Come non prendere avvio dalla prova d’intelligenza
(l’ennesima, non si riesce più a tenerne conto!) offerta ieri da Maurizio
Gasparri, una delle punte di diamante del partito del tizio decrepito (cosa
volete farci, questo, a quanto pare, ci meritiamo):
Cronaca. Il contenuto, ovviamente, si commenta da solo.
Sulla questione del riscatto (eventualmente) pagato per
liberare le due ragazze italiane rapite in Siria, la mia opinione, per quel
poco che vale, è la seguente: pagare riscatti, soprattutto a organizzazioni
terroristiche internazionali, è un errore per tante ragioni, prima tra tutte il
fatto che il denaro pagato alimenta l’azione di questi gruppi.
Detto questo, mi sento di aggiungere che l’Italia deve
prodigarsi per proteggere la vita dei suoi cittadini anche fuori dai propri
confini e, senza pagare riscatti, tentare ogni strada per ottenere lo scopo.
Deve, altresì, pretendere che tutte le organizzazioni attive in aree pericolose
adottino un dispositivo di sicurezza adeguato, che riduca al minimo anche il
rischio di sequestro di cittadini italiani. Il generoso impulso altruistico che
caratterizza molte missioni umanitarie non dovrebbe prescindere dalla prudenza.
La materia, dunque, mi sembra che dovrebbe essere valutata
con un po’ di attenzione, considerando tutte le implicazioni di un argomento
complesso.
Ciò oggi non accade. Se fossimo un paese serio, con una
classe dirigente degna di questo nome, anziché perdere tempo a scrivere stupidi
“cinguettii”, i politici dovrebbero dedicarsi alla definizione di un quadro
normativo in materia.
Naturalmente sono ben consapevole di auspicare
l’impossibile. Dai politici che abbiamo non ci si può aspettare niente di
buono. Leggete, a riguardo, l’editoriale odierno di Luca Ricolfi sul 24 Ore: http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2015-01-18/la-macchina-incertezza-141047.shtml?uuid=ABoldyfC.
Buona stampa.
Sempre da Il Sole 24 Ore di oggi, vi suggerisco un articolo
di Carlo Bastasin dedicato ai retroscena della famosa frase di Mario Draghi
pronunciata nel luglio del 2012: http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2015-01-18/cosi-nacque-whatever-it-takes-142215.shtml?uuid=ABI8myfC.
Buona stampa. Si tratta di un brano tratto da un libro
pubblicato da Brookings Institution Press
e intitolato Saving Europe: Anatomy of a
Dream. Credo valga la pena di procurarselo.
Proseguiamo con due pezzi, non freschi di giornata, ma utili perché aiutano a riflettere sul rapporto tra religione musulmana e
terrorismo.
Il primo, dal Corriere di giovedì, è l’intervista di Marco
Garzonio a Padre Pierbattista Pizzaballa, Custode di Terra Santa:
Buona stampa.
Copio e incollo alcune frasi che mi sembrano meritare
rilievo: “L’Occidente non ha compreso
molto la complessità del Medio Oriente. Prima l’ha visto sotto il profilo
dell’occupazione coloniale. Poi per soddisfare i propri bisogni economici ed
energetici. Risultato? In Iraq e Libia si son fatti errori. Si volevano fermare
dei dittatori, con i quali s’erano avuti rapporti di convenienza? Ci poteva
stare, ma le iniziative si prendono se si ha in mente cosa può accadere. Le
primavere arabe hanno espresso un cambiamento, ma quando s’è trattato di
definire il dopo movimenti spontanei sono stati sequestrati dai fanatismi. I
cambiamenti non sono finiti, ci aspetta un periodo di trasformazioni. Per
esempio l’Isis non proseguirà nel tempo. Dobbiamo sapere che non si può puntare
alla situazione precedente, che non ci saranno un Iraq o una Siria stati
nazionali come in passato”.
Chissà che anche i politici occidentali leggano queste
parole. Mi ripeto, ma lo faccio volentieri, sostenuto dalle parole di una
persona esperta di religione e di Medio Oriente come Padre Pizzaballa: il
terrorismo di matrice islamica trae origine anche da una grave serie di errori,
sia d’interpretazione sia di azione, da parte dei paesi occidentali. Ovviamente
questo non significa che dobbiamo rinunciare a difenderci, ci mancherebbe. Serve
solo a sottolineare che, in futuro, si dovranno prendere decisioni meno avventate e
frettolose di quelle prese negli scorsi anni.
Chiudiamo con un articolo, pubblicato sul Washington Post di
venerdì, di Asra Q. Nomani (http://en.wikipedia.org/wiki/Asra_Nomani):
http://www.washingtonpost.com/opinions/meet-the-honor-brigade-an-organized-campaign-to-silence-critics-of-islam/2015/01/16/0b002e5a-9aaf-11e4-a7ee-526210d665b4_story.html?hpid=z2).
Buona stampa. La visione stimolante di un personaggio non allineato e non ortodosso.
Per salutarvi ho scelto un brano musicale di un duo
formidabile, formato da Charlie Haden e Pat Metheny, due strumentisti che hanno
scritto (e soprattutto eseguito) pagine fondamentali del jazz. Il pezzo è di Ennio Moricone: il tema principale della colonna sonora di Nuovo Cinema Paradiso.
Il pezzo sul Washington Post e' veramente interessante. La dice tutta su molte cose.
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