Sono tornato in possesso di una connessione adeguata. Questo
dovrebbe permettermi di rivitalizzare il blog.
Anche volendo, non è che gli argomenti possono scostarsi
tanto da quelli che avevo considerato negli ultimi post.
Torniamo, quindi, alla questione dei contributi dello Stato ai partiti, in
particolare i cosiddetti rimborsi elettorali. Che siano realmente rimborsi,
infatti, non è affatto vero. Un breve e chiarissimo studio di Boeri e Bordignon
sul sito LaVoce.info spiega come stanno le cose (http://www.lavoce.info/articoli/pagina1003003.html).
Buona stampa.
Sempre in materia, ieri sera, cedendo a un impulso
autolesionista, ho deciso di seguire per un po’ la trasmissione di Lilli Gruber
su La7, nella quale era ospite niente meno che quella fresca novità della
politica italiana che si chiama Rosy Bindi. Per fortuna, il mio masochismo non
è inesauribile e, dopo una mezzoretta, ho spento il televisore e sono passato a
un meraviglioso CD di Charlie Haden, Nocturne.
La7 offre la possibilità di rivedere on line le puntate di
Otto e mezzo. Questo è il link alla trasmissione di ieri sera: http://www.la7.tv/richplayer/index.html?assetid=50260199.
Merita di essere ascoltata, così potrete sentire con le vostre orecchie la
Bindi sostenere che è necessario che i partiti ricevano anche i 100 (CENTO)
milioni (MILIONI) di euro di rimborsi previsti in pagamento nelle prossime
settimane. Se per caso ve ne foste scordati, questo germoglio della politica,
una sicura promessa nel firmamento degli statisti planetari, era membro
dell’esecutivo nazionale di quel partito, la Margherita, il cui tesoriere
(proprio lui, Lusi, quello cui ancora paghiamo lo stipendio di senatore) si è fregato un bel po’ di milioni (ancora non si sa esattamente quanti).
Ora io posso anche riconoscere che Rosy Bindi non deve, per
il fatto di non essersi accorta del topo che rosicchiava il formaggio,
suicidarsi, tuttavia sarebbe molto dignitosa (e rispettosa dei cittadini) la
scelta del silenzio definitivo e assoluto, magari praticata dopo essersi
ritirata in un convento di clausura con la rinuncia a stipendio e vitalizio.
Cosa ha nella testa una persona che ancora ha la spudoratezza di chiedere che
vengano versati ai partiti rimborsi cui non hanno diritto? Come può essere così
priva di buon senso e di decenza da non rendersi conto che ai milioni di
italiani che non arrivano a fine mese non gliene può fregare di meno
dell’apparato del PD impegnato a preparare le politiche del prossimo anno? Non
ci interessa chi vincerà le prossime elezioni, ci interessa che si presentino
persone per bene, non quella marmaglia che sopportiamo da anni. Il cancro sono
loro e la nostra repulsione nei loro confronti è la reazione anche troppo
blanda di un organismo spossato dalla presenza di una malattia così estesa e
così grave.
Osservo, da laico, che mi pare offensivo anche per i
fondamenti della religione cristiana che Rosy Bindi osi sostenere certe tesi
quando lo Stato italiano, non pagando i propri debiti, ha spinto e spinge ogni
giorno troppe persone al suicidio.
No, adesso che ci penso ho proprio sbagliato: Rosy Bindi
deve uccidersi. Vi ricordate il laccio rosso di Salgari. Bene, ne mando uno
alla Bindi e mi auguro vivamente che ne faccia rapidamente uso. Non avevamo
bisogno di lei quindici anni fa, adesso è diventata irrimediabilmente nociva.
Per tornare a respirare aria pulita, chiudo con i link a una
recensione del CD di Haden (http://jazztimes.com/articles/17859-charlie-haden-s-nocturne)
e a un brano tratto dall’album.
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