La settimana che si chiuderà domani mi sembra una gran
brutta settimana, mi vien da dire pessima.
Non si può evitare di pensare alla morte di
Nicolò Savarino, testimonianza intollerabile di come, ormai, nella società
italiana stiano svanendo i valori essenziali per la civile convivenza. Non credo
si possa immaginare un gesto di più assurda e inammissibile bestialità.
E uso la parola bestialità molto a malincuore. Neppure una
bestia immonda, infatti, potrebbe compiere un omicidio come quello che ha
compiuto l’autista del SUV di Milano. Spero di non dover più leggere le
chiacchiere vacue (mi modero) di chi, nell’intento di solleticare le pance dei
propri sostenitori, vede in eventi tragici come questo un pretesto per
conquistare qualche riga di giornale o qualche secondo di radio e televisione.
Non servono le chiacchiere, abbiamo bisogno di ricreare le condizioni
perché nessuno, quale che sia la sua origine etnica e sociale, possa diventare
una creatura così inumana come l’assassino di Nicolò Savarino.
E anche la morte dei passeggeri della Costa Concordia appare
intollerabile nell’era del GPS e dell’informatica diffusa. E’ presto per fare
valutazioni, ma non credo di essere il solo a essere sbigottito che sia potuto
accadere un simile incidente.
Passando a altro, i gaglioffi di Standard & Poors hanno
colpito ancora, consapevoli della propria impunità: da anni, in ogni parte del
mondo, l’agire delle sedicenti agenzie di rating
è oggetto di contestazioni e critiche, ma il tempo è passato invano e i
governi si sono ben guardati dal porre in essere qualsiasi misura capace di
contenere i rischi insiti nel modo in cui S&P, Moody’s e Co. svolgono la
loro attività.
Non avete bisogno di me per sapere che, sull’argomento, i
commenti si sprecano. Come sempre, in situazioni simili, scelgo in base al mio
gusto e, se volete una visione più ampia e orientata diversamente, dovete fare un po’ di
fatica per conto vostro.
Il primo articolo, di Mario Deaglio per la Stampa, in realtà
parla più di questioni interne, mettendole in relazione con il declassamento
del nostro debito (http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=9646).
Anche Francesco Forte sul Giornale, sia pure solo in
conclusione e di sfuggita, non rinuncia a un’osservazione di carattere politico
(e di parte), tuttavia l’analisi è completa e degna di attenzione (http://www.ilgiornale.it/interni/attacco_orologeria_alleuro_il_gioco_sporco_re_rating/14-01-2012/articolo-id=566766-page=0-comments=1).
Sul Sole 24 Ore, Alessandro Merli sottolinea, non
diversamente da tanti altri osservatori, come il taglio del rating
sia per l’intera Europa e non per i singoli paesi colpiti, anche se il conto lo
pagheranno soprattutto le nazioni interessate, ovviamente (http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-01-14/passi-italiani-ritardi-europei-081016.shtml?uuid=Aa2jmwdE).
Buona stampa. Per tutti e tre. Voi, però datevi un po’ di
pena a lavorare da soli…
Venendo ad altro, vi segnalo un Gian Antonio Stella al
meglio (http://www.corriere.it/politica/12_gennaio_13/stella-durnewalder-stipendi-province_beeb6c4e-3dac-11e1-86c1-1066f4abcff8.shtml).
Chiudo con un filmato di Natalino Balasso, così, giusto per
provare a farvi ridere, anche se le ragioni per farlo, ahimè, sono proprio
pochine.
Nessun commento:
Posta un commento