Da tempo Milena Gabanelli va sostenendo che misure volte a
restringere drasticamente l’impiego del contante darebbero un formidabile
contributo nella (essenziale) lotta all’evasione fiscale, e anche alle altre forme di economia sommersa (e anche criminale) che in assenza di contanti non potrebbero
prosperare.
Oggi il Corriere della Sera pubblica un nuovo intervento
della conduttrice di Report, in cui articola meglio la sua proposta e illustra
con chiarezza il quadro in cui si inserisce (http://www.corriere.it/inchieste/reportime/economia/12_agosto_22/usocontante_e9b4e112-ec2f-11e1-9004-4e22268e2993.shtml).
Buona stampa.
Come lei stessa ammette, Gabanelli non è la più ferrata
esperta di materia economica, ma le sue considerazioni non sono per nulla
campate in aria e, soprattutto, il suo articolo ha il merito di porre in
evidenza il nodo apparentemente inestricabile del problema,
ossia quello se si debba prima tagliare le tasse o prima riportare alla luce
del sole tutta l’enorme massa di movimenti economici che si svolgono nell’ombra.
E di proporre una soluzione che, in effetti, sembra poter risolvere la
questione e consentire, nello stesso tempo, di ridurre l’incidenza delle
imposte e recuperare gettito. Sicuramente non sarà tutto semplice e la stessa Gabanelli
ne sembra consapevole, ma è pur sempre una delle (pochissime) proposte sensate
che consentirebbe di agire su entrambi i lati del problema.
Certo più ragionevole che pensare di vendere qualche centinaio di miliardi di patrimonio pubblico in poche settimane o altre amenità del
genere suggerite dai leader politici, sempre alla ricerca di qualche minuto di
attenzione e non di soluzioni praticabili.
Nessun commento:
Posta un commento