Tutto si potrà di Pier Ferdinando Casini, tranne che manchi
di coraggio. Oggi il Sole 24 Ore ospita una sua lettera la cui lettura vi
suggerisco non per la qualità del contenuto, ma per vostra opportuna conoscenza
(http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2012-04-29/futuro-tecnici-politici-150521.shtml?uuid=AbdCuJVF).
Al posto di Casini, il quale, come ricorderete meglio di me, fa politica da
ben oltre vent’anni e ha avuto ruoli di grande rilievo e ha fatto parte di
parecchie maggioranze parlamentari, io mi guarderei bene dal commentare le
vicende politiche italiane come se fossi sceso dall’astronave cinque minuti
prima. Se la politica in Italia è ridotta come sappiamo, non è che Casini si
può permettere di fare il commentatore distaccato e sostenere che sta lavorando
per consentire quel cambiamento di cui abbiamo effettivamente un bisogno
disperato: lui non è stato un testimone, ma è stato un protagonista dello
scempio. E lo è ancora, visto che, tanto per dirne solo una, ha partecipato alla stesura di quel pasticcio di riforma elettorale di cui si legge sui giornali.
Forse Casini se n’è scordato, ma era Presidente della Camera quando è
stata promulgata la legge elettorale nota come Porcellum piuttosto che tutta una serie di norme sulla giustizia
che rispondevano a esigenze, come dire?, particolari… Anche lui, che (come dicevano i nostri nonni) ha fatto un buon matrimonio (il secondo; però voi non dovete mai
separarvi e men che meno risposarvi perché alla Chiesa non piace. Lui può, ma
voi no) e percepisce qualche euro più di noi dallo Stato ogni mese, sarebbe il caso che evitasse di
prenderci in giro e si togliesse di torno. Da uno come Casini, scusate, non
ci possiamo aspettare nulla di buono se non proclami, chiacchiere e lettere inconcludenti. Qualsiasi cosa dica, pure lui è la malattia, non la cura.
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