Qualche anno fa, all’alba di questo blog che voi tre ancora
vi ostinate a leggere, ho scritto per ben due volte che Angela Merkel era la
continuazione di Hitler con altri mezzi (http://ilmiosecchiellodacqua.blogspot.it/2011/12/andiamo-male-anche-in-europa.html
e http://ilmiosecchiellodacqua.blogspot.it/2012/06/cento-giorni.html).
E avevo anche dedicato alcuni post alle conseguenze della brutale austerità
imposta alla Grecia dalla Troika (se avete voglia, cercateli voi, mi sono già
citato anche troppo).
Questo per dire che mi sento autorizzato a criticare Tsipras
e la scelta dei compagni di strada che ha voluto per la sua esperienza di
Presidente del Consiglio greco.
Oggi, di questa scelta, ha scritto Gramellini nel suo
Buongiorno: http://www.lastampa.it/2015/01/27/cultura/opinioni/buongiorno/il-patto-del-nazarakis-AFEKvYJkkz7lm5StmrnKSM/pagina.html.
Buona stampa. Gramellini è buona stampa anche quando
sbaglia… Meglio: anche quando scrive cose che non condivido, il che non
equivale a sbagliare, tutt’altro. La sua interpretazione dell’alleanza tra
Tsipras e Kammenos, però, non mi convince. A me puzza di tatticismo. E’ proprio
una questione di fiuto, non razionale e meditata, però… però… mi viene in mente
quando, alle elementari, mi hanno insegnato a non sommare le mele con le pere.
Dopo di che, come ho letto dappertutto, ormai è probabile che
la Grecia non sia il siluro che affonda la malandata corazzata europea.
Venendo alle cose di casa, mancano poche ore alla prima
votazione per eleggere il Presidente della Repubblica. Sempre affidandomi al
fiuto (per ragioni di età, forse, il mio senso migliore), ho l’impressione che
si parta con il piede sbagliato. Vedremo. Sul tema, quindi, vi suggerisco una
lettura in chiave diversa, quella di Alessandro Sala sul Corriere di oggi: http://seigradi.corriere.it/2015/01/27/vorrei-un-presidente-che-sappia-usare-twitter/.
Stampa così e così. Capisco che possa volere un Presidente
al passo con in tempi, ma credo sarebbe meglio auspicare una popolazione
giovane capace anche di non servirsi solo dei social network per apprendere e
comunicare.
Quanto ai nomi che circolano, io mi auguro ardentemente che
cancellino subito quello di Giuliano Amato. Non posso immaginare un Presidente
della Repubblica peggiore di lui, che rappresenta tutti i difetti della
politica italiana degli ultimi decenni e che è stato l’artefice della più spudorata,
tra le tante, operazione con cui l’apparato dello Stato e la classe politica hanno
imposto ai cittadini di sostenere il costo dei suoi errori (http://it.wikipedia.org/wiki/Governo_Amato_I).
Parliamo di un prelievo forzoso che si è applicato anche, ad esempio, ai conti
che le imprese avevano per gli “effetti al buon fine”, ossia per somme che non
erano e, in molti casi, non sono mai entrate nelle casse delle aziende stesse.
E non dimentichiamo che Amato è, probabilmente, l’italiano che maggiormente
costa ai suoi concittadini, potendo vantare pensioni e vitalizi per oltre
30.000,00 (Trentamila//00) euro al mese! Amato proprio no!
Chiudiamo con la musica, ma con spirito diverso dal solito.
Anche oggi si celebra un anniversario. Sapete tutti di quale avvenimento si
tratta. Ascoltiamo una canzone di Francesco Guccini. Per quel che vale il mio
giudizio, la più bella canzone italiana sull’Olocausto: La Canzone del Bambino nel Vento. La ascoltiamo nella versione, credo, più famosa, quella de I Nomadi.
Roberto ciao. Hai scelto i Nomadi, da secoli non la sentivo, bellissima, indimenticabile, un capolavoro di Guccini e di chi la suona e la canta. Marco
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