Lo scoramento di lunedì sera non mi ha abbandonato. Fatico
ancora a credere che la maggioranza degli italiani si sia fatta abbindolare
da due parolai, per quanto abili, ossia Grillo e il tizio decrepito.
Naturalmente rispetto la decisione di chi ha votato M5S e Pdl, ci mancherebbe!
Eppure avrei preferito una più alta percentuale di
astensione che avrebbe da un lato testimoniato comunque l’insofferenza e la
rabbia (più che legittime) verso la classe politica e dall’altro avrebbe
dimostrato la capacità di sottrarsi alle lusinghe di un uomo che, in diciannove
anni, ha mantenuto quasi esclusivamente le promesse fatte a se stesso e ha
realizzato quasi esclusivamente misure che avevano poco a che fare con gli
interessi degli italiani.
Due parolai che, guarda caso, hanno scarsa simpatia per il
confronto con interlocutori non ammaestrati, che si sottraggono al dibattito
pubblico, che concepiscono la comunicazione come un processo che si svolge
soltanto in una direzione, ossia da loro a chi li ascolta. Non è questo il
genere di leader che mi piace.
Concentrandoci sul tizio decrepito, vorrei sapere quanti di
quelli che l’hanno votato sanno chi entrerà in parlamento con la casacca del
Pdl. Mi piacerebbe sapere quanti, per esempio, sono felici di vedere che il già
celeste, ora nero come la pece per le varie indagini di cui è oggetto, avrà un
seggio al Senato, un privilegio che in nessun paese al mondo sarebbe concesso a
qualcuno nell’attuale situazione giudiziaria di Formigoni. Alla Camera entrerà
Daniela Santanchè, colei che ha, come Giannino, mentito sui propri titoli di
studio. Giannino, giustamente, è stato sbeffeggiato duramente dal tizio
decrepito, che ne ha anche chiesto le dimissioni da non si sa cosa. La
Santalacchè, invece, se la porta a Montecitorio, si vede che non può proprio
farne a meno. E mi fermo qui, anche se ci sono numerosi parlamentari del Pdl
che meriterebbero considerazione… E anche negli altri partiti.
Certo, resta la soddisfazione di vedere che Fini non ha
trovato neppure uno sgabello. Non facciamoci illusioni, però: sarò sospettoso e
pessimista, ma temo che subiremo (e sosterremo economicamente) ancora a lungo
l’onere della sua nascita in territorio italiano. E, quel che è peggio, temo
che lui non avrà il pudore di starsene fuori dai piedi. Tornerà ad agitare il
suo ditino come un professore e a dispensare la sua presunta saggezza, anziché
andare a vivere a casa di suo cognato e a farsi mantenere da lui (con quanto risparmiato con qualche buon colpo nel mercato immobiliare può farlo).
Lasciamo stare, perché pensare alla mediocrità della classe
politica italiana degli ultimi vent’anni fa molto male a voi tre, ma anche a
me.
Vediamo, invece, due articoli che mi sembrano meritare
attenzione. Entrambi tratti dal Corriere di oggi. Il primo è l’editoriale di
Galli della Loggia, di cui condivido ampiamente la prima parte, ma non riesco a
seguirlo nel pur timido segno di ottimismo riguardo alla possibilità che Grillo
possa cambiare davvero la qualità della politica italiana. Proprio Galli della
Loggia ha più volte rilevato, così come Panebianco e altri su altri giornali,
che è la qualità della classe dirigente italiana a essere del tutto inadeguata.
E che esistono tutta una serie di interessi che legano politica, burocrazia
pubblica, organizzazioni sindacali e imprenditoriali, imprese a capitale
pubblico e privato, interessi che frenano qualsiasi tentativo di rinnovare
l’Italia. Non vedo come Grillo, con il suo modo di procedere, possa riuscire a cambiare davvero questo stato
di cose. La realtà, purtroppo, è diversa da come ci piacerebbe che fosse o ci
fa comodo rappresentarla. E l'esperienza di Parma, che mi pare positiva, è esemplare di quanto la pratica spesso si ponga assai lontano dalla teoria.
Torniamo al pezzo di oggi di Galli della Loggia, ora dovete
leggerlo voi e farvi le vostre opinioni, non perdere tempo con le mie: http://www.corriere.it/editoriali/13_febbraio_27/Atlante-populista-italiano-della-loggia_39c34d86-80bb-11e2-b0f8-b0cda815bb62.shtml.
Buona stampa.
L’altro articolo è di Lucrezia Reichlin economista italiana
(figlia di importanti esponenti della sinistra) con una brillante carriera
internazionale: http://www.corriere.it/opinioni/13_febbraio_27/reichlin-giusto-chiedere-ascolto-europa_2a83224e-80b4-11e2-b0f8-b0cda815bb62.shtml.
Buona stampa. Reichlin ci ricorda che la durezza con cui
l’Europa ci ha imposto e c’impone una politica di bilancio rigorosa trae
origine dalla nostra incapacità di accreditarci come interlocutori affidabili dei
principali partner europei. E come tale incapacità nasca proprio da quel
groviglio d’interessi che ha influenzato e tuttora influenza negativamente il
governo del nostro paese. Tanti interessi che sono espressione di altrettanti
egoismi, quei sentimenti che (chiudo tornando allo scoramento di cui parlavo
all’inizio) sono all’origine del voto di larga parte degli italiani. In modo e
in misura assai diversi, e questo significa che ho di loro un’opinione molto
diversa, Grillo e il tizio decrepito hanno conquistato tanti voti andando a
sollecitare proprio quegli egoismi. E tanti italiani, direi troppi, non hanno
resistito a quelle sirene. La classe politica cambierà solo se cambieremo prima
noi.
Buona notte e buona fortuna. Ci sta, eccome se ci sta.
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