sabato 29 dicembre 2012

Un auspicio


Il Buongiorno di Gramellini di ieri parte dal tizio decrepito (che, dalle parti del Vicedirettore de La Stampa, è divenuto innominabile come dalle mie) per arrivare ai magistrati che decidono di intraprendere la carriera politica. Ci sono il buonsenso e l’ironia che ci si aspetta da Gramellini e anche un’osservazione acuta sul modo in cui si passa da un ambito istituzionale all’altro. Io mi permetterei di aggiungere un punto: se un magistrato vuole dedicarsi alla politica, dovrebbe poterlo fare solo dopo un buon numero di anni dalla fine, naturale o anticipata, della carriera, direi almeno tre, il tempo necessario per lasciare sbiadire l’eventuale notorietà conquistata con inchieste più o meno clamorose (e più o meno concluse positivamente).
Buona stampa.
Sulla situazione politica e sulle ultime farneticazioni del tizio decrepito, per oggi, preferisco non aggiungere altro a quanto dice Gramellini e alla mia modesta proposta (e non dubito che me ne sarete grati).
Un auspicio, però, me lo posso permettere. Mi piacerebbe proprio che l’anno nuovo portasse almeno un germoglio di speranza per il nostro paese, un segno anche piccolo di un cambiamento positivo, un leggero schiarire del cielo che resta cupo per l’ottusità con cui la politica si rifiuta di riformare se stessa, passaggio indispensabile e propedeutico per riformare le istituzioni e la nazione. Non credo accadrà, ma auspicarlo non costa nulla...

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