Le mie perplessità su Julian Assange le avevo già
manifestate qualche mese fa, in tempi che mi viene da definire non sospetti.
Quanto accaduto ieri a Londra conferma quanto vi sia ambiguo e di
opportunistico nei comportamenti del fondatore di Wikileaks. A cominciare dalla
scelta di un avvocato tanto discusso quanto l’ex giudice spagnolo Garzon,
espulso dalla magistratura del suo paese per una serie di comportamenti
inadeguati all’incarico (http://it.wikipedia.org/wiki/Baltasar_Garz%C3%B3n).
Potete trovare su tutti i quotidiani ampi resoconti del
discorso che Assange ha tenuto dal balcone dell’ambasciata ecuadoregna. Mi
limito a indicarvi quello de La Stampa: http://www3.lastampa.it/esteri/sezioni/articolo/lstp/465900/.
Osservo che mi pare quanto meno sospetto, a fronte di una
dichiarazione ufficiale del Governo Svedese che ricorda la norma in base alla
quale la Svezia non può estradare nessuno verso paesi in cui esiste ancora la
pena di morte (quindi anche gli Stati Uniti), il volersi sottrarre al processo
per reati sessuali nel regno scandinavo.
E credo che ci sia da riflettere attentamente sul quest’uomo
che ieri ha elogiato il Presidente dell’Ecuador, dimenticando però qualche
dettaglio non trascurabile, ricordato da Fabio Cavalera sul Corriere di oggi:
Buon stampa.
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