Nello scrivere il post di questa mattina, lo avrete
percepito, non ero tanto sicuro di me stesso da dare per scontato che anche la
candidatura di Prodi avrebbe fatto poca strada. Lo riconosco senza fatica, mica
faccio il politico. Posso dire che lo supponevo. Ammetterò anche che un po’ lo
speravo. Non ero, però, per niente sicuro. Quindi non posso menar vanto e
sostenere che io avevo previsto quel che è successo in Parlamento nel corso
dell’ultima votazione.
Detto questo, vi anticipo che, se sarà disponibile, vi
suggerirò la lettura del pezzo di Antonio Polito sul Corriere di oggi e passo
oltre, perché mi rendo conto di dovere delle scuse a Pierluigi Bersani.
Nelle ultime settimane ho ironizzato su di lui, l’ho
ribattezzato Viavà, ne ho detto peste e corna. Ora mi rendo conto di dover fare
ammenda. Pierluigi Bersani è un uomo di straordinario eclettismo, capace di
trovare nuove risorse personali per dare sempre di più al paese. E mi spiego.
Dopo una brillante carriera di funzionario del PCI,
coronata, guarda caso, dalla Presidenza della Regione Emilia Romagna, è
diventato Ministro e… e, siccome il diavolo ci mette sempre le corna, ha deciso
di fare il Ministro tessitore (un po’ come il Presidente operaio del tizio
decrepito).
Tessi che ti ritessi, Bersani ha sfoderato le “lenzuolate”,
prodigiosi provvedimenti volti a liberalizzare il paese, sciogliendolo da tutti
i lacci che lo imprigionavano. Risultati? Non memorabili, per la verità. O, per
dir diversamente, nessuno che si ricordi.
La sconfitta elettorale del 2008 e la (parziale) uscita di
scena di Veltroni hanno sgomberato il campo a Bersani per la scalata alla Segreteria
del Pd, dove ha potuto senz’altro dare il meglio di sé e, soprattutto,
dimostrare la sua natura di autentico Zelig della politica italiana,
validamente sostenuto da preziosi saggi quali lo Stalinuccio di Gallipoli e
Lady Ikea, giusto per fare solo due nomi e non tediarvi (la lista sarebbe
lunga, anche se basterebbe scrivere: una nutrita schiera di Giuda).
Da bravo emulo del personaggio di Woody Allen, Bersani ha dapprima
abbandonato l’apparenza di tessitore per avvolgersi in quella di prodigio della
chimica, pronto a smacchiare giaguari, ma anche tigri, ghepardi e giraffe
(queste soltanto nel fine settimana, giusto per tenersi in allenamento).
Da ultimo, andiamo proprio alla cronaca recente, ha deciso
di cambiare ancora e di farsi bruciatore, pronto a proporre candidati alla
Presidenza della Repubblica che, appena indicati, sono stati arsi dal consenso…
Tutto questo a quale scopo? Boh.
I siti dei quotidiani ci dicono che Bersani non si dimette.
Evidentemente pensa di avere ancora qualcosa da dare. A chi? Non si sa. Mi
dicono che Snam Rete Gas sia preoccupata: se si attacca alla canna del gas, che
è l’ultima risorsa che gli rimane, Bersani si succhia un bel po’ del contenuto
delle condotte della società che porta il metano nelle case di gran parte degli
italiani. Che dire? Per fortuna le caldaie sono spente.
Per chiudere in bellezza, Jena di oggi da La Stampa: http://www.lastampa.it/2013/04/19/cultura/opinioni/jena/futuro-CQB5ouy4idzBcxgee0dEJM/pagina.html.
Buona stampa. Qualcuno dei miei tre lettori si chiederà perché non ho inserito il link all'inizio e chiuso il post con quello... Ha ragione, ma anch'io ho i miei sassolini nelle scarpe.
Nessun commento:
Posta un commento