Un po’ perché non sono sicuro che possiate leggerli liberamente
(The Financial Times limita l’accesso
sia per tipologia sia per numero di articoli) e un po’ perché ho dedicato
(probabilmente sbagliando) molta attenzione alle vicende politiche italiane, da
tempo non vi suggerisco di sfogliare le pagine del quotidiano rosa-arancio
inglese che tanto mi piace.
Oggi mi sembra sia proprio il caso di farlo perché il pezzo che
vi suggerirò spiega bene come stanno le cose in Eurolandia e spiega anche come
i primi della classe, in realtà, non siano tanto più bravi di quelli
dell’ultimo banco.
Angela Merkel sente odore di schede elettorali e, siccome è
un politico del XXI° secolo, parla la lingua che piace ai suoi ascoltatori
(esattamente come il padrone di casa). Tutto il mondo è paese. Ecco il link: http://www.ft.com/intl/cms/s/0/665e1018-adae-11e2-a2c7-00144feabdc0.html#axzz2RV6bqmGH.
Buona stampa.
Calano gli utili di Daimler e le vendite di Volkswagen
precipitano, ma, in un’assemblea organizzata dall’associazione delle Casse di
Risparmio, anche la Signora Merkel (esattamente come il padrone di casa) si
preoccupa della remunerazione dei depositi. E poco importa che questo implichi
la violazione di un principio che lei stessa ha sostenuto a spada tratta quando le comodava, ossia
l’indipendenza della BCE. Tutto il mondo è paese. Da noi, in fondo, la cosa più
importante perché si formi (E SAREBBE ORA!) il nuovo governo sembra essere l’abolizione o la
riduzione dell’IMU sulla prima casa. Come se questo fosse il problema.
Buona notte e buona fortuna.
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