Ho l’impressione che la guerra sul prezzo del petrolio, cui
ho già accennato, non sia ancora finita e, quando sarà finita, sul campo ci
saranno alcune vittime sia tra le nazioni produttrici sia tra le aziende
petrolifere.
La situazione odierna sul mercato del greggio, infatti, non
ha quasi nulla a che vedere con i momenti in cui, in passato, il prezzo aveva
subito oscillazioni importanti e turbolenze prolungate.
La portata e le implicazioni del cambiamento lo spiega molto
bene questo articolo dal Financial Times di oggi: http://www.ft.com/intl/cms/s/0/63c7786c-89bc-11e4-8daa-00144feabdc0.html?siteedition=intl#axzz3MdHYow5D.
Buona stampa. E’ evidente l’intenzione dei Paesi
appartenenti all’Opec di mettere a dura prova le capacità di sopravvivenza di
alcuni produttori esterni all’organizzazione o non allineati sulle posizioni
dell’Arabia Saudita. Mi auguro che questo confronto aspro non produca ulteriore
instabilità del quadro politico internazionale, già provato dall’atteggiamento
ondivago degli Stati Uniti, dalla prepotenza della Russia, dal proliferare dei
movimenti terroristici che si dicono ispirati all’Islam, dalle derive
autoritarie di Paesi finora retti nel rispetto dei principi delle democrazie
occidentali e, ultimo, ma non meno importante, dalla sostanziale inesistenza
dell’Europa. Staremo a vedere.
Venendo alle questioni domestiche, mi pare che l’inchiesta
che va sotto il nome di Mafia Capitale offra l’ennesimo ritratto impietoso
della classe dirigente italiana. E le vicende, per così dire, collaterali
offrono dettagli desolanti della pochezza di uomini ai vertici dello Stato.
Quella dell’incontro tra il Prefetto di Roma e Buzzi favorito
dall’interessamento di Gianni Letta è esemplare. Se ne sono occupati diversi
quotidiani, io vi propongo un pezzo da La Repubblica (http://roma.repubblica.it/cronaca/2014/12/23/news/pecoraro_e_l_incontro_con_buzzi_mi_sento_pugnalato_alle_spalle_a_letta_dissi_chi_mi_hai_spedito_-103553766/?ref=search)
e un paio da Il Giornale (http://www.ilgiornale.it/news/politica/notizia-dei-contatti-eriches-29-1077983.html
e http://www.ilgiornale.it/news/cronache/prefetto-pecoraro-diceva-non-conoscere-buzzi-fu-lui-ad-1077783.html).
Cronaca. Come sempre, attendiamo che la Magistratura faccia
il suo lavoro per dare giudizi sul piano della legalità. Possiamo, però, fin da
adesso osservare che si fatica a comprendere perché l’uomo considerato più
vicino al tizio decrepito non trovi di meglio da fare che fissare appuntamenti
con il Prefetto di Roma. E si fatica anche a comprendere perché al Prefetto di
Roma garbi che Gianni Letta gli gestisca l’agenda. Non mi pare che, così
facendo, contribuiscano a migliorare la qualità dell’aria che si respira ai
piani alti, ma anche a quelli bassi, del potere. Ripeto: non sarà illegale, ma
certamente è inopportuno. E, ovviamente, Letta e Pecoraro non sono neppure
sfiorati dal sospetto di essersi comportati in maniera poco adeguata ai loro
ruoli. Come sempre, in Italia, nessuno sbaglia mai.
Passiamo ad altro, ma ci allontaniamo soltanto temporaneamente
da Roma. Ieri, il Corriere della Sera, nelle pagine culturali, ospitava un
articolo assai interessante di Marco Missiroli dedicato al libro in cui Martin
Amis descrive i suoi incontri con alcuni leggendari scrittori del secolo
scorso: http://archiviostorico.corriere.it/2014/dicembre/22/Pugni_devozione_Martin_Amis_incontra_co_0_20141222_b76a57fe-89a4-11e4-beac-aaaf4fbe2524.shtml.
Buona stampa. Il ritratto che conclude il pezzo di
Missiroli, quello di Truman Capote, è esilarante, tanto da meritarsi di essere
riportato nella parte finale (eliminando i caratteri sbagliati): All’improvviso arriva questa donna con una
camicetta attillata, se la tira su e mi porge una matita per sopracciglia. E
poi mi dice: “Voglio che mi autografi l’ombelico”. Così scrivo il mio nome
T-R-U-M-A-N C-A-P-O-T-E. Il marito era ubriaco fradicio, guardandomi con odio
profondo le prende la matita e me la dà, poi si sbottona i pantaloni e tira
fuori l’affare. Ci guardavano tutti. “Visto che autografi qualsiasi cosa, che
ne dici di autografare questo?”. C’è una pausa e poi io dico “Beh, non so se
riesco ad autografarlo, ma forse riesco a metterci le iniziali”.
Niente è per caso. Cito questa splendida battuta di Capote
per provare a trasferirla nella nostra realtà. Sta per concludersi il 2014:
Matteo Renzi ha sfrattato Enrico Letta da Palazzo Chigi il 22 febbraio, quindi
ha guidato il Governo per oltre dieci mesi. Può senz’altro mettere la firma
sull’infinita serie di proclami che, grazie alla compiacenza di una stampa
mediocre, ha diffuso a piene mani. Sui risultati concreti, non ci stanno le
iniziali.
Per tutti (e ne cito solo uno per non nuocere ancora una
volta ai nostri quattro fegati stremati), vi propongo un articolo di Luigi
Ferrarella dal Corriere di ieri: http://archiviostorico.corriere.it/2014/dicembre/22/norme_confuse_pasticci_troppi_errori_co_0_20141222_a6b1e210-89a4-11e4-beac-aaaf4fbe2524.shtml.
Buona stampa. E questo è solo l’esempio della Giustizia. Il
resto va esattamente da così a peggio. Niente di che stupirsi.
Parliamo di cose serie: è morto Joe Cocker. Vi suggerisco
soltanto il ricordo breve dell’edizione italiana della rivista Rolling Stone: http://www.rollingstone.it/musica/news-musica/e-morto-joe-cocker/2014-12-22/.
Buona stampa. Il resto potete andare a cercarlo voi dove
volete, c’è tanto su questa straordinaria voce che ha impresso con semplicità
un segno indelebile nella musica dagli anni Sessanta del secolo scorso.
Un paio di ascolti. Il primo è Unchain My Heart (http://it.wikipedia.org/wiki/Unchain_My_Heart_%28singolo%29).
Il secondo è Night Calls.
Torneremo a parlare, anzi ad ascoltare, di lui.