La mia stima per Milena Gabanelli l’ho espressa in passato
più volte. Al giudizio positivo sulla giornalista e sulla “leader” del gruppo
che realizza Report posso oggi aggiungere una confidenza di carattere
strettamente personale: considero Milena Gabanelli anche una donna affascinante
sotto tutti i punti di vista che contano.
Questo per dire che mi considero un suo estimatore a pieno
titolo. Ciò, però, non basta a farmi ritenere ragionevole l’ipotesi di
candidarla alla Presidenza della Repubblica (sempre che lei sia d’accordo, ma questo non si sa).
A parte il fatto che, da tempo, penso sia inopportuno
candidare per qualsiasi incarico qualcuno senza aver prima verificato che
l’interessato intenda candidarsi, trovo sconcertante (per non dire di peggio)
il meccanismo ideato dallo psiconano+barba-Mediaset e, soprattutto, dal suo
puparo e dalle loro chiome più ordinate delle rare idee sottostanti. Dico
questo indipendentemente dalla qualità delle persone coinvolte.
I due geni della comunicazione e della politica hanno pensato
bene di scegliere la persona che il M5S vorrebbe occupasse per sette anni la più
alta carica della Repubblica Italiana (alla quale la Costituzione attribuisce
fondamentali compiti di garanzia e di tutela degli interessi collettivi e del
buon funzionamento dello stato) attraverso il voto, espresso via internet, di
poco più di 48.000 italiani, qualcosa come lo 0,08% della popolazione (di tutta
la popolazione, non dei cittadini aventi diritto al voto: in quel caso ci
avvicineremmo pericolosamente all’1%!).
Se questo è democrazia, io sono il fratello più giovane e
più bello di George Clooney…
Il puparo e il pupo farebbero meglio a riprendere in mano
qualche vecchio manuale di educazione civica (cose antidiluviane, ma loro
c’erano). Ho scritto riprendere, mi scuso dell’errore: devono PRENDERE in mano
qualche vecchio manuale di educazione civica, perché prima d’ora non l’hanno
mai fatto e ignorano i principi elementari della democrazia e la Costituzione
delle Repubblica Italiana.
Mi fermo qui, perché parlare di pupo e puparo mi fa salire
la pressione quasi quanto parlare di Viavà e del tizio decrepito.
Andiamo ai quotidiani, in particolare al Corriere della Sera
di ieri. Con un giorno di ritardo rispetto alla versione cartacea, è
disponibile on line un’intervista a Salvatore Rossi, uno dei “saggi” chiamati
da Napolitano a dare qualche idea a deputati e senatori e leader di partito.
Lui dice molto meglio di me (infatti lui è un membro del Direttorio di Banca
d’Italia (http://www.bancaditalia.it/bancaditalia/direttorio/salvatore-rossi),
io no) cose che ripeto da mesi sulla burocrazia italiana. E se lo dice lui,
che è un pezzo grosso della medesima burocrazia… Ecco il collegamento: http://archiviostorico.corriere.it/2013/aprile/15/burocrazia_freno_prima_riforma_fare_co_0_20130415_440b4fbe-a58c-11e2-856a-0110562013c4.shtml.
Buona stampa. Essere ottimisti? Uhm… quelli sono come la sorgagna (http://www.actaplantarum.org/floraitaliae/viewtopic.php?t=9030),
una delle peggiori erbe infestanti delle nostre campagne.
Passando alla musica, visto che ho iniziato con una sorta di
dichiarazione d’amore per Milena Gabanelli, vado a farvi ascoltare un brano che
ha avuto un ruolo fondamentale nel farmi avvicinare al jazz circa quarant’anni
fa. Un mio zio acquisito (persona d’intelligenza e di cultura di gran lunga
superiori alla media) era un appassionato e straordinario cultore di jazz e, su
richiesta di mio padre, scelse tre album con i quali provare a farmi conoscere
la musica che amava. Fu così che, da quello che allora (primi anni 70 del
secolo sorso) era il maggior importatore di dischi in Italia, giunsero nella
mia stanzetta un 33 giri di Louis Armstrong, uno di Gato Barbieri e uno del
gruppo che vi faccio ascoltare questa sera: Weather
Report. L’album s’intitola Sweetnighter
e il brano è il primo: Boogie Woogie
Waltz. Il mio gusto, nel tempo, mi ha portato a prediligere altro
all’interno della smisurata famiglia espressiva di questa multiforme e
splendida musica. Ma Weather Report e
Boogie Woogie Waltz sono stati semi
preziosissimi e hanno un posto speciale (grazie a Elio e a Toni) nel mio amore
per il jazz.
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