Pur non avendone mai parlato, nutrivo interesse per
il progetto politico di Oscar Giannino, tradottosi nel partito Fare per Fermare
il declino. Lo vedevo (e qualcuno tra i miei tre lettori lo sa) come un
movimento che, senza derivare nel populismo e nel paradossale annientamento nel
leader di quello di Grillo, proponeva un rinnovamento significativo del nostro
paese e si era tenuto lontano dagli schieramenti politici tradizionali
(incluso quello che fa riferimento al Presidente del Consiglio Monti, nel quale,
malauguratamente, abbondano i residuati rugginosi della Prima e della Seconda
Repubblica).
Tra ieri e oggi, si è scoperto che Giannino avrebbe “taroccato”
il proprio curriculum, inserendo titoli che non avrebbe conseguito, in
particolare un Master ottenuto presso The
University of Chicago Booth School of
Business, nella quale, tra l’altro, insegna Luigi Zingales, che è stato
uno degli animatori di Fare per Fermare il declino e che, proprio per questo, ha
rivelato la vicenda del curriculum menzognero e ha preso le distanze da Giannino
(ma, a quanto pare, non dal movimento).
La vicenda riempie le pagine dei quotidiani, sia su carta sia on line. Vi
segnalo solo un paio di link. Il primo è al Corriere della Sera, che presenta i
due curriculum di Giannino, quello presente sul sito dell’Istituto Bruno Leoni
fino a qualche giorno fa e quello che è visibile oggi (http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/Speciali/2013/elezioni/pop_curriculum.shtml).
Il secondo è a La Stampa, che sintetizza la vicenda e dà conto dell’intenzione
di Giannino di farsi da parte: http://www.lastampa.it/2013/02/19/italia/politica/giannino-pronto-al-passo-indietro-41BonB45PYsIaMOeo7HbKP/pagina.html.
Cronaca. Io avrei un paio di cose da aggiungere.
La prima riguarda Fare per fermare il declino. Oscar Giannino,
infatti, è il capolista in molte circoscrizioni elettorali del paese (http://www.fermareildeclino.it/sites/default/files/users/fabio.lazzari/camera.pdf).
Qualsiasi cosa decida di fare la Direzione del partito, difficilmente si potrà
“cancellare” Giannino dalla competizione, visto che le liste sono state
presentate da tempo. Al massimo, il giornalista potrà pubblicamente assumersi
l’impegno, nel caso in cui fosse eletto in una o più circoscrizioni, a rinunciare al mandato parlamentare. E sarebbe una toppa decente a una vicenda
della quale, sinceramente, credo il paese avrebbe fatto volentieri a meno.
Per una volta, spero mi perdonerete, manco all’impegno di
non ricorrere al turpiloquio, ma qui c’è soltanto una parola che spiega la
situazione: sputtanamento. Giannino ha dato un contributo fondamentale allo
sputtanamento del paese, inserendosi alla grande nella scia dei tanti che, da
anni, lavorano per far apparire l’Italia assai peggiore di quanto non sia.
Certo, il povero Giannino ha colpe molto inferiori a quelle di altri.
Pensiamo soltanto al tizio decrepito…
A proposito del tizio decrepito, ieri, quando si è saputo
del post di Zingales, ha pensato bene di chiedere le dimissioni di Giannino.
Riporto un brano di un articolo del Sole 24 Ore firmato da Lina Palmerini (http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-02-19/giannino-mente-master-chicago-064116.shtml?uuid=AbZn0jVH&fromSearch):
“…Silvio Berlusconi,
per esempio, prima ha provato con l'umorismo – «Giannino doveva essere in
coalizione con noi ma quando l'abbiamo fatta era a Chicago a prendere un
master» – poi ha chiesto le sue dimissioni «come accadrebbe in un paese come la
Germania dove un ministro ha lasciato per una tesi copiata».
Cronaca. Alla quale, diversamente dal solito, aggiungo un
voto: così e così. La motivazione la trovate più avanti.
Con le parole che ho riportato, il tizio decrepito supera
anche se stesso nella faccia tosta e nell’assurdo (lui e Formigoni devono
partecipare a qualche forma di competizione segreta…). A parte il fatto che non capisco
da cosa Giannino dovrebbe dimettersi, visto che non ha incarichi pubblici,
ricordo che nell’ultimo governo presieduto dal tizio decrepito sedeva un
sottosegretario che aveva fatto esattamente come Giannino,
ossia aveva manomesso il proprio curriculum e accampato titoli non conseguiti.
Parliamo di Daniela Santanchè (http://archiviostorico.corriere.it/2011/marzo/24/Ecco_corso_della_Santanche_alla_co_9_110324017.shtml
e
http://www.corriere.it/politica/11_marzo_22/santanche-bocconi-oggi_3ea66fe2-54a1-11e0-a5ef-46c31ce287ee.shtml).
Costei rimase in carica e il tizio decrepito, che ieri si è ricordato il caso Zu Guttemberg, allora non vide il nesso…
Niente di cui stupirsi, intendiamoci, in molte persone
anziane si riscontrano problemi di memoria, non necessariamente strumentali. Mi
pare di aver già parlato del diradarsi dei neuroni e del loro interfacciarsi in
maniera imperfetta… Credo sia questa la ragione per cui il tizio decrepito,
oltre a dimenticare il caso della sua sottosegretaria Santalacchè… ooops,
Santanchè, ha dimenticato anche che la Germania è il nostro nemico acerrimo, da
cui nulla viene di buono, men che meno esempi in tema di correttezza
istituzionale o moralità.
Della vicenda della Santalacchè (mi piace) avrebbe dovuto
ricordarsi anche la Palmerini e scriverne. Per questo le ho dato un voto non positivo.
Quanto a Giannino, ora dia un esempio maiuscolo e svanisca, per sempre e da ovunque, con i suoi completini (lui e Formigoni devono partecipare a qualche forma di competizione segreta...).
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