Io acquisto almeno due quotidiani ogni giorno. Uso il verbo acquistare
non casualmente, perché, a volte, accade che quei quotidiani io li legga
poco o pochissimo. Succede raramente, ma succede che abbia a malapena il tempo
di scorrerli, di leggere solo titoli, occhielli e catenacci.
E’ infrequente, però, che non riesca a leggere almeno gli editoriali: m’impongo di farlo anche quando costa fatica perché accade a
tarda sera, quando i pochi neuroni naturalmente disponibili sono già in gran
parte addormentati.
Mi va di raccontare com’è andata oggi. E credo che sia la
prima volta in cui mi consento di parlare di me. Dicono che i blog esistano anche
per sfogare il proprio narcisismo: non sarò certo io a prendermi la briga di
negarlo e, soprattutto, di dimostrare che non è così.
Oggi sono uscito circa un’ora prima del solito, ho comperato
i quotidiani in fretta e furia e in fretta e furia ho letto l’editoriale del
Corriere della Sera di oggi, a firma di Giovanni Belardelli. Deliberatamente,
anche perché sono stanco, ho deciso di non rileggerlo. Ricordo, però, con
chiarezza l’ironia con cui riferisce le parole di Cicchitto, quelle stesse
parole, che, lette nei giorni scorsi in vari occhielli e catenacci, mi avevano
procurato un’enorme irritazione.
Adesso, forse, riprenderò in mano il Corriere e cercherò di
leggere altri pezzi, ma non potrò smettere di essere grato a Belardelli per
aver posto nel giusto rilievo quanto assurde siano le parole di Cicchitto.
Il link all’editoriale di oggi del Corriere della Sera è
questo: http://www.corriere.it/editoriali/12_agosto_28/il-crepaccio-invisibile-belardelli-editoriale_26f3edba-f0cd-11e1-a005-0150214880db.shtml.
Buona stampa.
Se trovate il link che spiega in quale modo Cicchitto sia
utile all’Italia, vi prego di farmelo sapere.
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