sabato 28 gennaio 2012

Siamo sempre lì, mancano i pastori


Mi pare ovvio che la Grecia, presentando per qualche anno dati alterati della propria contabilità nazionale, si sia conquistata la sfiducia dei partner europei. E che da questa sfiducia derivi la particolare rigidità delle istituzioni, europee e non solo, cui la Grecia si è rivolta per evitare il fallimento, anche questo mi sembra un fatto scontato e legittimo. Forse, però, da qualche parte si comincia a esagerare, come spiega questo articolo del Financial Times (http://www.ft.com/intl/cms/s/0/33ab91f0-4913-11e1-88f0-00144feabdc0.html#axzz1kjq4aAtC).
Buona stampa.
Ho l’impressione che si stia perdendo il senso della moderazione, così prezioso in gran parte delle vicende umane. E temo, inoltre, le conseguenze drammatiche portate da questo crescendo di severità che si pretende di imporre alla Grecia e agli altri paesi con debiti eccessivi, Italia compresa.
Forse la Signora Angela Merkel vincerà le prossime elezioni politiche a casa sua, ma perderà la partita con la Storia e sarà ricordata soprattutto come un’ottusa e mediocre ragioniera. E non è detto che stroncando le prospettive di crescita di non pochi paesi europei, favorirà quelle della Germania. Oggi Deutschland AG sostituisce i suoi storici partner commerciali con i BRICS, ma non sta scritto da nessuna parte che sia una scelta sicuramente vincente nel lungo periodo. Io sono sempre perplesso di fronte alle certezze assolute in materie altamente aleatorie, specie quando, ad esempio, considero i dati sulla crescita cinese, in calo, o quelli dei consumi di idrocarburi, così importanti per i portafogli degli amici magnaschei di Vladimir Putin.
La classe politica, ovunque, non sembra capace di liberarsi dall’assillo delle prossime elezioni e di svolgere quel ruolo di guida che dovrebbe essere irrinunciabile.
Sul tema, ma anche su altro, vi suggerisco un articolo di Morya Longo sul 24 Ore di oggi (http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-01-28/denaro-facile-diventa-strategia-081103.shtml?uuid=AaUo3WjE&fromSearch). E così, se già non lo sapevamo, abbiamo anche capito meglio che cosa sia questo benedetto quantitative easing.
Buona stampa.
Venendo alle cose di casa (ammesso che l’Europa non sia casa…), mi pare rassicurante che, in poco più di due mesi, il Governo Monti abbia preso già diverse misure importanti. C’è ancora molto da fare, ma quel che sta accadendo dimostra non tanto che Monti e il suoi ministri sono bravi, ma che erano (e restano) molto mediocri i politici ai quali abbiamo affidato la gestione del paese negli ultimi vent’anni.
A riguardo, come di consueto, è divertente il quadretto romano che ci fornisce oggi Ugo Magri sulla Stampa (http://www3.lastampa.it/politica/sezioni/articolo/lstp/440181/).
Buona stampa.
Aggiungo che ha ragione Stefano Folli, che sul Sole 24 Ore ripete da tempo che i politici stanno perdendo tempo e sprecando una preziosa occasione: mentre il Governo Monti fa il “lavoro sporco” in campo economico, quel lavoro che una classe politica priva di coraggio e paralizzata dagli interessi (e dai conflitti d’interesse) ha rinunciato a fare per anni, i partiti dovrebbero mettere mano ad altri provvedimenti indispensabili, di carattere prettamente politico (legge elettorale, riforme costituzionali, regolamenti parlamentari, ecc.). Dovrebbero, ma non lo fanno.
E nel frattempo, anche personaggi di primo piano (ricordatevi: essere di primo piano, da queste parti, non vuol dire essere di prima qualità) sembrano interessati solo a continuare le loro baruffe da ballatoio, alla disperata ricerca di visibilità che impedisca ciò che temono di più, ossia il giusto loro destino: l’oblio. In questo credo che la stampa dovrebbe darci una mano ed evitare di dare spazio agli starnazzi di figure di cui, onestamente, possiamo fare senz’altro a meno. Anzi, figure che, se si cavassero dai piedi, darebbero finalmente un contributo al bene del paese.
Non faccio nomi e cognomi, non ne avete bisogno.

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