Come di consueto, di fronte al vile massacro della redazione
di Charlie Hebdo, i politici italiani non rinunciano a volare basso basso,
incapaci di sottrarsi al bisogno di guardare anche gli eventi più drammatici
con le modeste lenti deformanti delle zuffe da pollaio della LORO politichetta
provinciale.
Non farò a nessuno il favore di riprendere articoli che
citano le corbellerie (come vorrei usare un'altra parola!) di questo o di
quello. Lascio a voi, se proprio ne sentite il bisogno, il compito di dragare
la melma e tirare fuori i commenti degli inetti parolai ai quali, purtroppo,
abbiamo consentito di rappresentarci, con la sola scusante di sistemi
elettorali costruiti apposta per dar modo ai peggiori di essere eletti.
Il barbaro assassinio di Parigi è solo l’ultimo di una serie
di attacchi al cuore del mondo occidentale, quel mondo nel quale, con gli ovvi
limiti dell’umano agire, si sono affermati principi filosofici, giuridici e
religiosi e modelli di vita che meglio si prestano ad appagare le aspirazioni
degli individui. Di tutti gli individui, anche di quelli che rifiutano quei
principi filosofici, giuridici e religiosi e quei modelli di vita e pretendono di imporne di diversi,
frutto di un’interpretazione deformata della propria fede.
Come scrivevo l’altra sera, sull’onda anche dell’impatto
emotivo, le colpe di quanto avvenuto in Rue Nicolas Appert vanno attribuite a
tanti.
In particolare, attirerei ancora la vostra attenzione su quei paesi
che, come ho già scritto, non si fanno troppi scrupoli nel finanziare i
movimenti terroristici più pericolosi del panorama islamico, molti dei quali,
tra l’altro, hanno sviluppato autonomi metodi per procurarsi risorse impressionanti con cui sostenere le proprie azioni.
Su Il Sole 24 Ore di oggi si occupa di questo tema Claudio
Gatti, uno dei migliori giornalisti investigativi italiani:
Buona stampa.
Ai dati dell’indagine di Gatti si possono aggiungere quelli
di Roberto Bongiorni che, sempre sul 24 Ore, offre un’accurata descrizione del
fenomeno dei cosiddetti retournès: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2015-01-09/un-esercito-reduci-guerre-medio-oriente-063654.shtml?uuid=ABaIkCbC.
Buona stampa. I dati di quest’ultimo articolo fanno strage
degli argomenti patetici dei populisti di ogni Paese europeo, in primo luogo di
quelli italiani, purtroppo tanti e di pessima caratura anche per la categoria.
E’ del tutto evidente che non esiste, e non potrebbe esistere, una matrice
comune tra i musulmani francesi e quelli scandinavi, tra quelli tedeschi e
quelli inglesi. Si tratta di comunità nate in tempi e con modalità totalmente
diversi e sulle quali l’ombra del passato è in qualche caso spessa in qualche
altro assente. Detto altrimenti, un membro di seconda o terza generazione della
comunità musulmana francese porta nel proprio bagaglio, tra l’altro, i rancori
di una colonizzazione che non può avere un esponente della comunità tedesca o
svedese.
Se non avessero implicazioni così drammatiche, le sbrigative
analisi opportuniste dei politicanti da strapazzo che, purtroppo, pullulano in
Europa potrebbero far sorridere ironicamente perché costoro, nel valutare la
questione musulmana, si muovono con logica poco diversa da quella dei fanatici
che imbracciano il kalashnikov e il Corano. E con la medesima volontà di
capire.
Mi piace, per cercare di rimanere alto, suggerirvi la
lettura di un pezzo di The Economist:
Buona stampa. Direi ottima. Grazie a Roberto (http://www.whatsmoneyfor.com/) che mi ha
segnalato questo articolo, così lontano da quello, sconcertante, del Financial
Times nel quale si lasciava intendere che gli autori di Charlie Hebdo “se
l’erano cercata”. Già, un articolo di cui non vi do il collegamento perché mi
ha infastidito e, probabilmente, m’indurrà a porre fine all’abbonamento al
quotidiano inglese.
Se l’erano cercata… Viene in mente Andreotti che aveva usato
parole simili riguardo all’Avvocato Giorgio Ambrosoli, liquidatore della Banca
Privata Italiana di Michele Sindona. Quale destino iniquo accomuna a volte gli
uomini che, in diverso modo, combattono per difendere il bene collettivo.
Uccisi e sbeffeggiati.
Giova, perciò, leggere il Buongiorno di Gramellini, che
spiega meravigliose ovvietà: http://www.lastampa.it/2015/01/09/cultura/opinioni/buongiorno/checkpoint-charlie-fgKcpl9gDlwN70cufbcSrM/pagina.html.
Buona stampa.
Je suis Charlie.
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