivato al Quirinale. Questo il
collegamento:
Buona stampa. In realtà non c’è nulla di assolutamente
inedito, ma i temi sono ripresi con equilibrio, in una prospettiva stimolante.
Che poi riflessioni del genere, in realtà, possano condurre da qualche parte,
purtroppo, mi sembra improbabile. Non fino a quando i principali cosiddetti
leader non smetteranno di fare campagna elettorale. Come se ci fosse ancora
qualcosa da vincere…
E veniamo alla farsa dei pagamenti dei debiti delle
Pubbliche Amministrazioni. I miei studi di Contabilità Nazionale e di Economia
degli Enti Pubblici sono ormai così lontani nel tempo da essere coperti da uno
strato di spessa polvere. Se ciò non bastasse, il cambiamento del quadro
normativo, sul quale non sono affatto aggiornato, renderebbe peggio che
presuntuoso da parte mia provare ad analizzare tecnicamente la vicenda. Mi
limito, perciò, a un’osservazione che mi sembra di una banalità della quale mi
vergognerei, se non fosse che…
I burocrati pubblici, siano essi al vertice del Ministero
dell’Economia o a capo dell’ufficio contabile di un piccolo comune, sembrano
preoccuparsi soprattutto di essere certi di pagare crediti effettivi e, come
sempre accade in questo sventurato paese, tocca al titolare del diritto
dimostrare di avere i requisiti per ottenere che lo Stato lo riconosca come
tale. Non dimenticate: si tratta di crediti scaduti, nella maggior parte dei
casi, da oltre il doppio del termine di pagamento pattuito e anche di quello stabilito
dalle normative europee, quindi crediti che, se non esigibili, avrebbero dovuto
essere contestati da quel dì! Siamo al di là di ogni limite. Provate a
immaginare cosa accadrebbe se questa logica (si fa assolutamente per dire) trovasse applicazione anche nelle
transazioni tra privati!
Il disordine (uso un termine prudente, un eufemismo
esageratamente generoso) nella contabilità pubblica a ogni livello comporta che
esistano quasi 100 (CENTO) miliardi di debiti pubblici scaduti verso imprese
private (lo dice la Banca d’Italia, non io) e che si tenti di pagarne 40
(QUARANTA), in 2 (DUE) anni, facendo intervenire anche la Cassa Depositi e
Prestiti e imponendo una serie di adempimenti sia ai creditori che agli enti
debitori. E minacciando i funzionari pubblici inadempienti di pesanti sanzioni
pecuniarie (unico segno positivo: è ora che la parola “responsabilità” torni a significare
qualcosa anche tra i dipendenti dello stato e degli enti locali).
Mi fermo qui, perché so dove potrei arrivare se continuassi
e, francamente, mi vergogno di quello che scriverei, anche se sarebbe del tutto
giustificato.
Aggiungo solo che questa storia non aiuta certo a stimare né
Mario Monti né, men che meno, Vittorio Grilli. E’ dalla prima metà del 2012 che
cercano di risolvere la questione e, spero di sbagliarmi, con il decreto varato
oggi non hanno fatto grandi progressi.
Buona notte e buona fortuna.
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