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venerdì 7 giugno 2019

Brot und Arbeit


Come voi tre sapete, la mia voglia di scrivere si era inaridita alcuni mesi fa (l’ultimo post risale al 2 settembre dello scorso anno).
A ben vedere, la voglia di scrivere c’era ancora, ma la trattenevo perché affrontare i temi della politica e dell’economia italiane mi procurava più fastidio e più irritazione che piacere intellettuale. A ciò si aggiunga che, nel tempo, mi ero sempre più convinto dell’inutilità di questo blog: delle mie riflessioni non si sentiva certo il bisogno e quel che dicevo trovava assai modesto ascolto.
Oggi, tuttavia, ho deciso di superare le ragioni del silenzio e di scrivere di nuovo.

domenica 27 maggio 2018

Il senso di responsabilità di filosofi e politici


The Financial Times, due giorni fa, ha dedicato un lungo articolo al filosofo francese Bernard-Henry Lèvy: https://www.ft.com/content/c2b825f0-5e67-11e8-ad91-e01af256df68.
Buona stampa. Non si tratta di una classica intervista, ma di un ritratto intercalato dallo scambio di domande e risposte: un ritratto abbastanza originale di un personaggio controverso, il quale ha svolto un ruolo cruciale in alcune scelte della Francia in politica estera, in particolare in Nord Africa, in Libia, ma non solo. 

sabato 31 dicembre 2016

Non cerchiamo nemici di comodo. Piuttosto arruoliamo un alleato indispensabile

Il 2016 si conclude senza che si sia fatta chiarezza sull’effettiva capacità del governo di risolvere in modo definitivo e soddisfacente i problemi del sistema bancario italiano. Non solo molti, anzi sono pochi, gli osservatori disposti a sostenere che le misure varate nei giorni scorsi allontaneranno definitivamente tutti gli spettri che si muovono da troppo tempo attorno agli istituti di credito nazionali.

venerdì 23 dicembre 2016

Chi paga davvero il conto?

Prima ancora che per esperienza diretta, sono caratterialmente portato a pensare che in ben poche occasioni il trascorrere del tempo semplifichi i problemi. Al contrario: più una questione insidiosa e complessa viene lasciata senza soluzione, più si aggrava e cresce la dimensione delle conseguenze. 

domenica 26 giugno 2016

Produttori di macerie


Aggiungo le mie banalità alle tante chiacchiere seguite alla decisione del Regno Unito di lasciare l’Unione Europea. Temo non sarò breve e, forse, neppure troppo lineare, mi scuso fin d’ora.
Venerdì sera, su Facebook, ho scritto quanto segue (errori inclusi): “A coloro che in Italia esultano per Brexit e propongono una replica dalle nostre parti con l'obiettivo di uscire dalla UE o dall'euro, suggerirei, tra le altre cose, di valutare le condizioni di salute delle maggiori banche del paese. Unicredit è priva di guida per le beghe tra grandi soci e probabilmente ha bisogno di nuovo capitale. Di Mps non si parla, come accade dei malati gravi, difficili da curare. Due sono alle prese con una difficile fusione, segnata da conflitti di potere. Due sono state temporaneamente tenute in vita da aumenti di capitale sottoscritti da Atlante, che in parte conta su fondi statali (Cdp). Nessuna di queste storie ha origine esterne. Tutte sono riconducibili a fatti domestici, nei quali pesano molto interessi politici di vario colore e cattiva gestione non sanzionata dalle autorità di vigilanza. Tutte le banche sono state sostenute da risorse della Bce attraverso le diverse operazioni poste in essere da quando Draghi è Presidente. Abbiamo la vaga idea di cosa accadrebbe se seguissimo i disegni di Grillo o di Salvini? Dove troveremmo le risorse per sostenere e risanare le nostre banche?
Se smettiamo di credere nell'Europa e nelle sue capacità ci troveremo in un maledettissimo mare di guai. L'Europa deve cambiare, in parte tornare all'antico, ma essere forte e incisiva nei temi che contano veramente. Se non lo chiediamo noi, difficilmente lo faranno i politici mediocri che guidano anche i paesi maggiori. E serviranno lezioni di nuoto nella merda. Scusate la volgarità.

martedì 29 marzo 2016

Arrendevoli e ondivaghi

Domenica a Lahore un attentatore suicida ha provocato una strage di cristiani, molti dei quali bambini. La posizione, le dimensioni, il possesso di armi atomiche e altro ancora rendono il Pakistan un paese cruciale. 

lunedì 18 gennaio 2016

Pregiudizi e mistificazioni

Dal 9 gennaio, nella cartella “Bozze”, sono finiti alcuni post che ho deciso di non pubblicare. Giravo sempre attorno al contrasto tra Unione Europea e Italia, quindi finivo per parlare di Renzi, e ho pensato che voi, come me, ne abbiate abbastanza di lui. In tutti i sensi, non soltanto perché ne scrivo io.