Il Sole 24 Ore dedica oggi, nella versione on line, grande
spazio al ventesimo anniversario della morte di Gianni Brera (http://foto.ilsole24ore.com/SoleOnLine5/Notizie/Sport/2012/gianni-brera/gianni-brera_fotogallery.php,
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-12-18/neologismi-gianni-brera-115227.shtml
e http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-12-18/abatino-152319.shtml?uuid=AbjiSIDH).
Buona stampa. Controverso, a volte antipatico, anche fazioso
(in ambito sportivo), però Brera è stato un giornalista di quelli che non si
fabbricano più. Inutile star qui a rimpiangere i bei tempi andati: di uomini
(anzi: UOMINI) come lui e come Montanelli, purtroppo, non ci sono gli eredi.
Niente equivoci: di buoni giornalisti e di buoni direttori di giornale ne
abbiamo anche oggi. Il problema è che oggi non si tratta di mandare in edicola
un quotidiano di qualità, ma di mettere in vendita un prodotto che serva a
conquistare inserzionisti e, di gran lunga meno importante, lettori.
Importa il clamore, la conquista di “contatti” facili e
facilmente misurabili. Non importa quel che si dice, ma, almeno apparentemente,
essere sentiti. Si parla alle parti basse del corpo, molto meno a quelle alte.
Se poi volete che v’indichi un paio di maestri, beh… lasciamo perdere.
Ricordiamo Gianni Brera e la sua indolente, meravigliosa saccenteria. E andiamo su YouTube a trovarlo o, per noi diversamente giovani, a ritrovarlo.
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