Mentre inizio a scrivere non posso fare a meno di
domandarmi, per l’ennesima volta, se faccio bene a farlo. La storia della
commistione tra politica, criminalità e malaffare a Roma ha già un paio di
giorni e mi sono trattenuto dal parlarne sino a ora. Non riesco a non dire
nulla, ma temo che, nell’esprimere la mia opinione, difficilmente rispetterò le
mie regole e, soprattutto, eviterò di dire qualcosa di cui potrei magari
pentirmi.
Siamo ancora in fase d’indagine, non c’è stato nessun
processo, nessuna condanna, nessuna sentenza passata in giudicato, quindi, come
detta la Costituzione, sono tutti innocenti sino a che, nell’ultimo livello di
giudizio, saranno stati considerati colpevoli. Però… Cosa ne pensa Gramellini?
Il suo Buongiorno di ieri lo leggete qui: http://www.lastampa.it/2014/12/03/cultura/opinioni/buongiorno/luomo-nero-95aAqRYVTQbtnkY2dgmTdP/pagina.html.
Buona stampa. E già… fino a l’altro ieri dove stava? Questo
signore non era ospite della patrie galere che, però, sono sovraffollate? E da
chi, di grazia?
Poi possiamo leggere l’editoriale di Fiorenza Sarzanini sul
Corriere della Sera di oggi (http://www.corriere.it/editoriali/14_dicembre_04/complicita-sradicare-partiti-a34e55de-7b7d-11e4-b47e-625f49797245.shtml#),
che mette l’accento sulla distrazione della politica.
Buona stampa.
Oppure possiamo leggere quello di Guido Gentili su Il Sole
24 Ore (http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2014-12-04/nel-mondo-mezzo-ne-stato-ne-mercato-080130.shtml?uuid=ABga1vLC),
nel quale si esorta a sfoltire radicalmente la foresta delle aziende
partecipate dagli Enti Locali.
Buona stampa. L’argomento, voi tre lo sapete, mi è caro e ne
ho già parlato.
Eppure, stavolta, anche questi buoni editoriali non possono
bastare. Sono scritti bene e dicono cose condivisibili, ma non possono bastare.
Tutta la vicenda romana, a mio avviso, riporta a temi che mi
sembrano trascurati nei quotidiani (non ho letto tutti i commenti, quindi posso
sbagliare, me ne scuso).
Il primo punto è che il sistema politico italiano, anche
grazie a meccanismi elettorali sbagliati, ma soprattutto perché è importante
conquistare “il potere”, si caratterizza ormai come una continua lotta per
vincere le prossime elezioni. Questo comporta che non esistono veri disegni
politici (parlo d’idee, di progetti, di soluzioni dei problemi che ci
affliggono), ma solo chiacchiere o proclami volti a conquistare la maggioranza pro tempore e, con quella, posizioni di governo,
locale o nazionale poco importa. E per vincere, non si guarda per il sottile
quando si scelgono i candidati, perché non conta la capacità di proposta, ma
solo il potenziale di voti. E questo spiega come, solo in Italia, ci siano
decine e decine di politici che transitano da un partito all’altro portandosi
appresso il proprio sostegno elettorale, ovviamente per sfruttarlo.
E qui veniamo al secondo punto. La politica, con le
retribuzioni smisurate che i politici stessi si sono attribuite, è diventato il
terreno ideale in cui s’insediano quelli che aspirano a prosperità e privilegi
preclusi alla quasi totalità dei cittadini. E chi sceglie la politica per
accrescere il proprio benessere (potrei dire diversamente, ma voglio ancora
essere prudente), di certo non si fa troppi scrupoli, non si preoccupa di quel
che fanno i burocrati, nella misura in cui trova con loro un modus operandi che soddisfa entrambi, e
intrattiene facilmente rapporti con chi guarda al pubblico denaro con la
medesima attenzione (penso di essermi spiegato adeguatamente).
La “questione morale”, di cui molto parlò Berlinguer
(arrivando buon ultimo dopo GENTILUOMINI che si chiamavano La Malfa, Malagodi,
Valiani e altri), è stata dimenticata da tutti, grazie anche all’avvento di una
seconda repubblica (le maiuscole usiamole dove hanno valore) nella quale gli
interessi privati e personali hanno prevalso su tutto. Concetti come moralità e
legalità sbiadiscono inevitabilmente in chiunque abbia poco saldi principi se
gli esempi sono pessimi e se i mezzi di comunicazione privilegiano modelli di
vita in cui moralità e legalità sono assenti.
Prendiamo il caso di Poletti, che è certamente uomo probo e
serio, ma, al dunque, rivela una sostanziale disattenzione verso il problema.
Leggiamo la sua difesa rispetto alla frequentazione con Buzzi: http://www.corriere.it/politica/14_dicembre_04/mafia-poletti-sto-male-quando-vedo-mio-nome-coinvolto-3fcdaa68-7bc9-11e4-b47e-625f49797245.shtml.
Cronaca. Riprendo alcune frasi.
«L’ho visto qualche volta – ha detto
«perché era un dirigente di una cooperativa sociale che si occupava
dell’inserimento delle persone disabili nel posto di lavoro. Ma non avrei mai
immaginato», ha concluso, «che da un contesto come questo potessero uscire le
cose che vediamo in questi giorni».
«Come presidente di
Legacoop», ha detto Giuliano Poletti, «partecipo a migliaia di assemblee di
bilancio e ho partecipato anche a quella della cooperativa sociale di Buzzi. Mi
sento tradito dopo aver corso per tutta l’Italia per 40 anni per aiutare le
cooperative sociali. La reputazione è una delle cose più difficili da costruire
ed è la più facile da perdere. È intollerabile sentirsela mettere in
discussione per dei comportamenti inimmaginabili».
Ecco, io credo che il Presidente di Legacoop dovrebbe
partecipare a qualche centinaia di assemblee in meno e dedicare qualche ora in
più alla valutazione di quelle che meritano effettivamente la sua presenza. Ciò
di cui Poletti non si rende conto neppure adesso è che, in una posizione come
quella che aveva prima di diventare Ministro, si dovrebbe scegliere chi
frequentare, anche casualmente, e non andare ovunque proprio perché “La reputazione è una delle cose più
difficili da costruire ed è la più facile da perdere”.
Terzo punto: il contante. L’ho già scritto, mi ripeto. Il
fatto che in Italia, grazie a una legislazione lacunosa e sostanzialmente
inefficace, il denaro contante sia ancora libero di circolare con grande
facilità (magari anche dopo più o meno brevi viaggi all’estero) costituisce il
brodo di coltura della corruzione. E, purtroppo, nella corruzione siamo ancora
molto davanti agli altri paesi cosiddetti più avanzati (http://www.transparency.org/cpi2014).
Quarto punto: la Ditta. E’ stato lo Smacchiatore di giaguari
a scegliere gran parte delle persone che il PD ha candidato alle elezioni fino
al 2013. Forse è arrivato il momento che lui e gli altri membri della Ditta la
smettano di spacciarsi per i difensori della morale pubblica e inizino a fare
un serio esame di coscienza. Sono sicuro che Berlinguer, a questo punto, si
rigiri nella tomba quando vede gente come Bersani o D’Alema proporsi come
paladini della “questione morale”.
Che poi Renzi abbia realmente voglia di dare il buon
esempio, mi pare difficile crederlo dopo aver letto questo pezzo da Il Fatto
Quotidiano: http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/12/04/mafia-capitale-renzi-promette-daspo-corrotti-pd-salva-azzollini-papania/1250499/.
Cronaca. Non vedo una linea coerente tra il commissariamento
del PD di Roma e la scelta di non lasciare che i giudici svolgano il loro
compito in casi come quello di Azzolini e Papania. Erano in ottima e numerosa
compagnia i parlamentari del PD, visto che anche FI, Lega e Ncd si sono
espressi allo stesso modo. Niente di sorprendente, intendiamoci. La qualità è
la stessa, ossia bassa assai.
Niente male Salvini… Che vada d’amore e d’accordo con la Le
Pen, per quanto spiacevole, ci può anche stare. Ci sta già meno che chieda
(come ha fatto il Front National francese, finanziato da banche russe) soldi a
Putin, che, mia modesta opinione personale, costituisce una mina vagante nella
politica internazionale. Andare in edicola a comperare i quotidiani e vedere il
segretario della Lega mezzo nudo in copertina di uno dei settimanali pettegoli
che tanto successo (sic) hanno in Italia, mi ha procurato sgomento e disgusto. Pronti
a tutto pur di portare a casa qualche voto...
Come volevasi dimostrare.
Buona notte e buona fortuna.
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