Visualizzazione post con etichetta Napoletano. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Napoletano. Mostra tutti i post

lunedì 6 ottobre 2014

Monumenti


Ci sono giorni nei quali i quotidiani offrono poco da leggere e altri nei quali si arriva all’ora di andare a dormire con un po’ di rammarico perché resta ancora qualche articolo interessante che, generalmente, si fatica a riprendere nei giorni successivi. Questo è vero per me, quantomeno.
Ieri, per esempio, era uno di quei giorni. Il Sole 24 Ore era denso di pezzi tutti degni di lettura e di riflessione. Ci torneremo tra un attimo, dopo una rapida divagazione.
Ho già detto del mio disamore per il calcio, in particolare quello italiano di club. Un sentimento che si è nutrito dell’emergere continuo di “scandali scommesse” (che scandali, quindi, non sono più, visto che paiono regola e non eccezione) e dell’affermarsi di personaggi, in campo e fuori, semplicemente disgustosi.
Per questo, ieri sera, leggere il pezzo dedicato da Francesco Piccolo a Dino Zoff su La Lettura è stato veramente un momento emozionante, perché la vita del più grande portiere italiano di tutti i tempi è di quelle che mettono in pace non soltanto con il mondo del calcio. Questo è il collegamento: http://lettura.corriere.it/dino-zoff-un-anti-italiano-vero/.
Buona stampa. E, soprattutto, un Uomo.
E veniamo al Sole 24 Ore e ai tre articoli che mi sembra giusto consigliarvi, tra i tanti.
Cominciamo con un personaggio che ha avuto un ruolo essenziale nella vita di una città straordinaria e affascinante come Hong Kong: Chris Patten (http://en.wikipedia.org/wiki/Chris_Patten), l’ultimo Governatore di Sua Maestà Elisabetta IIa, quello che nel luglio del 1997 ha raccolto la bandiera del Regno Unito ammainata per l’ultima volta, sostituita da quella della Repubblica Popolare Cinese.
Non è un caso, dunque, che il suo articolo offra molti punti interessanti per valutare la ribellione della popolazione di Hong Kong di questi giorni. Un evento che può avere ripercussioni anche lontano dal Mar Cinese Meridionale. L’articolo di Chris Patten lo trovate qui: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-10-05/a-hong-kong-gioco-stabilita-cinese-142259.shtml?uuid=ABRtOD0B&fromSearch.
Buona stampa. Che alimenta in me un tenue rimpianto per non aver potuto, nel 1997, realizzare il desiderio di assistere al passaggio della città dal Regno Unito alla Cina. Un desiderio dettato dal ricordo di due brevi, ma significativi soggiorni a Hong Kong, di cui avevo potuto percepire l’atmosfera seducente e anche vagamente torbida. Una città davvero unica.
Il secondo articolo è di Luigi Zingales, mio illustre concittadino, che offre un’analisi molto puntuale e comprensibile dei problemi dell’unione monetaria europea: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-10-05/bruxelles-faccia-rotta-unione-fiscale-081102.shtml?uuid=AB3YhA0B&fromSearch.
Buona stampa. Zingales non ha paura di farsi qualche nemico o di alimentare qualche inimicizia. Questo mi piace.
Ultimo suggerimento, il pezzo del direttore, Roberto Napoletano, per l’inserto culturale:
Buona stampa. Nella sua rubrica Napoletano cerca sempre di raccontare persone o eventi che possano attenuare il pessimismo per il futuro del nostro Paese. Anche in questo caso lo fa, ma in maniera che mi pare particolarmente rasserenante, anche grazie allo schizzo di un grande della nostra letteratura come Raffaele La Capria. E un po’ lo invidiamo, ma anche lo ringraziamo, perché ci porta con sé da Ferrara a Capri, due tra le tante meraviglie d’Italia. Meraviglie che la mamma descritta da Napoletano certamente non merita. E come lei, purtroppo, tanti italiani.
Un grande del jazz, un vero monumento: John Lewis (http://en.wikipedia.org/wiki/John_Lewis_%28pianist%29), il pianista che è stato il leader, a tratti controverso, di quella formazione straordinaria che era il Modern Jazz Quartet (http://en.wikipedia.org/wiki/Modern_Jazz_Quartet). Ve lo propongo in una versione un po’ inconsueta, ossia come solista, in un brano che s’intitola I Can’t Get Started.


Per chiudere, corre l’obbligo, ascoltiamo il gruppo, nella formazione con Lewis al piano, Percy Heath al basso, Milt Jackson al vibrafono e Connie Kay alla batteria. Il pezzo è Softly, as in a Morning Sunrise.


P.S. Una concessione ai ricordi personali. Nel Luglio del 1985, alla Rocca Brancaleone (http://it.wikipedia.org/wiki/Rocca_Brancaleone) di Ravenna ho avuto la fortuna di ascoltare, nella stessa serata, il Modern Jazz Quartet e il Trio di Keith Jarrett. Una serata memorabile di musica in uno dei tanti preziosi scenari italiani.

domenica 23 febbraio 2014

Ci sarà un perché se tutti sperano, ma dubitano


Abbiamo un nuovo governo e, per sua fortuna, oggi qui non piove. Potrebbe essere un buon inizio…
Lasciamo perdere le battute (mediocri, tra l’altro) e vediamo di capire come stiamo venendo fuori da settimane nelle quali si è consumata una vicenda politica che, a mio modesto avviso, non ha certo contribuito a rafforzare l’immagine del nostro paese all’estero, tutt’altro. Altrove certe cose non si fanno o, se si fanno, non si dimenticano del tutto le buone maniere. Per esempio: nel Regno Unito Tony Blair e, prima di lui, Margaret Thatcher furono “rimossi” da Downing Street non dal voto popolare, ma in seguito a manovre interne ai loro partiti, forse non pienamente trasparenti, però non certo come è accaduto a Letta da parte di Renzi.
E il modo in cui si è arrivati alla nascita del nuovo governo non mi pare inquadrarsi nell’ambito dei “buoni inizi”, ma tant’è, le cose sono andate così e, quindi, guardiamo avanti, ossia a quello che ci possiamo aspettare dal più giovane Presidente del Consiglio della nostra storia.
Di queste ore è l’affermazione che il primo obiettivo dell’azione riformatrice di Renzi sarebbe la burocrazia. Ottima scelta, il punto è capire se ci sono le capacità e la volontà necessarie per combattere una battaglia difficilissima contro un possente drago dalle molte teste.
Sono certo che anche voi tre ricordiate perfettamente i proclami altisonanti di Renato Brunetta, il quale dallo scranno di Ministro della Funzione Pubblica aveva promesso di trasformare nel volgere di pochi mesi la Pubblica Amministrazione italiana. Con quali risultati? Beh, anche questi li ricordate perfettamente, il niente si ricorda agevolmente…
Qualche consiglio a Renzi lo hanno offerto Alesina e Giavazzi sul Corriere di venerdì (http://www.corriere.it/editoriali/14_febbraio_21/purche-si-dica-tutta-verita-2fdac98a-9ac2-11e3-8ea8-da6384aa5c66.shtml).
Buona stampa. I due economisti ancora non conoscevano con certezza la composizione del nuovo governo, questo spiega il loro approccio volto a dare consigli e non a fare valutazioni. Perfetta la chiusura del pezzo, che mi piace tanto da meritare di essere ripresa integralmente:
“… Ma il nuovo governo non farà nessuna di queste cose se non sostituirà radicalmente i burocrati che gestiscono i ministeri (riformando i contratti della dirigenza pubblica e allineandoli a quelli del settore privato) cominciando dalla casta dei capi di gabinetto. Per farlo ci vuole coraggio perché questi signori sono depositari di «dossier» che tengono segreti per proteggere il loro potere. Bisogna aver il coraggio di mandarli tutti in pensione. All’inizio i nuovi ministri faranno molta fatica, ma l’alternativa è non riuscire a fare nulla.”
Diverso è il tono che ritroviamo nei commenti di ieri e di oggi dei principali quotidiani italiani, nei quali mi paiono prevalere, dietro lo schermo di una speranza “obbligatoria”, dubbi e timori.
Buona stampa.
E passiamo all’editoriale odierno di Sallusti su Il Giornale (http://www.ilgiornale.it/news/interni/994961.html). Anche Zio Tibia (copyright Marco Travaglio) si è adeguato alla nuova linea morbida e garbata imposta dal padrone (il tizio decrepito) e dal suo consigliere politico. Una linea apprezzabile, perché, se non altro, persino la Santalacchè ha smesso di strillare…
Stampa così e così. Sallusti si preoccupa soprattutto di bastonare il “traditore” Alfano (che è come sparare sulla Croce Rossa). Che volete farci? Lui è fatto così, lui il giornalismo lo intende in maniera diversa da Ben Bradlee (http://en.wikipedia.org/wiki/Ben_Bradlee). 
Torniamo a commenti un po’ meno strampalati. Vi suggerisco quello di Luca Ricolfi su La Stampa odierna (http://www.lastampa.it/2014/02/23/cultura/opinioni/editoriali/sul-governo-una-certezza-e-un-dubbio-08X1E2fig0mzfuK2RyQDZK/pagina.html) e quello, sempre odierno, di Angelo Panebianco sul Corriere della Sera (http://www.corriere.it/editoriali/14_febbraio_23/paneibanco-renzi-velocista-pachiderma-7e43a82a-9c58-11e3-bf70-ea8899950404.shtml).
Buona stampa. Per entrambi. Mi limito a sottolineare le osservazioni di Panebianco riguardo alla mancata conferma di Emma Bonino e di Enzo Moavero Milanesi: condivido pienamente l’opinione che si sia trattato di due errori. Due errori madornali.
Così come, forse, non è stata neppure geniale l’idea di affidare il Ministero dello Sviluppo economico a Federica Guidi e quello del Lavoro a Giuliano Poletti. Si tratta di due persone che hanno sicuramente bagagli culturali adeguati per l’incarico, ma sono anche, che piaccia o no, esponenti di due lobby assai ingombranti e questo, a mio modesto avviso, non va per niente bene.
Senza parlare dei possibili conflitti di interesse della prima, segnalati da Il Fatto Quotidiano (http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/02/23/governo-renzi-tutti-i-conflitti-di-interessi-del-neo-ministro-federica-guidi/891162/). Intendiamoci: niente a che vedere con quelli del tizio decrepito, però…
Prima di passare al conforto della musica, vi segnalo il Buongiorno di Gramellini del 21: http://www.lastampa.it/2014/02/21/cultura/opinioni/buongiorno/la-macchina-della-saliva-aHy0TNNuKCjwoROdFdDYVI/pagina.html.
Buona stampa. E ottimo suggerimento a Renzi. Quelli che ora lo portano in palmo di mano, se fallirà, non daranno al gallo nemmeno il tempo di cantare due volte.
E cominciamo con la musica. Anna Maria Jopek (http://en.wikipedia.org/wiki/Anna_Maria_Jopek) è una cantante polacca che ha alle spalle alcune collaborazioni con importanti musicisti internazionali. Non ha una voce particolarmente potente, ma mi sembra meritare un ascolto. Vi propongo Don’t Speak, una canzone malinconica che lei interpreta con garbo e discreta intensità.


E passiamo a cose più lontane nel tempo e, direi, anche nel valore.
Nel 1963 John Coltrane compose un brano di rara bellezza per reazione a una strage razzista avvenuta nella città di Birmingham (http://it.wikipedia.org/wiki/Alabama_%28John_Coltrane%29) e lo incluse in uno dei suoi album più belli, Live at Birdland. Nell’esecuzione il grande Trane era affiancato dai componenti del suo storico quartetto, di cui vi ho già parlato, ovvero Jimmy Garrison al basso, McCoy Tyner al piano e Elvin Jones alla batteria. Il pezzo s'intitola Alabama.


Meno drammatica, ma non meno interessante, la terza e ultima proposta di oggi: Changes, una composizione inclusa, nel 1955, in uno splendido album del quintetto/sestetto guidato da Miles Davis e Milt Jackson. Due maiuscole prove del talento straordinario di entrambi i musicisti.


sabato 29 settembre 2012

Non tutti i Roberti vengono per nuocere

Per fortuna, non ho soltanto omonimi mediocri. Non ricorderò i cognomi di quelli che fanno torto al mio nome di battesimo, ma mi occuperò di un Roberto che fa le cose piuttosto bene.
Roberto Perotti è professore universitario e scrive, tra l’altro, per il Sole 24 Ore. Potete reperire informazioni sul suo conto in diversi siti: Università Bocconi (http://didattica.unibocconi.it/docenti/cv.php?rif=49621), LaVoce.info (http://www.lavoce.info/lavocepuntoinfo/autori/pagina160.html) e il Sole 24 Ore (http://argomenti.ilsole24ore.com/roberto-perotti.html).
Sul 24 Ore di oggi, Perotti presenta una proposta per ridurre drasticamente i costi della politica e, vien da dire ovvia conseguenza, il malaffare che dalla disponibilità incontrollata di denaro deriva. Lo fa in maniera puntuale, senza preoccuparsi troppo di eventuali implicazioni legali o di apparire populista, come ammette lui stesso. Giustamente sottolinea che viviamo un momento eccezionale e che nei momenti eccezionali si può e si deve agire in maniera eccezionale. Ecco il suo articolo, in cui suggerisce venti misure da adottare in via immediata, senza star tanto a spaccare il capello in quattro: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-09-29/costi-politica-taglio-mosse-081108.shtml?uuid=AbdTeWlG. E questo è il link all’articolo di Maurizio Caprino citato da Perotti: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-09-28/spese-gruppi-introvabili-064327.shtml?uuid=AbVMhqkG&fromSearch.
Buona stampa. Per entrambi. Il 24 Ore è molto aggressivo sulla questione dei costi della politica e mi sembra abbia tratto una discreta spinta dalla direzione di Roberto Napoletano (guarda caso un altro omonimo di cui sono soddisfatto, ecco la sua scheda sul sito del quotidiano: http://argomenti.ilsole24ore.com/roberto-napoletano.html). Come sapete, perché l’ho citato spesso e continuerò a farlo, ci scrive anche Stefano Folli, che mi pare svolgere assai bene il ruolo di commentatore politico, in maniera più concreta di molti suoi colleghi.
E, last but not least, sul sito difficilmente non trovate gli articoli apparsi nell’edizione cartacea. Insomma, è un quotidiano che merita attenzione.
Tornando per un attimo a Valterino, vediamo una reazione che mi piace poco: http://www.corriere.it/politica/12_settembre_28/fini-berlusconi-lavitola_f625f4c2-09ad-11e2-8adc-b60256021bbc.shtml.
Che Gianfranco Fini abbia motivo di rancore per Silvio Berlusconi ci sta. Ci sta molto meno che il Presidente della Camera usi certi toni, da campagna elettorale, dimenticando il suo ruolo istituzionale. Non che Berlusconi non presti il fianco a certe considerazioni, ma neppure Fini è così immacolato, neppure riguardo alla vicenda della casa di Montecarlo, sulla quale, magari mi sbaglio, la chiarezza assoluta la stiamo ancora aspettando. E, comunque, Fini i sassi dalle scarpe se li sarebbe dovuti togliere una volta tornato il cittadino Fini.
Voi sapete già come cerco di sollevare il mio e il vostro spirito in certi momenti…
Bill Evans (http://www.treccani.it/enciclopedia/evans-william-john-detto-bill/ ed http://en.wikipedia.org/wiki/Bill_Evans) è stato uno dei più importanti pianisti del jazz e, sebbene sia stato un magistrale “accompagnatore”, ha dato prove stupende nella formazione in trio, con basso e batteria. Alcuni suoi dischi e concerti costituiscono vere perle del genere e il suo straordinario talento ha sicuramente influenzato tutti quelli che sono venuti dopo di lui.
Vi propongo due brani.
Il primo, con Evans in veste di leader, è una composizione scritta per la colonna sonora della Biancaneve di Disney, Some day my prince will come (http://en.wikipedia.org/wiki/Some_Day_My_Prince_Will_Come), eseguita dal vivo a Londra nel 1965 con Chuck Israels al basso e Larry Bunker alla batteria.

  
Il secondo, giusto per sparare una bordata pesante, è niente meno che Blue in Green dal memorabile album Kind of Blue di Miles Davis, senza dubbio uno dei più importanti dischi della storia del jazz, in cui accanto alla tromba di Davis e al piano di Evans figurano Julian “Cannonball” Adderley al sax alto, John Coltrane al sax tenore, Paul Chambers al basso e Jimmy Cobb alla batteria. Da osservare, per completezza di informazione, che Evans lasciò il posto a Wynton Kelly in uno dei brani del disco (Freddie Freeloader) e che Adderley non suona nel pezzo che vi propongo.



martedì 12 giugno 2012

Buona stampa. Cattive notizie


Non imprevedibilmente, ieri si sono manifestati i primi segnali certi dell’arrivo sulle nostre coste dell’onda lunga del contagio: un calo sensibile delle quotazioni di borsa, in particolare delle banche, e un aumento sostenuto del differenziale dei tassi d’interesse pagati dall’Italia rispetto a quelli pagati dalla Germania. Entrambi eventi riconducibili ad azioni speculative non casuali.
Questa mattina il Wall Street Journal segnala che Cipro sarà il quinto paese dell’Unione Europea a chiedere aiuto per evitare il tracollo del proprio sistema bancario (http://online.wsj.com/article/SB10001424052702303768104577460230491663206.html?mod=WSJEurope_hpp_LEFTTopStories).
Buona stampa.
In un’intervista a Christiane Amanpour della CNN, Christine Lagarde ha affermato (non diversamente da quanto ha fatto George Soros qualche giorno fa) che restano meno di 100 giorni per salvare l’euro (http://amanpour.blogs.cnn.com/2012/06/11/lagarde-less-than-three-months-to-save-the-euro/?iref=allsearch).
Buoan stampa.
Il Sole 24 Ore, citando sé stesso (http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-11-09/fate-presto-225103.shtml?uuid=AapjvGKE&fromSearch), oggi apre con un titolo a tutta pagina: “Schnell, Frau Merkel”, che introduce un articolo del Direttore Roberto Napoletano, in cui si sollecita, per l’ennesima inutile volta, il Cancelliere tedesco a modificare il proprio atteggiamento intransigente e a consentire l’adozione di misure capaci di porre fine alla crisi della moneta unica e dell’Unione Europea (http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-06-12/schnell-fraumerkel-063505.shtml?uuid=AbdnmxqF).
Stampa così e così. Perché i solleciti spediti a Berlino sono rimasti tutti senza risposta e, credo, il Direttore del 24 Ore dovrebbe tenerne conto.
Anche perché non c’è da farsi troppe illusioni. Anzi, temo sia il caso di non farcene neppure una. Come spiega questo interessante pezzo di Bloomberg: http://www.bloomberg.com/news/2012-06-11/pulling-plug-on-greece-sells-in-german-town-opposing-merkel-plan.html.
Buona stampa.
Se questo è il pensiero dei tedeschi che vivono nel paese che rappresenta al meglio le opinioni e i comportamenti dell’intera Germania, risulta piuttosto insensato sperare che cambi qualcosa nell’atteggiamento della Signora Merkel.
Per quel che ci riguarda più da vicino, oggi sul Corriere cartaceo ci sono due articoli dei Mastini, ma soltanto quello del Bobtail è disponibile nell’edizione on line: http://www.corriere.it/politica/12_giugno_12/deputati-regionali-i-finti-tagli-sicilia_5e196b76-b455-11e1-8aac-289273c95a39.shtml.
Buona stampa.
Fino a quando si consentirà di sperperare così il denaro pubblico (tra l’altro con impegni beffardamente non mantenuti), è impensabile poter scampare al destino che stanno disegnando per noi l’avidità di chi opera sui mercati finanziari e l’inettitudine e l’inerzia dei politici europei. I nostri, purtroppo, sono forse anche più inetti, ma non restano con le mani in mano, agiscono come ci raccontano Stella, Rizzo e altri bravi giornalisti, le cui parole, però, non producono nessun effetto.
Beppe Grillo, intanto, sembra accreditato del 20% dei voti se si andasse a elezioni politiche oggi. Quanti punti gli farà guadagnare la disgustosa decisione siciliana?

domenica 27 novembre 2011

Numeri


Ieri, sul Sole 24 Ore, in un fondo lucido e deciso, il direttore Roberto Napoletano (ottimi questi Roberto) invitava il Presidente del Consiglio a non indugiare e a procedere rapidamente con le misure indispensabili per mettere in sicurezza l’economia italiana, così da invertire la rotta dei tassi di interesse sul debito pubblico e riavviare la crescita (http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-11-26/ritardo-casa-professore-081018.shtml?uuid=AaoCQnOE&fromSearch).
Buona stampa.
Condivido gran parte degli argomenti di Napoletano e concordo con lui sulla necessità che l’azione del Governo Monti sia rapida e incisiva, ma sospetto che il Presidente del Consiglio venga frenato da due elementi tutt’altro che trascurabili, assenti nel fondo del 24 Ore, entrambi piuttosto pesanti.
Il primo è che, temo, i conti lasciati in eredità da TreMonti al suo successore fratto 3 non siano poi così in sicurezza come il precedente Ministro dell’Economia ha affermato fino all’ultimo.
Secondariamente, i partiti politici non sembrano tanto fermi nel voler sostenere l’azione del Governo.
Credo, e ritengo che il mio più autorevole omonimo direttore la possa pensare come me, che il Presidente del Consiglio abbia ben chiare le azioni da intraprendere. Anzi, sono persuaso le avesse ben chiare in mente anche prima di ottenere la fiducia del Parlamento. Il punto, però, sono i numeri: quelli della manovra correttiva necessaria per rimettere in linea i conti dello stato e per riavviare un minimo di crescita dell’economia e quelli dei parlamentari disposti ad approvare i provvedimenti legislativi che il Governo predisporrà. Sbaglierò, ma Monti non è sicuro né dei primi né dei secondi.