giovedì 28 febbraio 2013

Come se non fosse successo nulla...


Mi rassicura scoprire che i lacchè sono tornati baldamente in servizio già a pochi giorni dal voto. Che i magistrati si siano dati da fare proprio in queste ore, francamente, anche a me puzza un po’, ma questo non mi spinge certo a considerare adeguate le reazioni dello stuolo dei camerieri. Scelgo Il Giornale per la cronaca delle reazioni del Pdl alla nuova indagine sul tizio decrepito: http://www.ilgiornale.it/news/interni/berlusconi-indagato-alfano-piazza-democrazia-890916.html.
Altrove ho letto che anche la Gelmini ha usato la parola “riconferma”, qui attribuita alla Santalacchè. Guarda caso, entrambe usano un termine (immagino pensato dai maggiordomi e trasmesso ai livelli inferiori) che, tra l’altro, non si presta molto a rappresentare la realtà. A che cosa sarebbe stato riconfermato il tizio decrepito? Alla loro guida? O la riconferma si riferisce alla percentuale di voti, indubbiamente alta rispetto ai sondaggi, per quel che valgono, ma inferiore di molto a quella della tornata elettorale precedente?
Niente di cui stupirsi. Come dice Galli della Loggia, si tratta di camerieri. O, come dico io, si tratta di lacchè. Purtroppo li paghiamo noi, ma servono lui.
E veniamo al genio di una sconfitta elettorale che passerà alla storia: Pierluigi Bersani. Tanto il tizio decrepito partiva dal basso quanto lo smacchiatore fuori servizio partiva dall’alto. Eppure lui è riuscito, caparbiamente, prendendo una dopo l’altra le decisioni peggiori, a portare alla disfatta il partito che sembrava destinato a travolgere ogni resistenza e a governare senza compromessi con nessuno.
Lui e la fida cerchia dei difensori del passato, conservatori disposti alla morte pur di opporsi a qualsiasi cambiamento che desse un minimo di speranza ai giovani, alle imprese, a chi immagina un’Italia in cui prevalga il valore della persona rispetto a quello dei ruoli codificati e dei posti tutelati da un sindacato, ruoli e posti non di rado affidati a gente che non li merita affatto e che, tuttavia, viene difesa a spada tratta contro gli interessi della collettività.
Lui e lo Stalinuccio di Gallipoli, subito pronto a far commercio di cariche per provare a salvare la faccia di una burocrazia di partito che, esagero, ma non poi tanto, somiglia assai a quella di Pyongyang. Lo Stalinuccio di Gallipoli, quello dei “Capitani coraggiosi” di Telecom nonché sponsor di quell’altro cui premeva sapere se aveva una banca… Evidentemente, gli brucia un po’ non aver più un seggio in Parlamento e (io me lo auguro di cuore!) non tornare alla Farnesina. Tutto per aver dato sostegno a Bersani, ma tu guarda che disastro!
Già, Bersani, che, sdegnato, liquida come una battuta la richiesta di guidare il governo formulata da Grillo, che pure ha portato in Parlamento un numero di deputati e senatori non così diverso da quello del Pd.
Io certo non amo Grillo e il suo movimento, ma a questo punto, tignoso come sono, sosterrò la richiesta dello psiconano+barba-Mediaset. Ha ragione lui: ha altrettanto diritto di Bersani di chiedere la guida del paese. Che questo, poi, significhi un futuro migliore, beh, non riesco ancora a crederlo.
Buona notte e buona fortuna.

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