Anche oggi partiamo da un argomento e finiamo chissà dove…
L’avvio lo prendiamo da Finmeccanica. E chiarisco subito che
non sono tanto ingenuo da pensare che si possano vendere certi prodotti senza
pagare tangenti. In qualche modo fa parte del mio DNA, perché mi è capitato di
essere italiano e, quindi, di vivere in un paese che non brilla certo nelle
classifiche internazionali riguardo alla corruzione. O, se vogliamo, brilla in
negativo, se per voi, come per me, la corruzione non è esattamente un fatto
positivo.
Questo per dire che sono sufficientemente realista da
comprendere come, in molti casi, per portare a casa commesse che garantiscono
posti di lavoro italiani, sia necessario ricorrere all’oliatore.
Le mie perplessità, di fronte a questa vicenda, riguardano in primo luogo il comportamento dello Stato nelle sue diverse entità interessate. Come
spiegano i tanti commenti apparsi sulla stampa. Ne scelgo tre, molto diversi
tra loro, ma ne potete trovare altri: cominciamo con Guido Gentili dal Sole 24
Ore (http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2013-02-13/ritardi-politica-081323.shtml?uuid=Ab5jJvTH),
per passare a Daniele Manca sul Corriere della Sera (http://www.corriere.it/cronache/13_febbraio_13/il-tempo-perso-su-finemccanica_afdfc1a6-75a4-11e2-a850-942bec559402.shtml)
e, infine, a Nicola Porro su Il Giornale (http://www.ilgiornale.it/news/interni/e-se-aziende-inquisite-avessero-ragione-885368.html).
Buona stampa. Non nella stessa misura, ma mi piacciono tutti
e tre. Siamo di fronte a questioni d’importanza che non esito a definire vitale
e ogni riflessione, anche se in qualche modo influenzata da una visione di
parte, aiuta a mettere a fuoco dettagli rilevanti.
Anche se per ragioni e in modi assai diversi, tre delle principali
aziende di questo paese sono diventate oggetto d’indagini anche aggressive da
parte della Magistratura. Per chi si fosse distratto, parliamo di Eni, Banca
Monte Paschi e, appunto, Finmeccanica. Il tempo e i vari gradi di giudizio
chiariranno, si spera, queste vicende. E chiariranno anche, si spera sempre, quella dell’Ilva di
Taranto. Il punto è che, e qui Porro ha ragione, in Italia esiste un
pregiudizio nei confronti dell’attività d’impresa. Un pregiudizio che
compromette la possibilità del nostro paese di confrontarsi con la concorrenza
internazionale, fattasi ovviamente più difficile per effetto della
globalizzazione. Qui si ferma la mia condivisione delle idee di Porro, nel
senso che vedo il pregiudizio, ma non vorrei che, giustificato da questo, se ne
affermasse un altro, ossia quello che ogni agire sia legittimato solo perché
porta fatturato alle nostre aziende.
Si tratta di una questione complessa, sulla quale ho molti
dubbi e quasi nessuna certezza. Quel che mi pare certo è che il quadro emerso
dalle indagini su Banca Monte Paschi e su Finmeccanica induca a temere
l’esistenza di una vasta schiera di dirigenti i quali traggono profitto dalle
zone d’ombra createsi nella gestione delle aziende stesse. Per Finmeccanica
potete leggere il pezzo di Fiorenza Sarzanini sul Corriere (http://www.corriere.it/cronache/13_febbraio_13/dalla-lega-alla-magistratura-la-ragnatela-del-presidente_68aedc90-75a4-11e2-a850-942bec559402.shtml)
e quello di Guido Ruotolo su La Stampa (http://www.lastampa.it/2013/02/13/economia/quelle-tangenti-erano-una-prassi-abituale-5WWn8NFTtxpSFuB1i7O4hN/pagina.html).
Buona stampa. Per quel che riguarda Monte Paschi, fate una
ricerca da soli sulla “Banda del 5%”.
Per farla breve: se il mercato globale, soprattutto in certi
settori, impone determinate “regole”, dobbiamo accettarle, per quanto
sgradevoli. Quello che non possiamo accettare è che il terreno fangoso non sia
accuratamente recintato e che esistano aree limacciose nelle quali s’immergono
opportunisti di vario genere.
Aggiungo, e qui ho gioco facile, che la politica, come
sottolinea Gentili, dovrebbe starsene ben lontana dalle vicende delle aziende
pubbliche e non solo, però mi pongo e vi pongo qualche domanda (pur tenendo conto che, comunque, come dimostrano le vicende di Eads, la società che controlla Airbus, la politica in certi casi il naso ce lo mette anche altrove). E’ tollerabile
il quadro d’interferenza politica che emerge nella scelta dei massimi dirigenti
di società come Finmeccanica e Monte Paschi? Siamo sicuri che i manager di
aziende così importanti debbano dedicare tanto tempo ai loro rapporti con i
politici, probabilmente trascurando i loro compiti? E’ giusto che il Presidente
di Confindustria, proprietaria del Sole 24 Ore, abbia con Orsi una
conversazione come quella riportata dalla Sarzanini?
Come sempre, io le risposte me le sono già date, adesso
tocca a voi.
Una ciliegina sulla torta. Come potrei trascurare le nuove accuse a Roberto Formigoni per le vicende della sanità in Lombardia?
Aspettiamo la Corte di Cassazione per i giudizi di colpevolezza, ma non
priviamoci del piacere di sorridere (sempre a denti stretti) per le
argomentazioni dell’ormai del tutto nero ex Presidente lombardo: http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/13_febbraio_12/formigoni-maugeri-inchiesta-lombardia-2113968136196.shtml.
Cronaca. Nessun giudizio, ma un commento: la smisurata considerazione di sé mi sembra spingere Formigoni a vieppiù ridicole
arrampicate sugli specchi.
Se poi, prima di arrivare in fondo, avete voglia di andare a
leggere come ha affrontato la questione della corruzione internazionale un
paese come gli Stati Uniti, un buon link è questo:
http://en.wikipedia.org/wiki/Foreign_Corrupt_Practices_Act
(FCPA). Tra l’altro, come ricorderanno i meno giovani tra noi quattro, la normativa
americana nacque in seguito a una vicenda che ha avuto importanti conseguenze anche
nella storia italiana. Vendere oggetti volanti è sempre stato complicato…
Ammettiamolo pure: il FCPA assomiglia abbastanza a una foglia di fico, però loro ce
l’hanno e un po’ di ordine lo ha portato.
Chiudiamo con il commento di Gramellini all’ultima, men che squallida,
recita del tizio decrepito: http://www.lastampa.it/2013/02/13/cultura/opinioni/buongiorno/innocente-siparietto-Jsp7FoPqZq81X5dUNLcX9O/pagina.html.
Buona stampa.
Buona notte. E buona fortuna.
Si conclude con "buona fortuna" uno dei tuoi migliori scritti degli ultimi tempi. Ne abbiamo bisogno! ciao Roberto
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